Slow Food Veneto, attivo nelle fila dei difensori dei beni comuni, sostiene in pieno l’iniziativa promossa dal “Comitato acqua bene comune” affinché la Regione Veneto inserisca nel proprio Statuto specifici articoli a tutela di acqua e suolo. Acqua, suolo, aria, sementi, cibo, educazione, salute, paesaggi, creatività sono beni comuni che non possono essere comprati o venduti, perché appartengono di diritto alla comunità e dalla comunità devono essere gestite, tutelate, curate e risparmiate in piena condivi-sione.
Slow Food Veneto coglie la rinnovata sensibilità sull’argomento, per affermare l’urgente necessità di preservare i suoli agrari, fondamento dell’attività agricola da consumi sconsiderati. Negli ultimi trent’anni in Italia la superficie agricola si è ri-dotta di un quinto (-21 %) e ogni anno in media si perdono oltre 130 000 ettari di suolo sottratto all’agricoltura. Il suolo non è un supporto passivo per altre attività e-conomiche, è la nostra assicurazione sul futuro, la nostra garanzia per la produzione di cibo ma anche la sede indispensabile alla chiusura dei cicli biogeochimici, alla de-purazione dei reflui, all’azione di filtro delle acque a fini potabili, al contenimento degli eventi alluvionali, senza dimenticare la sua valenza estetica e attrattività turistica. La distruzione del suolo per opera della sua impermeabilizzazione e della costruzione di edifici, è un processo di distruzione irreversibile. Ricostituire il suolo dopo che lo si è asportato non è più possibile, almeno alla scala dei tempi umani. I surrogati di “suolo artificiale” costano un’enormità in termini di energia e materie prime e si possono ap-plicare solo su piccola scala.
Slow Food Veneto sottolinea che sono necessarie urgenti azioni normative per sco-raggiare il continuo consumo di suoli agrari, ampliando i criteri di protezione paesag-gistica proposte dalle soprintendenze, con azioni energiche per impedire indiscrimina-te colate cementizie a danno dell’agricoltura. In ogni area del nostro territorio non mancano evidenti e nuovi esempi in cui i migliori terreni agricoli sono ormai devastati e sfregiati da strade, superstrade, rotatorie, capannoni, zone industriali e artigianali, cittadelle, centri commerciali e gli agricoltori, già in difficoltà, sono relegati nei coltivi più marginali e difficili.
Slow Food Veneto ribadisce con forza che tutti abbiamo l’obbligo di evitare la dilapi-dazione del bene comune “suolo” che, al pari dell’acqua, è limitato e non rinnovabile, solo per ottenere una effimera massimizzazione del profitto.
Slow Food Veneto sollecita i Consiglieri Regionali del Veneto a inserire specifici arti-coli di “tutela dei beni comuni” nello Statuto della nostra Regione.