La Regione Lombardia aveva posto un aut-aut ai comuni ritardatari sull’attuazione della legge regionale 12 del 2005, quella che impone a tutti i comuni lombardi, singoli o associati, di dotarsi di un PGT – Piano di Governo del Territorio: in sostanza, il Consiglio Regionale aveva fissato una data ultima, quella del 30 settembre 2011, oltre la quale i comuni che non avessero almeno adottato il loro strumento urbanistico si sarebbero visti negata la possibilità di approvare piani attuativi per realizzare lottizzazioni, centri commerciali e simili, fino all’approvazione definitiva del PGT. Non sono pochi i comuni lombardi privi di un PGT adottato: 688 su 1546, come dire che ogni 7 comuni, 3 non hanno ancora sottoposto al loro Consiglio Comunale il proprio piano per l’adozione, passaggio preliminare alle osservazioni e alla definitiva approvazione. A fronte di questi comuni inadempienti, ce ne sono 640 che invece dispongono di un PGT approvato e operativo, e altri 218 che il PGT l’hanno solo adottato, e che quindi in capo a pochi mesi avranno ultimato l’iter previsto dalla legge.
Ma ora, proprio quando la fatidica scadenza stava avvicinandosi e la gran parte dei ritardatari aveva dovuto mettere il cuore in pace posticipando di mesi o anni il segnale di via libera a ruspe e betoniere, l’entrata in vigore della legge 106/2011 di conversione del “Decreto Sviluppo” fornisce una inattesa boccata di ossigeno stabilendo che, in Lombardia come in tutte le regioni italiane, i Piani Attuativi comunali siano adottati e approvati con un rapido passaggio al chiuso della Giunta Comunale, senza sottoporsi alla discussione e alla votazione in Consiglio.
“Siamo molto preoccupati per quanto potrebbe essere approvato nei prossimi quindici giorni – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia – ci aspettiamo di vedere progetti di cementificazione riesumati dai loro cassetti, per essere approvati in fretta e furia senza sottoporli alla discussione collegiale in Consiglio Comunale. Speriamo di essere smentiti, ma ci prepariamo al peggio perchè sarà difficile tenere gli occhi aperti sugli atti che usciranno dalle Giunte di 688 comuni”.
Nel giudizio di Legambiente, la legge statale è l’ennesima dimostrazione di cattivo centralismo: stabilire una norma unica per una materia in cui le regioni hanno da tempo autonomia legislativa significa infatti infischiarsene del fatto che, in questo modo, gli effetti possano essere molto diversi da regione a regione. E in Lombardia la questione è più grave che altrove, perchè la nostra legge stabilisce che i PGT non conferiscano automaticamente diritti edificatori, che invece vengono realmente acquisiti solo con il Piano Attuativo, la cui approvazione fino a pochi giorni fa era frutto di un voto di Consiglio. “Da Formigoni ci saremmo aspettati una maggior difesa dell’autonomia regionale – conclude Di Simine – invece la Regione Lombardia piega rispettosamente la testa di fronte alle ingerenze di una delle Legislature più centraliste della storia della Repubblica”.
Fonte: Legambiente