Legambiente: “Il coronamento di una battaglia giusta per difendere la nostra campagna”
Legambiente esulta per la sentenza definitiva del TAR di Brescia che blocca il polo logistico di Azzano Mella, un enorme cubo di cemento che avrebbe dovuto sorgere occupando quasi 60 ettari di campagna fertile. Da anni l’associazione del cigno ha ingaggiato una dura battaglia per la difesa del territorio. “Siamo felici di aver fermato l’ecomostro della Bassa – dichiara Gabriele Pellegrini, del direttivo regionale di Legambiente – ma è arrivata l’ora di dire stop al consumo di territorio, e di farlo cambiando le leggi che permettono di realizzare capannoni attraverso sportelli unici e varianti urbanistiche. Il Consiglio Regionale da due anni ha in mano 13.000 firme in calce alla nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la tutela del suolo: cosa aspettano i nostri rappresentanti a portarla al voto? Quanto cemento dovrà spargersi ancora sui nostri campi prima che la Lombardia abbia una legge che tuteli il suolo?”.
Corriere della Sera, Brescia, Giovedì 17 Novembre, 2011
Polo di Azzano: «Operazione illegittima»
Addio al polo logistico di Azzano Mella. Lo ha deciso il Tar di Brescia accogliendo i ricorsi dei comuni di Capriano del Colle e Dello, del Parco regionale Monte Netto e di Legambiente. E condannando la Provincia, il comune di Azzano e la ditta proponente (Sa-Fer) al pagamento di 21mila euro di spese processuali. Non solo: è stato segnalata in procura il potenziale abuso d’ufficio dell’architetto Mauro Salvadori, progettista del polo ma anche estensore del Pgt e consulente dell’amministrazione.
Le motivazioni della sentenza emessa (prima sezione, presidente Giuseppe Petruzzelli) sono articolate in 35 pagine ma condensabili in un passaggio fondamentale destinato a fare giurisprudenza: «Con la decisione di impiantare il polo logistico il comune di Azzano brucia in un colpo solo 400mila metri quadri di terreno agricolo consumando definitivamente una parte considerevole del proprio territorio ed incidendo in modo sensibile sulla qualità della vita che era tenuto a garantire alle generazioni future».
Il Tar ha accolto tutte le censure avanzate dai legali dei ricorrenti (Mario e Innocenzo Gorlani, Fiorenzo Bertuzzi e Pietro Garbarino) bocciando innanzitutto la decisione dell’ex amministrazione (Franco Gaspari sindaco e Umberto Ferrari vice) di escludere il progetto dalla Valutazione ambientale strategica e dalla Via. Non solo. È stato dichiarato illegittimo il permesso di costruire rilasciato ancor prima dell’approvazione del nuovo Pgt. Dulcis in fundo la discrasia con le coordinate del Piano territoriale di coordinamento provinciale, secondo il quale quell’area è di «valenza agricola strategica» mentre i tecnici dell’assessorato al Territorio (retto dall’onorevole Giuseppe Romele) hanno dato il via libera al progetto.
Il testo integrale della sentenza è scaricabile all’indirizzo:
http://www.giustizia-amministrativa.it/WEBY2K/frmRicercaSentenza.asp
Ho sentito che la safer vuol fare ricorso di Stato,stiamo uniti e facciamoci sentire anche tramite programmi come Report su rai 3 la domenica sera