Oltre vent’anni fa, con fatica, fu istituto il “Parco del Roccolo”, nato per rispondere all’esigenza di tutelare e migliorare gli ambienti naturali e agricoli, in un ampio territorio ubicato in posizione strategica rispetto alle dinamiche di sviluppo e alle spinte insediative di un ambito fortemente urbanizzato della provincia di Milano.
Le aree che ne fanno parte costituiscono una salvaguardia attiva degli spazi aperti dai fenomeni di conurbazione, rese fruibili alle popolazioni, facilitando la percorrenza e l’uso ai fini ricreativi e consentendo, allo stesso tempo, il mantenimento delle attività agricole e il riequilibrio ecologico. La zona, inoltre costituisce uno dei più importanti corridoi ecologici per la biodiversità della Regione Lombardia e della pianura padana che sorge tra l’oasi del WWF di Vanzago ed il Parco del Ticino.
Il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) è collocato geograficamente nell’alta Pianura Padana, a Nord-Ovest del capoluogo milanese e interessa i territori comunali di Arluno, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Nerviano e Parabiago.
Già in passato vi sono stati tentativi di corrompere l’integrità di questo territorio (nuove strade, discariche, inceneritori,…), tentativi fieramente respinti dalla popolazione e dalle Amministrazioni locali.
Ora si prospetta un definitivo colpo mortale: l’arrivo, sul territorio del Comune di Busto Garolfo, di un allevamento intensivo di 328.000 (trecentoventottomila) galline ovaiole, stipate in gabbie all’interno di 10.000 mq di capannoni di cemento.
Questo insediamento, fuori luogo, di chiare caratteristiche industriali, non ha un rapporto sostenibile con il territorio e disterà meno di 200 metri dalle prime abitazioni residenziale e poco più di 500 metri dall’agglomerato del Comune di Busto Garolfo e Canegrate.
Il progetto in questione oltre che sottrarre altro terreno all’agricoltura, porterà un ulteriore sfruttamento del suolo, ad un uso abbondante di acqua, ed ad un notevole incremento del trasporto pesante che utilizzerà, tra l’altro, la vicinale che permette, ai cittadini, di accedere alla zona boschiva denominata “bosco del Roccolo” (uno dei pochi boschi acquistato del Parco e distante 200 metri dal futuro allevamento), ancora oggi popolato da una grande varietà di avifauna.
E’ semplicemente aberrante pensare che un percorso di così rara bellezza è indicato dal progetto come via di transito per gli automezzi asserviti al funzionamento dell’impianto.
E’ semplicemente aberrante pensare che un insediamento di questo tipo possa trovare spazio in una delle ultime zone verdi dell’hinterland milanese.
I cittadini facenti parte dei Comuni del Parco sono fortemente preoccupati e arrabbiati per le possibili interferenze con il territorio di natura ecologica, ambientale, acustica e sanitaria, e si sono costituiti in un Comitato per la difesa del territorio, raccogliendo più di 5000 firme oltre che a sollecitare politici ad ogni livello per la salvaguardia del Parco.
Le Amministrazioni Comunali i Consigli Regionale e Provinciale hanno deliberato all’unanimità la contrarietà all’insediamento ma la procedura per la Valutazione d’Impatto Ambientale continua il suo iter.
penso che sia uno schifo, penso che, chi ha soldi da spendere, li sprechi in Ca….E, fregandosene altamente degli altri e della gente, penso anche al fatto che L’ESSERE UMANO (UNICO ESSERE “PENSANTE” ED “INTELLIGENTE”, non calcoli d’essere per questo pianeta un CANCRO-MALIGNO ossia, che GAIA, andrebbe avanti a girare, a riprodursi (anche meglio!!!)senza NOI!!! penso,spero che i maya avessero ragione; aspetto con ansia che la terra si VENDICHI, E SI SCROLLI DI DOSSO NOI PIDOCCHI-PARASSITI!!!
altro che ATLANTIDE…… armando
PENSO CHE ABBIATE DAVVERO RAGIONE, ANZI, MILLE RAGIONI. QUNDI,
FIRMO PER SOTTOSCRIVERE.
SONIA GIAVELLI