Era una lunga fila di alberi, la maggior parte sani e robusti quella che è stata rasa al suolo il 12 gennaio scorso a Medesano, lungo strada dei Ferrari. Lo scenario che si è presentato alla sera di quel triste giorno è stato quello che si può trovare nei campi di battaglia dopo i combattimenti. Le vittime in questo caso non sono soldati, ma alberi innocenti e disarmati. I salici secolari e gli altri alberi hanno rallegrato per decenni il panorama, hanno rinfrescato le estati e dato rifugio e cibo a diverse specie di animali. Una porzione di natura che ha smesso di esistere in poche ore. Questo scena fa così male al cuore e rattristare l’anima che non si vorrebbe pensare che questo è solo l’inizio dello scempio che seguirà.
Su queste terre vi sono progetti che porteranno ad una devastazione e ad un cambiamento radicale del territorio. I terreni che ora sono dedicati alle coltivazioni verranno occupati da quattro bacini idrici per una superficie complessiva di un chilometro quadrato, una porzione significativa della valle del Taro tra Felegara e Medesano, più del doppio della superficie del centro di Medesano.
L’opera richiederà da 7 a 10 anni per la realizzazione; durante questo tempo vi sarà un incessante correre di camion per il trasporto di 3 milioni di metri cubi di ghiaia scavata. Il traffico di camion causerà rumore, inquinamento, dispersione di polvere e peserà in maniera importante sulla viabilità già abbastanza difficile e molesta per i residenti.
Salici secolari pochi mesi fa Gli stessi salici oggi
La presenza dei bacini nel territorio inciderà sull’equilibrio della falda acquifera, con effetti che noi, cittadini normali non si possiamo immaginare. Le istituzioni pubbliche hanno fatto trasparire meno informazioni possibili e sono ancora tanti i dubbi e le incertezze che abbiamo sul progetto generale.
Quello che sappiamo per certo è che quest’opera è stata giustificata con la proclamazione di una “emergenza siccità”, per questa ragione si potranno ignorare tutti i vincolo paesaggistici, sanitari, ecc., in barba anche all’articolo 9 della Costituzione Italiana che tutela il paesaggio. Non si può invece ignorare che la ghiaia che verrà escavata, di elevata qualità, è molto preziosa e suscita molti appetiti.
Ci sono già tante cave di ghiaia a Medesano lungo al fiume Taro. Alcune sono ancora attive, altre sono dismesse e sono diventate dei bacini idrici di fatto, senza che vi fosse in progetto questa finalità. La predazione a danno di questo territorio sembra non saziarsi mai. A Noceto, cinque chilometri più a valle, sempre lungo il fiume Taro, sono in progetto altri tre bacini idrici che richiederanno nove anni di scavo, ulteriore distruzione di paesaggio naturale e di terreno agricolo.
strada dei Ferrari nel 2011, prima del taglio degli alberi
strada dei Ferrari nel 2011, prima del taglio degli alberi
che scempio!!!
Il taglio degli alberi,dovrebbe essere considerato un atto vandalico.
A cisterna di latina,un paese in provincia di Latina a 50 Km da Roma,numerose piante adulte (di 20/30 anni)facenti parte del verde pubblico sono state tagliate senza aver dato alcuna spiegazione, e pensare che esiste un regolamento comunale atto alla salvaguardia del verde pubblico,inoltre e’ perfino presente un comando stabile della guardia forestale.
…..La cementificazione invece non ha ostacolo alcuno.
per un verso o per l’ altro e sempre il paesaggio a soccombere. e in nel mio paese invece piantano alberi a bordo strada dove nessuno si lamenta. sono fortunato voi dite ma hanno tagliato una quercia centenaria perche dava fastidio.ma ufficialmente era ammalata.poi lungo il fiume olona a causa della Anoplophora chinensis taglieranno molti platani lungo il martoriato fiume Olona. per non parlare di cave e allevamenti di galline in capannoni e sempione bis sulla rete ecologica regionale.