(di Ivano Ciccarelli)
Il precedente Governo Prodi, con il decreto legge n. 262 del 2006, affidava ad AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), SIAN (Sistema informativo agricolo nazionale) e Agenzia del Territorio, il compito di monitorare l’intero territorio nazionale tramite sopralluoghi, fotorilevamenti aerei e satellitari, con il preciso scopo di individuare “i fabbricati iscritti al catasto, terreni per i quali siano venuti meno i requisiti per il riconoscimento della ruralita’ ai fini fiscali, nonche’ quelli che non risultano dichiarati al catasto”. Un lavoro terminato nei primi mesi del 2010 e consegnato poi, al subentrante governo Berlusconi che, per fare “cassa”, li ha puntualmente sanati in una delle sue ultime Finanziarie.
I dati finali non sono stati resi noti, poiché questo vero e proprio condono edilizio è passato, come si suol dire, piuttosto in sordina. Viva Dio (quale non saprei, ma viva Dio!) qualcuno se ne è occupato, così che oggi conosciamo, pur nella sua parzialità, le dimensioni di questo dramma.
Al primo trimestre del 2008 sono stati esaminati 4219 comuni su 8103. Roberto Ippolito nel suo libro Evasori (ed. Bompiani, 2008) vi ha dedicato un intero capitolo, rendendo così noti i primi dati, a dir poco inquietanti. I fotorilevamenti ad oggi prodotti ed esaminati da AGEA, SIAN e AdT, parlano di un milione e 929mila immobili “ex rurali” occultati in Italia, cioè: sui registri comunali risultano come stalle, legnaie, fienili, porcilaie, granai, pollai, o ruderi agresti mentre in realtà sono diventate ville, anche con piscina. O case a schiera.
In questa graduatoria – parziale – dell’abusivismo “rurale”, spiccano le Province del Centro-Sud: Salerno con 93.389 immobili, segue Roma con 68.779. Poi Napoli con 59.859, Avellino con 55.161, Lecce con 52.454, Bari con 46.610, Palermo con 51.821 e Catania con 50.130. Al Nord si parte da Varese con 35.827, poi Torino con 35.655, a seguire Treviso con 31.324, Pavia con 30.032, et cetera.
Gli analisti dell’Area Controllo e Servizio Tecnico di AGEA, scrive Ippolito: “per dare una dimensione al fenomeno, parlano di una Lagos più Rio De Janeiro (favelas comprese) abusive sparse nel territorio rurale italiano”. Oltre al danno, cioè a tutto ciò che ne consegue in termini di devastazione ambientale, si aggiunge pure la beffa, quella di chi evade le tasse per abitazioni mai dichiarate come tali.
Il governo Berlusconi, optò per un semplice, frettoloso e al quanto silenzioso condono, l’ennesimo, se non vado errato e se questo degli abusi rurali lo si considera tale, dovrebbe essere il sesto dal 2000 ad oggi.
Questa stratosferica illegalità nell’edilizia suggerirebbe ben altro.
Ad esempio il prof. Ippolito evidenzia alcuni dati preoccupanti sui quali, un governo locale, regionale e centrale, dovrebbe riflettere seriamente per intervenire poi in modo altrettanto serio ed intransigente. Dunque, la suddetta indagine di AGEA, SIAN e Agenzia del Territorio, ci porta in tutte le provincie italiane e, in alcuni casi molto singolari, in alcuni comuni italiani; nella cittadina di Velletri in provincia di Roma, nei suoi 113 km2 gli abusi rurali riscontrati sfiorano i diecimila casi…
…bisogna avviare indagini negli uffici comunali tra funzionari e amministratori fin troppo evidentemente distratti o collusi (delle due, una!);
…bisogna mettere Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Vigili Urbani e Guardia Parco nelle condizioni di poter eseguire i controlli;
…bisogna individuare schedare e reprimere professionisti e ditte edili che eseguono lavori abusivi anche e soprattutto con manodopera immigrata, al nero (e che spesso dorme per mesi negli interrati dello stesso cantiere edile);
…bisogna controllare la vendita di cemento e ferro autorizandone all’acquisto i soli possessori di regolare autorizzazione edilizia etc. etc.
Sei condoni edilizi in nove anni per una ripetitività protetta. Satura di illegalità, riciclaggio di denaro sporco, corruzione, degrado, danni ambientali, feriti, mutilati e morti sul lavoro.
IIa Repubblica? Naaaaaaaaa!! Assolutamente no, questa è mafia di Stato!
E Monti? Che dice Monti?
(Ivano Ciccarelli)
boccaccia mia statte zitta, altrimenti mi arrestano per oltraggio allo Stato!