Un’iniziativa promossa dal gruppo consiliare di Italia dei Valori del comune di Milano e della zona 7, in collaborazione col gruppo Idv presso il consiglio regionale della Lombardia, parlerà di agricoltura nel capoluogo milanese e nel suo hinterland. L’evento (dal titolo emblematico, AGRICOLTURA a MILANO: RITORNO al FUTURO) è in programma sabato prossimo 25 febbraio presso la sala Alessi di Palazzo Marino, con inizio alle ore 9:45 e chiusura prevista per le 13:00.
Sembra un paradosso parlare di agricoltura a Milano. In realtà non lo è. La metropoli lombarda, che è sempre più proiettata verso l’EXPO del 2015 e che in nome di questo persegue affannosamente una continua crescita di spazi cementificati, ha una forte tradizione agricola. La periferia cittadina e l’intero hinterland ne sono ancora ricchi di esempi e testimonianze. Le numerose cascine, le risaie e i campi di grano e di granturco fanno ancora da cornice alla città. E i ritmi della terra e del lavoro contadino hanno sempre scandito la vita dei suoi abitanti, prima che la frenesia moderna arrivasse a dettare legge.
Rivalutare la terra e le radici contadine di Milano, questo è il senso della manifestazione promossa da IdV e che vedrà coinvolti esponenti di enti e associazioni sensibili al tema. Sono infatti previsti, tra gli altri, gli interventi di Paola Santeramo (presidente della Confederazione Agricoltori), Carlo Franciosi (presidente della Coldiretti di Milano, Monza e Brianza) e Stefano Barlassina del F.A.I.
FONTE:
QUANDO SONO NEL MIO ORTO COLGO L’ESSENZA E L’ESSENZIALE DELLA NOSTRE ESISTENZE ED IL VUOTO DEL FRENETICO QUOTIDIANO.LA FATICA SI FONDE CON QUEL CHE RESTA DELL’ANTICA BELLEZZA DEL PAESAGGIO CIRCOSTANTE CHE VORRESTI ABBRACCIARE PER CUSTODIRLO E SOTTRARLO PER L’ETERNITA’ALLE INGORDIGIE DI MINACCIOSE PRESENZE .L’AGRICOLTURA NON PIACE A MOLTI E A MOLTI SINDACI,PURTROPPO!
Le iniziative informative ritengo siano lodevoli e soprattutto impongono successivamente coerenza di comportamenti. Penso sia necessario approfondire con le Associazioni/Enti che interverranno il bisogno non più rimandabile di portare avanti una strategia univoca e concreta nei territori locali. Il lavoro da fare è complesso, ma si deve partire dal confronto con chi conduce ora la terra che non intravede l’opportunità. Si deve partire dalle sezioni delle associazioni locali, spesso destrutturate e solo formali.