Lettera al governo sul decreto legge su liberalizzazioni e infrastrutture

PRESIDENTE DEL CONSIGLIODEI MINISTRI
Prof. Mario Monti
MIN. PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
Prof. Lorenzo Ornaghi
MIN. ALL’AMBIENTE TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Prof. Corrado Clini
MIN. ALLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI
Prof. Mario Catania


Bra, 22 Febbraio 2012

OGGETTO: Decreto Legge sulla Concorrenza, le Liberalizzazioni e le Infrastrutture (n° 1/2012).


Illustrissimo signor Presidente del Consiglio,

Illustrissimi signori Ministri,

la Rete delle 589 Organizzazioni che danno vita al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e alla Campagna nazionale denominata “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori”, intende esprimerVi – attraverso questa comunicazione – la propria viva preoccupazione relativamente all’indicazione di alcuni principi elaborati con espressioni letterali che, nella loro generalità, si prestano ad interpretazioni oggettivamente ambigue e / o fuorvianti in ordine al Decreto-Legge n° 1/2012 all’oggetto indicato, segnatamente all’art.1 (Liberalizzazioni delle attività economiche e riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese), Titolo I (concorrenza), Capo I (norme generali sulle liberalizzazioni).

Parrebbe, infatti, secondo il dettato della lettera b) del comma primo dell’art. 1 citato, che l’abrogazione delle norme «che pongono divieti e restrizioni alle attività economiche non adeguati o non proporzionati alle finalità pubbliche perseguite, nonché le disposizioni di pianificazione e programmazione territoriale o temporale autoritativa con prevalente finalità economica o prevalente contenuto economico, che pongono limiti, programmi e controlli non ragionevoli, ovvero non adeguati ovvero non proporzionati rispetto alle finalità pubbliche dichiarate e che in particolare impediscono, condizionano o ritardano l’avvio di nuove attività economiche o l’ingresso di nuovi operatori economici ponendo un trattamento differenziato rispetto agli operatori già presenti sul mercato, operanti in contesti e condizioni analoghi», opererebbe in generale in ossequio al principio di libertà di iniziativa economica, come sancito dall’art.41 Cost., e di concorrenza, come sancito dal Trattato dell’Unione Europea.

La ratio del citato provvedimento desumibile dalle indicazioni del Titolo e dal Capo, totalmente avulsa e svincolata dalle prescrizioni contemplate in sede di “principi fondamentali” della nostra Carta Costituzionale, all’interno dei quali si rinviene l’art. 9, determinano perplessità non facilmente risolvibili.

Non v’é dubbio che nel quadro normativo delineato dal suddetto decreto-legge, la tutela dei beni culturali e del paesaggio, il benessere delle popolazioni, la salute, l’accessibilità ai beni comuni, sono destinati ad immiserire e persino scomparire se piegati esclusivamente alla logica delle esigenze della “crescita” e dello sviluppo economico tout court, con il rischio non solo di arrecare un enorme danno socio-culturale ma anche di compromettere irrimediabilmente il valore economico del paesaggio in quanto elemento essenziale in una politica di sviluppo sostenibile. In tal senso appare sostanzialmente inadeguata e comunque parziale la mitigazione inserita, come eccezione, al comma 2 dello stesso articolo ove si indicano i “possibili danni alla salute, all’ambiente …” e dove, in ogni caso, non è citato il paesaggio.

In un momento storico in cui, per motivazioni di varia natura, le Regioni tardano ad emanare i piani paesaggistici imposti dal Codice dei Beni culturali ed Ambientali e lo Stato non ha attivato i cosiddetti “poteri sostitutivi” affinché si ponga rimedio a tali gravi omissioni, si teme che la norma citata, nella sua indefinita estensione, possa costituire semplicemente alibi alla perpetuazione di tali inerzie con evidente violazione di principi e norme cogenti, finendo per aggravare le conseguenze derivate dalle deprecabili politiche dei “condoni” e dei “piani casa”.

Riteniamo che la previsione indicata possa innescare un meccanismo orientato ad enfatizzare la ricerca di un profitto a prescindere dalla più elementare osservanza di quelli che costituiscono i fondamenti su cui la stessa Comunità nazionale si riconosce.

Temiamo che la generalizzata spinta allo sviluppo economico – sanzionando di “irragionevolezza” gli strumenti di pianificazione territoriale esistenti – in relazione al progressivo degrado urbanistico, ambientale e paesaggistico che il nostro Paese subisce in maniera sempre più crescente, possa tradursi in un incentivo alla ricerca della massima valorizzazione della rendita fondiaria con evidente definitivo sacrificio dei valori che la nostra Costituzione riconosce tra i principi fondamentali.

Confidiamo che in sede di conversione in legge, il suddetto decreto-legge, approfondite le tematiche esposte ed analizzate le gravi conseguenze che ne deriverebbero, possa subire quelle necessarie modificazioni e specificazioni tali da renderne meno ambigui e più rassicuranti i contenuti.

Ringraziando le SS.LL. anticipatamente per l’attenzione che vorranno riservare alla presente lettera, porgiamo le nostre più vive cordialità restando in attesa di una cortese risposta e ponendoci sin d’ora a disposizione per ogni approfondimento necessario.


Per Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio

Vezio De Lucia, Maurizio Mattioli, Alessandro Mortarino

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Prima risposta alla nostra lettera
dal ministero dei Beni Culturali

Spettabili Associazioni e Cittadini aderenti al Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio

mi riferisco alla lettera dello scorso 22 febbraio, con la quale sono state portate all’attenzione del Ministro alcune considerazioni critiche in merito alle disposizioni dell’articolo 1 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, in materia di liberalizzazioni, ed è stata altresì manifestata la preoccupazione che il tenore della suddetta previsione normativa possa sottendere una visione del patrimonio culturale e dei temi attinenti alla sua tutela quali ostacoli allo sviluppo economico.

Al riguardo, mi sembra necessario anzitutto evidenziare come la disposizione citata preveda bensì, al comma 2, contrariamente a quanto esposto, una specifica eccezione alla “regola”, costituita dalla liberalizzazione, proprio con riferimento “(…) al paesaggio, al patrimonio artistico e culturale (…)“. Tale previsione si deve ad una espressa indicazione del Ministro, il quale ha ben presenti e condivide le preoccupazioni rappresentate da codesta Organizzazione.

Ciò premesso, vorrei esprimere, a nome mio personale e del Ministro, vivo apprezzamento nei confronti dell’attività del Forum e del contributo fornito, non solo concretamente allo studio e all’elaborazione di soluzioni al problema del consumo del suolo, ma anche, più in generale, alla crescita della coscienza civile e della sensibilità collettiva sui temi della tutela dei “beni comuni”, fra i quali occorre necessariamente includere anche l’ambiente, il paesaggio e le matrici ambientali.

Si tratta di questioni che il Ministro ha ritenuto di affrontare e di indicare quali prioritarie per la sua azione di governo nel corso dell’audizione nella 13ˆ Commissione del Senato della Repubblica che ha avuto luogo lo scorso 13 marzo. In tale occasione, il Ministro ha anche espresso pubblicamente il proprio plauso nei confronti dell’iniziativa del censimento del patrimonio edilizio esistente, recentemente avviata dal Forum, e che questa Amministrazione segue con molta attenzione.

Auspicando pertanto di poter stabilire una proficua collaborazione con codesta Organizzazione sui temi di comune interesse, mi è gradito porgere i miei più cordiali saluti.

Paolo Carpentieri
(capo dell’ufficio legislativo dei Beni culturali)

4 commenti

  1. La lettera esprime le perplessità di noi cittadini inquinati e senza verde urbano. Io non ho apprezzato anche la legge di Berlusconi per eliminare i vincoli per l’edilizia, scusate ora non ricordo precisamente. Segnalerò la vs. attività ad altri ambientalisti e amministratori.

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