MODENA. Raccontare il cemento che si prende poco alla volta città e paesi scomoda inevitabilmente i potenti di turno, che spesso cercando un appiglio, un’imprecisione, un errore, corrono dal giudice per chiedere risarcimenti milionari. Soprattutto per spezzare le ali della critica.
E’ quanto sta accadendo ancora una volta in questi giorni nella civilissima Modena, sulla carta patria della tolleranza e dell’accoglienza, sulle mappe terra di conquista di una urbanistica espansiva simile a tante altre parti d’Italia.
Così un giovane regista di 25 anni, Gabriele Veronesi, ha voluto raccontare Modena capoluogo oggi, leggendo da un punto di vista critico il documento “Modena futura”, voluto dal contestatissimo assessore all’urbanistica Daniele Sitta e tradotto in una serie di progetti edificatori che stanno scatenando furiose – e inutili – polemiche.
A Modena è sorto ad esempio un nuovo autodromo (a Marzaglia) che ha schivato lasciti, vincoli e ricorsi, con tanto di sgombero manu militari del centro sociale che aveva trovato posto in una casa colonica al centro dell’area cementificata.
A Modena stanno per sorgere palazzi sull’area dove pescano gli acquedotti di mezza provincia, in via Aristotele, e a Modena è stato scavato un parcheggio nell’area archeologica dell’ex ippodromo…
Cemento su cemento, che Veronesi ha documentato e presentato nei mesi scorsi con “Modena al cubo”.
Finchè pochi giorni fa è arrivato il sequestro del film, chiesto alla Procura di Modena dal sindaco in carica, l’avvocato penalista Giorgio Pighi.
Il sindaco contesta che in una prima versione del film (presentata in una sola occasione in un teatro cittadino), vi fosse riferito che il sindaco stesso aveva difeso una coop di costruttori in un processo per corruzione a Milano. Il sindaco aveva smentito, Veronesi aveva precauzionalmente tolto quel passaggio, ma la querela è partita ugualmente, con tanto di sequestro e iscrizione nel registro degli indagati del 25enne.
Il film epurato circola ugualmente su Youtube, il sindaco si dice vittima di falsità, ma nella rete si moltiplicano i gruppi: “Querelateci tutti” ha già raggiunto i cento aderenti. E ora tutti chiedono di poter mostrare il docu-film.
L’altra vicenda si consuma a Serramazzoni, alle porte dell’Appennino Modenese, sulla cui amministrazione da ultimo si è appuntata una ennesima inchiesta della magistratura, per il sospetto di infiltrazioni mafiose. Il sindaco (il cui difensore è lo studio Pighi di Modena) si frequentava regolarmente con il noto esponente di una cosca mafiosa (già condannato), il cui figlio gestiva in paese un’ importante opera in appalto pubblico. Da qui è partito lo spunto per una inchiesta di Report, pubblicata nella puntata dell’11 dicembre (“C’è chi dice no”).
La popolare trasmissione ha mostrato alcuni dei più noti casi giudiziari che hanno interessato un paese considerato “Il balcone sulla Val Padana” e di fatto trasformato in continui cantieri, buona parte dei quali finiti poi al centro delle indagini della magistratura: dalla nascita di palazzi previo abbattimento di edifici secolari e tutelati, allo sventramento di crinali panoramici per la conseguente nascita di quartieri mastodontici.
Che esito avranno le inchieste penali – Modena nel suo complesso non sempre si è rivelata efficace nel vigilare adeguatamente sul suo territorio – è tutto da vedere, Ma Report a Serramazzoni ha evidenziato intriganti coincidenze che ora (mentre il sindaco si riserva una querela) hanno spinto una nota ditta del paese a citare a giudizio tutti: la Rai, i giornalisti, gli intervistati…
Con la richiesta di un milione di euro di danni, formulata con l’assistenza di legali che in questi casi sanno ovviamente come fare… Anche qui la reazione è stata di sdegno. Ma l’effetto ci sarà: aggrapparsi ferocemente a qualche inesattezza, a qualche errore, per distruggere anche quanto di vero, inoppugnabile e ben più importante è venuto alla luce.
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Volete esprimere solidarietà a Gabriele Veronesi e alla redazione di Report?
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Credo bisogna usare ogni mezzo per appoggiare la libertà d’informazione. Chi è stato coinvolto in un servizio televisivo deve rispondere se, nella sostanza, tutto quanto è stato detto è falso e non, in modo furbesco, cercando di far tacere chi informa abusando dei mezzi legali (che, ricordiamocelo, non sono alla portata di tutte le borse). Che tutto questo avvenga in una regione che è stata spesso, nel passato, mostrata come esempio del vivere civile, fa male e demoralizza.
Resistere alla cementificazione e alla speculazione è un dovere di tutti. Finche solo pochi faranno sentire la loro voce, quei pochi rischieranno.
La solidarietà è dovuta come senso civico ma l’indignazione monta in quanto di casi analoghi è pieno il Belpaese…il movimento si faccia PROMOTORE DI UNA CAMPAGNA DIFFUSA SU TUTTO IL TERRITORIO PER DIFENDERE CHI…”DICE NO”…siano essi cittadini, comitati o quello sparuto numero di tecnici controcorrente. Dario
…per non parlare del grande affare”rotonde” : imperversano ovunque, anche in innnocui incroci di sentieri e mulattiere incombono grandi progetti di rotonde e relativi monumenti : giganteschi grappoli d’uva, metri di legno degni di un muratore colossale, orrende bacchette di shangai giganti, tubi di ferro…
Viva Gabriele Veronesi!
I sindaci lottizzatori e speculatori dovrebbero andare a zappare nei campi o a ramazzare le strade.
[…] la distruzione del territorio e manifesta il timore di infiltrazioni mafiose. Ho messo questo linkModena per fare conoscere la situazione creatasi nel modenese, perché lo vedano anche i nostri […]
anche a Bracciano ci sono stati cittadini che hanno segnalato e denunciato la distruzione del paesaggio per metterci palazzi, centri commerciali, per asfaltare prati… il sindaco e l’amministrazione in carica li hanno denunciati insieme alla RAI, con richiesta di risarcimento danni di 3 milioni di euro.
Tutta la pianura padana, e soprattutto lungo la via Emilia, negli ultimi decenni ha visto una enorme cementificazione volta ad urbanizzare e costruire case, capannoni e strade che spesso non facevano altro che generare corruzione ed affarismo e commistioni tra pubblico e privato
Anche se questi “rappresentati” politici si sentono al sicuro perchè coperti dai media mainstream, che continuano a celare quel che succede, la verità sta venendo fuori e si sta imponendo. Le persone sono sempre più consapevoli, e stanno iniziando ad ascoltare altre fonti d’informazione. Questa crisi non può che portarci a rivedere il nostro concetto di progresso, di sviluppo.
Solidarietà quindi a Veronesi e alla redazione di Report, con una certezza: siamo in tanti e sempre di più.
Re Mida voleva che tutto ciò che avrebbe toccato diventasse oro, così morì di fame. I Re Mida di oggi finiranno per masticare cemento, ma purtroppo anche noi, se non li fermiamo e salviamo le nostre campagne. Questa classe politica e questa mentalità da dinosauri va sradicata, democraticamente, e gli vanno chiesti i danni. Tutta la mia solidarietà a chi denuncia lo scempio di legalità e territorio.