La decisione sul progetto della linea ad alta velocità/capacità Torino-Lione non può essere liquidata perché già presa in modo definitivo e da ridurre, oramai, a un problema di ordine pubblico.
Legambiente lancia l’appello: chiediamo al Governo di ascoltare le voci del mondo scientifico che esprimono una visione diversa sulle priorità dell’opera e di incontrare subito le amministrazioni locali. La Tav non è un problema di ordine pubblico.
Firmate la petizione al fondo di questa pagina.
A questo link l’interessante “botta e risposta” di Legambiente al dossier del Governo che vorrebbe far apparire il progetto della Tav in Val Susa come indispensabile: Tav Torino – Lione: quello che il governo non dice
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Dopo anni di discussione il progetto di potenziamento dei collegamenti tra Francia e Italia si è ridotto alla realizzazione del solo Tunnel di base. Tutti gli altri interventi sono rinviati, persino come decisione, al 2023 e quindi stiamo parlando solo ed esclusivamente di cantieri per l’intervento più costoso e inutile per il rilancio del trasporto ferroviario merci e passeggeri lungo il Frejus.
Per questo motivo non è accettabile che si continui a presentare dati che dimostrano i vantaggi per il trasporto merci su ferrovia che si realizzerebbero attraverso il progetto, o l’accorciamento dei tempi per i treni ad alta velocità tra Torino e Lione, come tra Milano e Parigi. I numeri che vengono presentati sono infatti non veritieri. In primo luogo perché la realizzazione del solo tunnel avrebbe un incidenza minima rispetto ai tempi di percorrenza. Ma soprattutto, per quanto riguarda le merci, non vi potrà essere alcuno spostamento modale con la semplice apertura della nuova linea senza una politica del trasporto merci che punti a questo obiettivo, in Italia e negli spostamenti attraverso le Alpi. Di queste politiche e strategie non si ha alcuna notizia da parte del Governo. Al contrario, si discute di raddoppio del tunnel autostradale mentre la parte degli interventi realmente indispensabili per il rafforzamento della linea, quelli nel nodo di Torino e di Chambéry per il collegamento merci e passeggeri, sono rinviati e non finanziati. Eppure è qui che sarebbe più urgente intervenire per migliorare i collegamenti e la velocità delle percorrenze, come chiedono i pendolari, visto che la velocità media dei treni regionali tra le stazioni di Bussoleno e Torino Porta Nuova è di 60 km/h.
Inoltre, poche settimane fa, il Senato ha stralciato, come precedentemente aveva fatto la Camera, la ratifica del Protocollo Trasporti, con un voto che colloca l’Italia in aperto contrasto con le politiche di sostegno al trasporto ferroviario dei Paesi confinanti e sottoscrittori della Convenzione delle Alpi, che impegna le Parti ad evitare di realizzare nuove capacità stradali per l’attraversamento della catena alpina.
In un periodo di crisi economica scegliere di intervenire sulle opere realmente prioritarie è quanto mai fondamentale. E il progetto della linea alta velocità/capacità Torino-Lione è stata pensata più di 20 anni fa. In questi anni è cambiato il mondo, sono entrati in campo nuovi giganti economici, che, ridando un nuovo ruolo al Mediterraneo, hanno spostato l’asse principale dei traffici di merci da sud a nord, riducendo di molto quelli da ovest ad est. Mentre per il trasporto passeggeri è diventato, sulle medie distanze, sempre più competitivo il trasporto aereo.
Diversi studi dimostrano che la Torino – Lione non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto. Dal 2000 al 2010 il traffico totale (strada+ferrovia) di merci tra Francia e Italia è diminuito da 49,7 milioni di tonnellate/anno a 42,5, mentre quello con la Svizzera è cresciuto da 29,5 a 38,4, e quello con l’Austria da 58,3 a 66,4. Quello di transito, che più esplicitamente riguarda il corridoio 5, è sceso da 18,7 a 13,5 milioni di tonnellate/anno.
La nuova linea ferroviaria Torino-Lione, tra l’altro, attualmente percorsa da pochissimi treni passeggeri non sarebbe nemmeno ad Alta Velocità perché, essendo quasi interamente in galleria, la velocità massima di esercizio sarà di 220 km/h, con tratti a 160 e 120 km/h, come risulta dalla VIA presentata dalle Ferrovie Italiane. Per effetto del transito di treni passeggeri e merci, l’effettiva capacità della nuova linea ferroviaria Torino-Lione sarebbe praticamente identica a quella della linea storica, attualmente sottoutilizzata nonostante il suo ammodernamento terminato un anno fa e per il quale sono stati investiti da Italia e Francia circa 400 milioni di euro. La stessa Agenzia per l’Ambiente francese ha dichiarato che ammodernando l’attuale linea ferroviaria si potrebbe arrivare a gestire un traffico pari a 19 milioni di T/anno, a fronte oggi di circa 4 milioni di tonnellate (le Ferrovie dello Stato parlano addirittura di 32 milioni di tonn – Osservatorio Virano, Quaderno n.1, pag.32).
Infine le previsioni di sviluppo del volume di traffico (merci e passeggeri), dal punto di vista del conto economico, anche nella versione low cost, non giustificano l’investimento: la nuova linea sarà fonte continua di passività, che saranno a carico della finanza pubblica. La mancanza di un qualsivoglia piano finanziario non può che accrescere la nostra preoccupazione e contrarietà, soprattutto oggi, data la particolare congiuntura economica in cui versa l’Europa ed il nostro paese.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con una contrapposizione ideologica o di principio. Non siamo contro la modernizzazione del paese. Siamo per investire nelle opere e nelle infrastrutture che davvero servono.
Occorre individuare le priorità e la Torino-Lione non è una priorità, né per le merci, né per i passeggeri.
Investendo in un’opera inutile, come vogliono le lobby del cemento, si sottraggono preziose risorse ad altri settori ancora più strategici per il Paese: la sicurezza sismica ed idrogeologica, il trasporto pendolare e urbano, la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e gli investimenti sulle energie rinnovabili, il sostegno al lavoro giovanile e alla diminuzione del carico fiscale, la ricerca e l’innovazione tecnologica, la piccola e media impresa e la cultura.
Il costo totale del tunnel transfrontaliero di base e delle tratte nazionali, che non vengono nominate nell’attuale dibattito, è previsto intorno ai 20 miliardi di euro (e una prevedibile lievitazione fino a 30 miliardi e forse anche di più, per l’inevitabile adeguamento dei prezzi già avvenuto negli altri tratti di Alta Velocità realizzati), costo che penalizzerebbe l’economia italiana con un contributo al debito pubblico dello stesso ordine della manovra economica che il Governo Monti ha messo in atto per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria che il Paese attraversa.
Si dice poi che è l’Europa che ce lo chiede. Non é vero che é già tutto deciso e che ormai quest’opera é inevitabile. L’Unione Europea ha riaperto la questione dei fondi, dei progetti e delle priorità rispetto alle Reti Transeuropee ed é impegnata in un processo legislativo che finirà solo nel 2014. Esistono spazi per un ripensamento che non penalizzi l’interesse dell’Italia a sostenere lo sviluppo di infrastrutture utili. Inoltre, l’Accordo Intergovernativo e la sua parte finanziaria fra la Francia e l’Italia sarà ratificato solo dopo che sarà conosciuto l’intervento finanziario della UE, su cui al momento non vi è alcuna certezza.
Inoltre, la Lione-Torino non risulta ripresa nelle priorità infrastrutturali del governo francese e, da documenti LTF, si vede chiaramente che i lavori per la tratta francese sono eventualmente previsti per dopo il 2024.
Esistono poi dei costi sociali che non vanno sottovalutati. Lo scontro in atto in Val Susa tra istituzioni nazionali e popolazione locale, sostenuta dalla maggioranza degli amministratori e da un vasto movimento di opinione, ha raggiunto e superato il livello di guardia. La contrapposizione muscolare di questi mesi degenera sempre più in episodi di violenza e di esasperazione che stanno provocando danni incalcolabili nel fisico delle persone, nella coesione sociale, nella fiducia verso le istituzioni, nella vita e nella economia dell’intera valle. I problemi posti dal progetto di costruzione della linea ferroviaria ad alta capacità Torino-Lione non si risolvono con lanci di pietre e con comportamenti violenti. Da queste forme di violenza occorre prendere le distanze senza ambiguità, come condanniamo gli atti di intimidazione compiuti contro il Procuratore Caselli. Ma non ci si può fermare qui. Non basta deprecare la violenza se non si fa nulla per evitarla. La protesta della valle – di tante donne e tanti uomini, giovani e vecchi del tutto estranei ad ogni forma di violenza – non può essere ridotta a questione di ordine pubblico da delegare alle forze dell’ordine.
La contrapposizione e il conflitto possono essere superati solo da una politica intelligente, lungimirante e coraggiosa. Per questo rivolgiamo un invito pressante alla politica e alle autorità di governo ad avere responsabilità e coraggio. Si applichi a questa grande opera lo stesso coraggio e prudenza dimostrati con il Ponte sullo Stretto, un progetto inutile e a rischio finanziario, esattamente come questo.
Occorre una sede scientifica, priva di preclusioni ideologiche (da una parte e dall’altra) che valuti l’opera nelle mutate condizioni economiche e geopolitiche e dentro una scala di priorità nell’interesse del Paese. Siamo disponibili a contribuire ad una vera Analisi Costi Benefici dell’opera, in tutte le sue parti, che sviluppi un confronto comparativo tra le varie ipotesi e ne approfondisca le ricadute economiche e sociali, nonché quelle ambientali in termini di riduzione delle emissioni climalteranti e dell’inquinamento locale.
Per tutto ciò chiediamo che il Governo ascolti le autorevoli voci del mondo scientifico che esprimono una visione diversa sulle priorità e sulla strategicità dell’opera, andando al di là del lavoro dell’Osservatorio Virano, perché oggi si apre una questione diversa che non era nelle competenze di quell’organismo.
Chiediamo anche che il Governo incontri subito gli amministratori locali perché non si riduca il tutto a questione di ordine pubblico e non si metta definitivamente in discussione la coesione sociale del territorio. In questo senso, l’applicazione di misure di sorveglianza di tipo militare dei cantieri della nuova linea ferroviaria Torino-Lione ci sembra un’anomalia che va rimossa al più presto, anche per dimostrare all’Unione Europea la capacità dell’Italia di instaurare un vero dialogo con i cittadini, basato su valutazioni trasparenti e documentabili, così come previsto dalla Convezione di Århus2.
Oggi è possibile uscire con dignità da un progetto inutile, costoso e non privo di importanti conseguenze ambientali, anche per evitare di iniziare a realizzare un’opera che potrebbe essere completata solo assorbendo ingenti risorse da altri settori prioritari per la vita del Paese.
Esponenti del mondo della scienza, della cultura, della società civile che hanno aderito all’appello
Angelo Tartaglia (Politecnico Torino), Marco Vitale (Università degli Studi di Parma), Maria Rosa Vittadini (Prof. di Pianificazione del Trasporti, Università IUAV di Venezia) Luca Mercalli (climatologo), Sergio Ulgiati (Department of Sciences for the Environment University of Napoli), Salvatore Settis (archeologo e storico dell’arte), Alfredo Drufuca (ingegnere Pianificazione trasporti), Eliot Laniado (Politecnico Milano), Helmuth Moroder (city manager di Bolzano), Luca Giunti (tecnico naturalista), Dario Ballotta (Osservatorio nazionale liberalizzazione nei trasporti), Marcello Buiatti (Università Firenze – associazione Ambiente e Lavoro), Gianni Mattioli (Università La Sapienza, Roma), Ezio Manzini (Politecnico Milano), Giuliano Cannata (Università di Siena), Roberto Giangreco (biologo marino), Antonio Lumicisi (esperto statistica ), Longino Contoli (biologo CNR), Roberto Rizzo (giornalista scientifico), Giulio Conte (Istituto Ambiente Italia), Andrea Ferrante (Firab), Duccio Bianchi (istituto Ambiente Italia), Mario Zambrini (amminsitratore delegato Ambiente Italia), Stefano Donati (geologo), Alessandra Conversi (ISMAR – CNR), Massimo Scalia (Università di Roma, La Sapienza), Tito Viola (Biblioteca di Ortona, Chieti)
Vittorio Cogliati Dezza (Legambiente), Paolo Beni (Arci), Dominik Siegrist (Cipra Internazionale), Mauro Furlani (Pro Natura), Roberto Burdese (Slow Food Italia), Stefano Leoni ( Wwf), Gianluca Felicetti (LAV), Antonio Longo (Movimento Difesa del Cittadino), Licio Palazzini (Arci Servizio Civile), Pasquale D’Andrea (Presidente Nazionale Arciragazzi), Giulio Marcon (Sbilanciamoci), Francesco Pastorelli (CIPRA Italia), Capria (LIPU – BirdLife Italia), Oscar del Barba (Presidente CIPRA Italia), Marcello Cozzi, Gabriella Stramaccioni, Don Tonio Dell’Olio (ufficio di presidenza di Libera)
Leggete il libro di Ivan Cicconi: “Il libro nero sell’alta velocità”, sarà tutto chiaro di tante opere assurde, TAV compresa.
In realtà con queste opere inutili e il cosidetto project financing hanno scoperto la gallina dalle uova d’oro! Siamo noi che paghiamo e pagheremo tutto, perdendo ogni diritto.
Ma un po’ per volta i loro giochi saranno scoperti. Leggete “Il libro nero dell’altra velocità” di Ivan Cicconi. Saluti.
opera inutile e già fuori dal tempo. In una famiglia “normale” si rivedrebbero le priorità e si utilizzerebbero i fondi ad essa destinati ad esempio per le calamità naturali (anzichè andarli a pescare da accise sui carburanti). Ma l’Italia non è “una famiglia normale”.
aderisco a questo appello di buon senso
NO TAV
Aderisco
non vogliamo arrivare a lione in tre ore ma essere curati in ospedali efficenti,studiare in scuole sicure e arrivare al lavoro in orario
i miliardi del TAV spendeteli per un’italia migliore
debbono capire ed imparare che i CITTADINI hanno dei diritti che vanno rispettati ed ascoltati…potere al popolo!
NO TAV
se si capisce che il fare il tav è ormai cosa vecchia che non serve a nessuno,fare un passo indietro sarebbe da persone intellingenti
sempre NO TAV
sostengo convintamente e con forza l’appello.
Penso che al contrario da quanto stiano spacciando,il TAV sia proprio una di quelle cose che se mai verrà realizzata,ci farà perdere coscienza delle nostre reali possibilità di sviluppo ecosostenibile di cui abbiamo bisogno e con il quale potremmo realmente migliorare la nostra condizione sociale.
Concordo in tutto e per tutto con questo appello e lo sottoscrivo
penso che siete GRANDIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII…………….NO TAV !!!!!!
aderisco
Analizzando il progetto,si legge che è previsto un aumento delle patologie cardio-respiratorie pari al 10%-15% nella popolazione più debole,bambini ed anziani, in seguito alla realizzazione della TO-Lione(lo affermano i progettisti,no i notav).
Mi chiedo:chi pagherà per questo? Non è servita la sentenza Eternit di Casale?
Penso che come era uso nelle famiglie di un tempo, nei momenti di ristrettezze, si tagliava tutto il superfluo per far fronte solo all’indispensabile contando su quello che si aveva a disposizione. La stessa cosa andrebbe fatta con la TAV che di questi tempi risulta essere oltre che non voluta dalle popolazioni anche superflua, assolutamente non necessaria oltre che disastrosa per l’assetto del territorio che attraversa. Non si capisce e non si giustifica l’ottusa determinazione a fare un’opera contro la volontà del “popolo”. Ma allora questo “POPOLO” conta o no? E’ “sovrano” o succube dei politicanti che se ne riempiono la bocca solo quando serve a loro ? Se è “sovrano” deve esserne rispettata la volontà, tanto nel bene o nel male sarà sempre il”popolo” a dover pagare. Purtroppo in Italia sono molte, troppe le opere decise in “alto loco” con costi astronomici non giustificabili e non necessarie se non che per alimentare le speculazioni dei soliti furbi di cui, pare, sia piena la nostra penisola penisola.
questo non è progresso!!
no TAV . Non siamo pochi
Sperperare denaro pubblico facendo queste opere e poi chiedere ulteriori sacrifici mi sembra ssurdo! E’ ora che i governi cambino linea!!!
Che il Governo ci rappresenti! la priorità degli italiani non è certo la TAV e poi dicono che non ci sono i soldi per l’acqua pubblica ….
Sono favorevole ad una TAV sviluppata intelligentemente: che sfrutti strutture già esistenti da ammodernare e rispetti il territorio. I TGV francesi sono da anni in funzione e sono stupendi… tutto da imparare.
Attualmente come è impostato il progetto è solo business di pochi avvallato dallo Stato che invece dve perseguire fini di economicità, efficienza, efficacia e buona amministrazione.
Aderisco anch’io a questo appello di intelligente buon senso.
Non aspettavo altro che metterci la firma.Grazie!
sì, condivido pienamente, basta correre , basta coi mercati , guardiamo le persone….. :)
Siamo alle solite,rispetto di niente solo la mania di potere e accumulo di soldi. Ma quando sarà il momento è sempre una buca di metri 2×1 che aspetta queste persone. Cosa pensano di essere immortali?
serve solo il buonsenso.aderisco a questo appello,fermiamoli
Il governo dica se ha la capacità di elaborare dati in grado di sostenere questa follia. Finora gli unici dati sono quelli che ci dicono che è completamente inutile e dannosa.
Aderisco all’appello lanciato per evitare sprechi di denaro e rischi ambientali
L’unico sviluppo possibile sta nella salvaguardia della terra, dell’acqua, dell’aria e della vita.
Aderisco contro l’arroganza, la cecità, gli imbrogli di chi difende solo gli interessi di pochi, cancellando i diritti dei più.
Potrei avere il riferimento di una persona disposta a tenere un incontro riguardante NO TAV ma più in generale sulla democrazia dal basso.
Abito in provincia di Como. Grazie
finalmente ho avuto notizie tecniche e non ideologiche sulla TAV! penso che realizzarla sarebbe una vera ingiuria…al paesaggio e al buonsenso
Speriamo che possa servire
aderiAMO ALL’PPELLO
come la pensa chi vive lì deve contare più di ogni altra cosa
Salviamo sempre la natura…. è bellissima!
Opporsi alla TAV oggi è combattere contro la devastazione dell’ambiente, contro uno spreco immane di risorse, contro una politica che mette al primo posto gli interessi dei potentati economici ed all’ultimo quelli dei cittadini. E’ difendere il diritto di una popolazione a salvare il proprio habitat, anche se questo fosse in contrasto (e non lo è) con gli interessi generali. Ma opporsi alla TAV è soprattutto difendere la libertà di espressione e di dissenso, è schierarsi dalla parte della Democrazia opponendosi al tentativo di imporre la legge del più forte.
sono emilio vian e io e la mia famiglia abbiamo pagato pesantamente sulla nostra pelle cosa vuol dire essere confiscati,per fa<re posto ai binari dell "alta velocita(vewnezia padova). Ci siamo trovatri a lottare da soli contro mille pressioni,di ogni tipo,e alla fine abbiamo geduto,ci siamo trovati da soli anche quanda abbiamo denunciato con documunti visivi tutto il materiale nocivo usato(compreso l"amianto killer)disperso in ogni dove.
NO TAV
aderiamo
il buon senso e una visione ecologica del problema indicano nello stop al progetto l’ unica soluzione al problema e questo al di fuori di ogni diatriba politica
aderisco con convinzione a questo appello
Occorre ripartire con il dialogo, ma senza Virano
no tav
si a vera innovazione e incentivazione nuovissime tecnologie a tutti i livelli
aderisco a questo appello di buon senso
La T.A.V é un’assurdità e Loro lo sanno mooolto bene, ma devono andare avanti per motivi molto diversi da quelli che sbandierano.Inoltre io faccio una domanda molto banale ma evidentemente necessaria: se Loro sono lì per rappresentarci, perché non vogliono fare ciò che noi desideriamo?Perché non ci ascoltano? L’Italia va fatta come vogliono gli Italiani, non come vogliono poche centinaia di persone (i parlamentari sono veramente un numero esagerato!)chiuse in Parlamento.Quindi NO nucleare,NO TAV, NO privatizzazione dell’acqua,NO inceneritori. Se queste scelte si riveleranno sbagliate, pagheranno gli Italiani, ma almeno pagheranno per qualcosa che hanno DECISO LORO!!