Uno studio della Commissione Sanità del Senato censiva, alcuni anni fa, 132 ospedali in 16 diverse regioni italiane che risultavano incompiuti o terminati ma inutilizzati da molto tempo.
Naturalmente questo dato, da solo, non costituisce motivo sufficiente per smettere di progettarne di nuovi, ma dovrebbe almeno indurre le amministrazioni pubbliche che intendano intraprendere un’impresa del genere a studiare attentamente le esperienze negative di quella tragica casistica. Scoprirebbero così che compaiono sempre due semplici elementi comuni a raccordarle: da una parte la sottostima dei costi, che – dati alla mano- lievitano fino a dieci volte rispetto al preventivo iniziale; dall’altra la sovrastima delle capacità di reperimento delle risorse finanziarie necessarie.
È questo, volendo benevolmente escludere dal fenomeno elementi di illeciti e malaffare – che peraltro vede il nostro povero Paese all’avanguardia tra quelli occidentali, il combinato perverso che sta alla base questa immensa voragine in cui sono sprofondate molte decine di miliardi di euro.
Alba e Bra, in provincia di Cuneo, 30.000 abitanti ciascuno e distanti 20 chilometri tra loro, sono dotate ciascuna di proprie strutture ospedaliere ubicate in immobili ottocenteschi, anche se parzialmente ammodernati. L’aspirazione, se non la necessità, di dare ai rispettivi cittadini un Ospedale moderno – usufruibile anche da altri 100.000 abitanti nei comuni circostanti- è quindi sicuramente giustificabile.
Il fatto di costruire un solo ospedale già si presterebbe a qualche approfondimento, che esula però dagli argomenti trattati in questa sede.
Sulla scelta del sito fatta una decina di anni fa, invece, il giudizio non può che esprimersi attraverso un solo termine: demenziale!
Nel comune di Verduno, in un sito più o meno equidistante dai due centri cuneesi, si optò per una zona collinare ad alta valenza paesaggistica e, quel che più conta, in area geologicamente – e notoriamente! – molto fragile interessata da movimenti franosi attivi.
Tutto questo ha comportato una spesa di 45 milioni di euro per la sola messa in sicurezza del suolo ricorrendo a gigantesche fondazioni costituite da reti di palificazioni profonde fino a 50 metri.
Questo costo immenso si sarebbe potuto evitare ubicando la struttura 200 metri più a valle: ma evidentemente la scelta dei terreni costituì un ruolo fondamentale negli interessi dei privati che entrarono in gioco in quella prima fase.
A costruzione avviata amministratori e progettisti scoprirono poi che per accedere alla struttura ospedaliera era necessaria una strada di collegamento.
Tra le varie opzioni possibili si scelse, anche qui e per tragica coerenza con la scelta del sito del nuovo Ospedale, quella di maggior impatto paesaggistico, con notevole consumo di suolo agricolo e costosissima per la necessità di neutralizzare le forti criticità idrogeologiche.
Il progetto scelto dalla Provincia prevede un tracciato di 1.700 metri che si snoda a mezzacosta tagliando terreni agricoli di pregio, con una carreggiata larga 10 metri ma con una fascia di ulteriori 40 metri per consentire l’accesso per la manutenzione ai pozzi di drenaggio delle acque di versante: il tutto al costo – di preventivo iniziale – di 15 milioni di €.
La posizione dell’ Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero a questo riguardo è molto chiara. Sull’ubicazione del Nuovo Ospedale purtroppo non si può tornare indietro, quindi è necessario augurarsi che i lavori vadano a termine nel 2014 secondo le previsioni .
A questo proposito però alcuni segnali di pericolo si sono già manifestati: alla data in cui scriviamo i lavori sono sospesi da alcuni mesi per ritardi nei pagamenti da parte della ASL alle imprese costruttrici : la maledizione degli Ospedali incompiuti incombe anche su Verduno? Responsabilmente ci auguriamo di no, anzi, ne siamo certi!
Vorremmo però che scelte sbagliate del passato siano da riferimento per il presente e che quindi, riguardo alla strada di collegamento, si eviti un secondo, gravissimo errore di pianificazione del territorio e di spreco di pubblico denaro.
Abbiamo quindi proposto alla provincia di Cuneo un tracciato alternativo più breve, a minor impatto visuale e minor consumo si suolo, nonché più economico perché posizionato in zona con ridotte problematiche idrogeologiche.
La Provincia di Cuneo ha risposto negativamente alla nostra proposta, ma continueremo la battaglia.
Osservatorio per la Tutela del Paesaggio di Langhe e Roero / onlus
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MAPPA
La soluzione attualmente scelta dalla Provincia è quella (a destra) in verde, tra quelle individuate da E’ e E” (ipotesi quasi uguali poi scartate dalla stessa Povincia). Quella proposta dall’Osservatorio del Paesaggio è quella ( a sinistra) in rosso che parte dal punto C, prosegue per la rotonda A: di qui si stacca un ramo che si collega alla esistente strada che sale a Verduno (B) e il collegamento principale col futuro ospedale per i punti E, F, G dove si va ad innestare sullo stesso tracciato ipotizzato dalla Provincia.
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Credo che già il fatto che volontari cittadini seguano il tema sia cosa che fa piacere ma la voracità della congrega degli affari merita un’opposizione complessiva e politicamente studiata a livello nazionale perchè il problema si ripete ogniqual vota si tratta di fare opere pubbliche. Tenete duro…qualcuno comincia a capire anche la questione di verduno!!claudio
i problemi sono evidenti, in questo momento dopo la ripetizione dei saggi con le trivelle nella zona bricco-verduno stanno piantando un mucchio di picchetti per rilievi elettrici. ospedale di verduno, ovvero il massacro paesaggistico di una delle più belle vallate del Piemonte che avrebbe meritato la candidatura UNESCO, invece non è stata nemmeno proposta dai comuni di La Morra e Verduno.
Vi ringrazio dell’attenzione verso le problematiche del costruendo ospedale di Verduno. Più volte ho sollevato la discussione (anche su questo sito) e finalmente vedo crearsi un centro d’attenzione permanente che vigili almeno sulle prossime tappe di realizzazione dell’insieme delle strutture che gravitano attorno all’ospedale. Sono geologo esperto in realizzazione di opere sotterranee come le gallerie… vi evidenzio che a breve sarà dato il via alla realizzazione della galleria di Verduno dell’autostrada Asti-Cuneo il cui tracciato passerà pressoché sotto l’ospedale. Lo scavo avverrà in condizioni di forte instabilità in terreni solfatici e soggetti a carsismo condizioni queste che renderanno l’opera di difficile realizzazione con forte impatto sui costi. Inoltre, l’autostrada cementificherà la piana di Roddi sulla val Tanaro oggi area agricola pregiata… vivo a Verduno e sono a disposizione per un confronto tecnico. Riccardo Torri rm.torri@gmail.com