Un sito archeologico etrusco di grande valore completamente abbandonato e un grande Interporto per l’interscambio gomma/rotaia mai completato, quindi per metà inutilizzato.
E’ la storia di una doppia sconfitta per il paesaggio e la cultura toscana quella legata alla costruzione dell’Interporto Toscana Centrale nei comuni di Prato e Campi Bisenzio: durante i lavori di scavo per la costruzione dell’infrastruttura nel 1996 vennero alla luce i resti di una città etrusca, Gonfienti, databile tra il VI e il V sec. all’interno della quale fu rinvenuta anche una delle più grandi domus pre-romane mai scoperte. Il ritrovamento rallentò i lavori dell’Interporto che comunque proseguirono, anche se l’interconnessione, che avrebbe dovuto consentire alle merci provenienti su gomma dal porto di Livorno, di proseguire su rotaia mediante l’interscambio, non è mai stata completata e dunque l’Interporto è solo un grande deposito merci, in gran parte vuoto. L’area archeologica venne recintata e per un certo periodo gli scavi della domus furono visitabili su richiesta.
La scoperta archeologica era – ed è – di grande interesse per gli studiosi e per l’area di Prato può costituire una carta di grande valore da giocare sul tavolo del rilancio del turismo culturale. Tuttavia, da alcuni anni ormai, l’area archeologica è stata pressoché abbandonata dopo la messa in sicurezza dei reperti più importanti.
Per diversi anni il comitato locale guidato da Maila Ermini si è battuto per la valorizzazione di Gonfienti e ancora oggi chiede che l’area archeologica venga riaperta al pubblico, dopo una degna sistemazione; a tutt’oggi non è nemmeno segnalata. Come documentano queste foto, la zona si trova in totale abbandono. In più è ancora minacciata dalla possibile, ulteriore espansione dell’Interporto (società partecipata del Comune di Prato, delle Camere di Commercio di Prato e Firenze, della Regione Toscana, più altri soci) che vorrebbe riavere parte dei terreni che sono stati vincolati in seguito alla scoperta archeologica.
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MA QUESTO INTERPORTO VUOLE MANGIARSI ANCHE LA NOSTRA COSTITUZIONE?