Quando le prime foto hanno iniziato a diffondersi su internet l’incredulità è stato il sentimento più diffuso. Una strada abusiva in terra battuta era spuntata sul fianco della baia di Zaiana, in pieno Parco Nazionale del Gargano.
Siamo a Peschici, paesino in provincia di Foggia, nella baia di Zaiana, vero e proprio avamposto di una natura resistente da 40 anni alla cementazione dell’edilizia turistica che ha conquistato ettaro dopo ettaro tutta la costa. Neanche l’enorme incendio del 2007 che ha carbonizzato centinaia di ettari di costa è riuscito a piegare questa spiaggetta a misura d’uomo con alte mura di roccia a strapiombo sulla sabbia.
Veri e propri custodi di questo luogo sono da sempre gli austriaci Veronika, Carlo e Marco Pelikan che nonostante vivano nei mesi invernali a Vienna riescono a restare costantemente aggiornati sulla situazione.
Appena venuti a conoscenza della strada abusiva, si sono attivati immediatamente con un tamtam sul web che da Peschici è dilagato in tutta Italia nelle case dei tanti turisti che hanno avuto la fortuna di conoscere Zaiana. Da sempre i tre fratelli non perdono d’occhio questa baia, neanche d’inverno, grazie alla presenza di volontari, selezionati tra conoscenti, artisti, scrittori o persone alla ricerca di pace e isolamento che decidono di abitare la casa aggrappata su una parete di roccia.
Nella foto sotto: la strada abusiva
Veronika è una giornalista che dopo aver diretto testate nazionali ha fondato una casa editrice, Carlo è un compositore e lavora per radio e televisioni. I loro genitori, Karl e Irma (lui, di origine praghese con sangue tedesco, fondatore della Camera di Commercio austriaca in Italia; lei, traduttrice triestina) arrivarono sul Gargano nel 1957 dopo quattro giorni di viaggio. La loro meta era Capri, ma si fermarono prima, in Puglia.
Si addentrarono nel Promontorio ricco di boschi fino ad arrivare alla sua punta estrema, in un paesino di pastori e pescatori, Peschici. Così scoprirono Zaiana e decisero di acquistarne una porzione insieme ad un fazzoletto di terreno. Un suolo che domina la baia, sul quale hanno costruito una casetta bianca. Piccola e povera oggi come allora, “una delle poche strutture non abusive della costa – dice con orgoglio Veronika – fu costruita con tutte le autorizzazioni dai miei genitori, da loro amici venuti dall’Austria e persone del posto”.
Negli anni ’60 Zaiana era frequentata quasi esclusivamente da stranieri, diventando una delle prime spiagge italiane per naturisti. All’epoca in paese era conosciuta come “la spiaggia del diavolo”.
Nel corso degli anni, mentre buona parte della costa veniva invasa dal cemento, i Pelikan si sono sempre limitati ad un bar fatto con legna riportata a terra dal mare e capannelle in canne di bambù per i bagnanti. Una scelta coerente con un turismo ecosostenibile che in Austria è da sempre Vangelo ma in Italia stenta ancora a prendere piede.
La baia si trova in pieno Parco Nazionale del Gargano, a qualche metro di distanza dalla Grotta di Manaccora che conserva testimonianze dell’era del bronzo fino ad arrivare all’epoca romana. Ma questo non ha impedito la costruzione di varie opere abusive nelle sue vicinanze.
I Pelikan si sono spesi sempre in prima persona per salvaguardare questo luogo, rifiutando offerte di acquisto e resistendo ad atti di sabotaggio. Un travaglio che dura da almeno 20 anni e che ha avuto il suo momento più critico due anni fa con l’incendio a dicembre del chiosco.
Il messaggio sottinteso per anni diventò chiaro: i Pelikan dovevano lasciare Zaiana.
Veronika e Carlo hanno reagito denunciando la situazione pubblicamente. Decine di articoli si sono succeduti, raccogliendo consensi da parte di cittadini vicini e lontani e delle associazioni ambientaliste.
La notizia della strada abusiva ha prodotto una mobilitazione che ha assunto dimensioni inaspettate, costringendo anche i media locali più pigri ad occuparsene. L’eco è stata tale da aver convinto anche il settimanale l’Espresso a dedicare ultimamente una pagina alla baia. “È doloroso vedere Zaiana violata in questo modo ma mi rincuora che ci sia tanta gente che le vuole bene – dice Veronika –. L’abusivismo in quella baia è il sintomo di una malattia che sta distruggendo il Gargano”.
Domenico Vecera, sindaco alla guida di un’amministrazione di centrodestra, giura di aver saputo della strada abusiva soltanto dopo la realizzazione. Ma dalle istituzioni arrivano dure critiche verso il Comune, anche per la scelta di procedere al sequestro dell’area e alla denuncia contro ignoti. “In questo modo hanno vanificato le nostre indagini concentrate su una persona in particolare che adesso ha avuto tutto il tempo di sparire dalla circolazione”, ha dichiarato il Comandante del Corpo Forestale dello Stato Cosimo Chiumiento al quotidiano locale l’Attacco che ha seguito le vicende della baia dall’inizio.
Non è mai stato facile il rapporto dei Pelikan con Peschici, paese in cui esistono intrecci tra istituzioni e abusivismo calcificati nel tempo. Ne è un esempio il ruolo di vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici ricoperto fino al 2010 dall’attuale consigliere comunale Pdl Domenico Afferrante, avvocato del proprietario di un ristorante sorto abusivamente proprio nella baia di Zaiana.
Nonostante quello che è accaduto, i Pelikan assicurano che ci saranno anche questa estate. “Dopo un’attesa infinita abbiamo ottenuto l’autorizzazione a ricostruire il bar sul nostro terreno. La spiaggia resterà libera così come è giusto che sia e noi offriremo i servizi essenziali per i bagnanti”.
Francesco Bellizzi
Sono in totale accordo con la famiglia austriaca !
Coraggio e tenacia !’
Devono venire degli “stranieri” (con tutto il rispetto per loro perché per le politiche sociali ed ecologiche sono avanti anni luce) ad insegnarci come valorizzare il nostro territorio ?!? Il sindaco, tutta la giunta comunale ed il paese di Peschici devono vergognarsi di fronte l’Italia ed il mondo intero perché lasciare che un cosí bel posto venga rovinato solo per i soliti interessi mafiosi e dei singoli delinquenti mascherati da politici per bene é uno schifo !!! È orrendo pensare che a causa di poche persone che si arrichiscono in maniera illegale (l’abusivismo …), intere comunitá, un territorio intero debbano scontarne le conseguenze. Giro molto in Austria, Baviera e Sud Tirol e la cura, il rispetto per l’ambiente, l’ordine e la pulizia (legati al rispetto dell’ambiente e delle regole) assieme alla capacitá di valorizzare la natura che hanno a disposizione, sono attrattive per turisti da ogni parte del mondo e che portano soldi a tutta la comunitá. Qui in Italia, terra di individualismi, invece l’interesse dei pochi viene sempre anteposto a quello dei molti, generando situazioni vergognose (vedi abusivismo, incendi dolosi etc. …) ed un clima poco invitante per il turista. Benvenuti dunque a quegli stranieri che per loro cultura e principi di vita sanno rivalorizzare il nostro territorio alla faccia nostra e di tutta quella feccia immonda e lurida che con l’aiuto della mafia ci governa e ci racconta le solite balle demagogiche.
Grazie per essere amanti del bello ed a tutte le bestie che dicono che non si sia nulla da fare o che non si può cambiare la mentalità mafiosa dico solo : vergogna
ho avuto la fortuna di conoscere Carlo Pelikan,Sara e Zara, Carlo è nobile nel cuore e sicuramente vicerà questa battaglia perchè se non vincerà lui avremo perso tutti !!! Zaiana è un paradiso ed è ancora un paradiso solo grazie alla tenacia della famiglia Pelikan,a volte…questa volta…mi vergogno di essere italiano ! Grazie Carlo…
affascinato da questa spiaggia , dalla prima volta , ora e sempre nei nostri pensieri, grazie SIGNORI Pelikan per quello che avete fatto e soprattutto fate per questo angolo di paradiso
Ancora una volta devono venire dall’estero per darci una lezione di vita.
Noi meritiamo poco o niente delle risorse naturali che abbiamo, “siamo” delle merde.
Un grazie a tutti quelli della famiglia Pelikan. Tenete duro!
ci vorrebbero tante famiglie Pelikan quante sono le baie e le cale del Gargano.
GRAZIE MILLE PER QUELLO CHE FATE PER IL GARGANO!
per fortuna esistono austriaci, tedeschi e svizzeri. Senza di loro il Gargano oggi sarebbe una montagna di cemento.
Grazie di cuore da un pugliese in “esilio” lavorativo in pianura padana (purtroppo!)
Un esempio da seguire quello di Veronica Carlo e Marco, a difesa di una bellezza naturalistica patrimonio dell’umanità.
Carissimi Pelikan,grazie a voi la baia di Zaiana c’è ancora, respira,libera dall'”italico” cemento. Grazie!Vi vogliamo bene!