Due alberi monumentali abbattuti, nonostante la tutela del corpo forestale e l’affetto di molte persone. Interessi privati rivendicati a danno di un bene comune: il paesaggio.
“Il territorio è sotto attacco. Quest’abbattimento è solo l’ultimo dei gravi avvenimenti che si sono verificati ultimamente all’interno del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese”. Per quale motivo? Per quali interessi? Lo scrive in un comunicato stampa il Centro Studi Naturalistici “Nyctalus”, una Ong – Onlus di San Martino d’Agri (Pz).
Due alberi monumentali, due enormi cerri, sono stati abbattuti qualche settimana fa in località Milazzo nel Comune di San Chirico R., in una delle aree di maggior pregio del Parco. Che brutta cartolina il confronto tra il prima e il dopo di quest’atto “violento” nei confronti della natura e del territorio.
Poco importa se per molti rappresentavano un “luogo del cuore”, se la zona era oggetto di diverse campagne ambientaliste ad opera delle associazioni operanti sul territorio che ora si avviliscono del fatto di non essere riusciti a proteggerlo. Che beffa per coloro che sotto quelle fronde si sono ritrovati un anno fa per la Festa della Transumanza.
Non erano alberi che avevano solamente la naturale importanza ambientale e sanitaria: avevano qualcosa in più. Una storia ed un valore sentimentale: uno in particolare era conosciuto come “cerza bucata” a causa di un profondo squarcio alla base del tronco, causato molto probabilmente da un fulmine.
Come è stato possibile?
Due “giganti verdi” dalla circonferenza di oltre 5 m, censiti dal Corpo Forestale dello Stato, che ora ha posto sotto sequestro l’area, come alberi monumentali regionali di eccezionale valore storico. Ma come è stato possibile? Perché? Un taglio per ragioni economiche di produzione di legno: no, l’albero era completamente cavo all’interno, mentre altri vicini non lo erano.
Qualcuno potrebbe invece aver voluto rivendicare dei diritti sul territorio che considerano come una loro personale proprietà. Una devastante concezione di interessi privati su quella su quello che dovrebbe invece essere un bene pubblico, da conservare per l’interesse di tutti.
Errori e rabbia
L’ampliamento della strada di accesso all’area è stato un errore: più visibilità alla zona ma di contro più vulnerabilità. I i volontari del C.S.N. Nyctalus Ong – Onlus si augurano “che venga presto trovato e punito il responsabile di questo atto vandalico”, che ci sia ”un maggiore controllo sul territorio, che in maniera assolutamente chiara ed evidente, è purtroppo in balia di “delinquenti” senza scrupoli, ben più pericolosi dei tanto temuti lupi”.
La Valle dell’Agri, un luogo incantato della Basilicata, è colpita al cuore. Dal dispiacere e dalla rabbia per l’accaduto, speriamo si sviluppi una determinata ed efficace azione per la tutela del territorio e del paesaggio.
Centro Studi Naturalistici “Nyctalus”
oltre alle ferite che la nostra terra, il nostro lupo deve sopportare a causa delle trivelle, si aggiunge il taglio di alberi “PROTETTI” , ormai nn mi meraviglio più di nnt…..
Penso con dolore anche a tutti nostri alberi antichi sacrificati al passaggio dell’oleodotto ENI Viggiano-Taranto:INTERI BOSCHI SVENTRATI!UNA VERA STRAGE DI NATURA E DI STORIA!