A Treviso, nel Parco del fiume Sile, sorgono i Mulini Mandelli, immenso complesso artigianale nato nel XV secolo e abbandonato nel ’90 del secolo scorso.
L’iter è stato lungo (la variante al piano ambientale del Parco del Sile approvata dalla Regione, il via libera di Comune e Provincia) ma alla fine è arrivato il progetto di edificazione per l’area degli ex-Mulini Mandelli: la Giunta comunale ha dato il suo primo assenso e l’operazione immobiliare procede inesorabile verso la concretizzazione.
I tentativi di metter mano a quell’area si sono susseguiti nel corso degli anni: già in sede di osservazioni alla variante generale al P.R.G. del Comune di Treviso gli allora proprietari del complesso degli ex-mulini tentarono di ottenerne l’edificabilità ma la richiesta non venne accolta. Andò a vuoto anche un successivo tentativo, quello di far passare come intervento di “pubblico interesse” la realizzazione di condomini e villette nell’area degli ex-mulini.
Adesso, grazie alla variante voluta dall’Ente Parco, la cementificazione del prato retrostante gli ex-mulini Mandelli è diventata realtà.
Il progetto arrivato in giunta, pur ridimensionato rispetto alle proposte iniziali, prevede la realizzazione di quattro nuovi condomini nell’area verde che si estende alle spalle degli ex-mulini e che verrà, quindi, definitivamente compromessa, ridotta a giardino più o meno pubblico per i nuovi residenti, strappata alla sua vocazione di zona di ripristino della vegetazione tipica della zona rivierasca del Sile.
Gli ex-mulini verranno ristrutturati e destinati a residenza di lusso e servizi commerciali, direzionali e ricettivi e l’Ente Parco avrà come modestissima contropartita una nuova sede all’interno del complesso: un po’ poco a fronte di una colata di decine di migliaia di metri cubi di cemento a poche decine di metri dal Sile.
La chiamano eufemisticamente “Zona ad Urbanizzazione Controllata”, in realtà sarà la cementificazione, parziale fin che si vuole, dell’unica area verde di dimensioni significative sulla riva sinistra del Sile a Fiera, per decenni destinata a verde pubblico e che in 17 anni di amministrazione la Lega non ha mai voluto trasformare, appunto, in un parco pubblico.
Ora si dirà che per recuperare gli ex-mulini il proprietario ha bisogno di una contropartita, di costruire anche nuovi edifici e così si giustifica il fatto che un’area verde di pregio venga sottratta alla città ed ai cittadini.
Non è l’unico intervento edilizio previsto dalla variante al piano ambientale del parco del Sile approvata nel corso degli ultimi anni dalla Regione e poi dai comuni interessati, ma si tratta senz’altro dell’intervento più pesante sotto il profilo degli effetti ambientali. Non bastasse questo, una recente delibera del Consiglio dell’Ente Parco ha dato un primo parere favorevole alla urbanizzazione anche di una piccola area verde che si trova a poche decine di metri dagli ex-Mulini. L’area è quella compresa tra via Borin, via Alzaia e la tangenziale: si tratta di un terreno che arriva fino alle acque del Sile e che rappresenta un piccolo “ricordo” della destinazione a verde che in passato aveva l’intero comparto, dagli ex-mulini appunto fino alla tangenziale.
I pericoli per le rive del Sile non finiscono mai.
Luigi Calesso, Anna Mirra
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La cronistoria
Nel 2011 la Mandelli srl inoltrò il piano di recupero e riqualificazione urbanistica alla giunta di Treviso.
Nelle pagine on line del quotidiano di Treviso, La Tribuna, datato 8 giugno 2011 si leggeva:
“Alle spalle del piano, disegnato dallo studio Gulli di Padova, anni di pratiche, confronti con la Regione, varianti urbanistiche ai livelli più disparati. Sei anni di dibattiti, ma anche sei anni di polemiche accese da parte degli ambientalisti, tutti in trincea contro la «cementificazione del Sile». Il risultato? Come annunciato a suo tempo: restauro integrale degli edifici di valore, abbattimento e ricostruzione dei volumi deturpanti. Di qui il progetto, allargatosi anche nell’area verde alle spalle dell’ex complesso molitorio fino al confine con via Fratelli Benvenuto, a ovest. Il piano prevede innanzitutto il restauro dei mulini (lo stabile più alto) che verranno trasformati in una struttura ricettiva all’interno della quale ricavare anche una sala da cedere all’Ente Parco (che vi stabilirà, pare, una delle Porte previste dal piano urbanistico dell’ente). Il resto, ovvero le vecchie case operaie e i magazzini in mattoni che affacciano sulla Restera una volta eliminati tutti i «corpi di fabbrica deturpanti» e gli innesti edilizi privi di valore, diventeranno appartamenti di lusso con parcheggi privati e verde. Parecchio verde, almeno a giudicare dalla planimetria. Ed è proprio in quell’area, individuata a nord nell’area privata tra il Sile e le abitazioni lungo via Borin, che verranno trasferite le volumetrie abbattute dietro i mulini. Lì sorgeranno infatti quattro edifici di 9,5 metri d’altezza divisi in appartamenti e rivolti verso un cuore verde arricchito di piscina. Tutto il resto dell’area? Il terreno oggi chiuso tra mura di legno issate tre anni fa per evitare l’intrusione dei balordi, diventerà secondo i piani un’area verde a uso pubblico. Lì il progetto prevede di realizzare giardini, piste ciclo pedonali e due capannine: la prima (adibita a chiosco-ristoro) a pochi passi da via Alzaia; l’altra (nel cuore del parco) da trasformare in punto turistico informativo per il Parco. In tutto si tratta di un piano di riqualificazione da 66.452 metri cubi (46mila residenziali e 18 ricettivi) e 312 abitanti teorici, divisi tra residenti e frequentatori.
Oggi, a quasi un anno di distanza, si apprende che il via libera al progetto di riqualificazione sembra davvero sul punto di partire. Infatti sempre dalle colonne del quotidiano trevigiano, in data 3 aprile 2011, si legge:
“Passa in giunta il piano di recupero dei Mulini Mandelli, il complesso di archeologia industriale fra i più suggestivi della provincia che si affaccia sulla Restera a Fiera. L’ok del Comune al progetto, redatto dall’architetto Claudio Gulli, è avvenuto due settimane fa. Sono oltre 66 mila i metri quadri di superficie da riqualificare: quanto ai volumi, 44 mila metri cubi sono edifici storici e 31 mila metri cubi costruzioni recenti. Queste ultime saranno demolite perché deturpano il paesaggio. Al loro posto sorgeranno 4 complessi residenziali gemelli perpendicolari ai mulini, per evitare impatti troppo ingombranti rispetto alla visuale dell’intero complesso architettonico. Le palazzine faranno corona agli ex mulini, destinati a diventare un albergo di lusso in riva al Sile o, in subordine, un residence. Prevista anche una zona verde centrale con piscina, un’altra zona verde a est e a ovest. Una parte sarà destinata a parco, e a nord nascerà una zona parcheggio con 160 posti auto. Infine nuovi marciapiedi e piste ciclabili. Nella delibera che dà il via libera al piano, sono specificate le prescrizioni a cui si dovrà adeguare la ditta costruttrice. Fra queste un’organizzazione viaria che limiti il flusso di auto in zona parco del Sile, il rispetto in fase di recupero delle specificità degli edifici storici e il recupero e la ricomposizione delle parti alterate e non più riconoscibili del complesso dei vecchi mulini. E ancora: opere di riqualificazione ambientale nelle aree verdi vicine, il ripristino della vegetazione autoctona lungo lo Storga e il Sile per una distanza di 15 metri da ciascuna sponda e la sistemazione della vegetazione potenziale compresa fra la via d’accesso attuale e la sponda dello Storga. Il piano dovrà comunque ottenere il via libera della Sovrintendenza per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e degli erogatori di servizi (Aim, Enel e Telecom) cui sono state inviate le richieste di parere.”
Ma c’è chi non vede di buon occhio questo progetto, e critica la pesante ricaduta ambientale-paesaggistica nonché speculativa che tale realizzazione porterebbe sul territorio se l’opera fosse attuata.
Ad esempio tramite un comunicato stampa, riportato dal quotidiano on-line Treviso Today (21-05-2011-http://www.trevisotoday.it/politica/osservazioni-piano-recupero-ex-mulini-mandelli.html) l’associazione Un’altra Treviso, presenta delle osservazioni per la riduzione del danno del piano di recupero. Tra le righe del comunicato si legge:
“…chiediamo (punto 7 delle proposte) che l’edificazione venga concentrata nella zona Est dell’area verde, in modo da ridurre la porzione del comparto sottratta al verde: si tratta sicuramente dell’aspetto più importante perché l’attuale configurazione della nuova edificazione (allegata visione planimetrica dell’intervento) significa compromettere 2/3 dello spazio attualmente libero da costruzioni… di grande importanza, a nostro avviso, è anche la proposta (punto 9) che venga rivista la contropartita pubblica del Piano di Recupero, aumentandola sensibilmente, prevedendo una cessione anche al Comune di parte del complesso di archeologia industriale e quantificando in progetto il valore economico di tale contropartita… Particolare rilevanza ha, a nostro avviso, anche il problema dell’equilibrio idrogeologico dell’area interessata alla edificazione e di quelle limitrofe, equilibrio destinato inevitabilmente ad essere compromesso in mancanza di adeguati interventi di compensazione della cementificazione di vaste porzioni del comparto…Visto che l’area oggetto di intervento si trova in Sito di Interesse Comunitario – Zona di Protezione Speciale proponiamo ulteriori interventi per la salvaguardia della fauna: l’area verde non dovrebbe presentare recinzioni sui lati prospicienti via Fratelli Benvenuto e via Alzaia in modo tale da poter svolgere le funzioni di corridoio faunistico, non dovrebbero individuati percorsi pedonali predefiniti, né trovino posto aree per pic-nic o parchi giochi per bambini in modo da ridurre al minimo il disturbo antropico e compensare, almeno in questo modo, gli effetti derivanti dall’urbanizzazione, nel punto in cui la Storga passa da deflusso a pelo libero a deflusso intubato il sistema di grigliatura dovrebbe garantire il passaggio e la rimonta della fauna ittica…”
Ma anche i cittadini della provincia di Treviso non sembrano essere d’accordo con la realizzazione del progetto, come si legge, per esempio, nelle righe del blog “Genitori di Spresiano” (https://genitorispresiano.wordpress.com):
“Con la variante al Piano Ambientale approvata in Regione e successivamente recepita dai comuni interessati si è dato il via, infatti, ad una serie di interventi che, invece di portare all’abbattimento degli edifici esistenti a poca distanza dal Sile (in molti casi vecchi se non fatiscenti), ne consente sostanzialmente il “recupero”, cioè la realizzazione di nuove costruzioni. E’ con questa variante che si è decisa anche l’edificabilità della vasta area che si trova dietro gli ex-mulini Mandelli e che ancora la variante generale al P.R.G. di Treviso classificava come zona verde, l’unica di una certa consistenza lungo la riva sinistra del fiume in città. E’ grazie all’Ente Parco che i proprietari degli ex-mulini Mandelli (dopo alcuni tentativi falliti) potranno non solo ristrutturare gli edifici storici ma costruire quattro nuovi condomini a qualche decina di metri di distanza dalle rive del Sile…”
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26 giugno 2012
RESPINTE LE OSSERVAZIONI, VIA LIBERA ALLA CEMENTIFICAZIONE DEGLI EX-MULINI MANDELLI
Il quotidiano ” La Tribuna” di Treviso nell’edizione on-line del 26. 06.2012, riporta la denuncia dell’associazione Un’altra Treviso: «Nella riunione del 6 giugno la giunta Gobbo ha approvato le controdeduzioni alle osservazioni al piano di recupero dell’area degli ex-mulini Mandelli dando, di fatto, il via libera alla cementificazione dell’area sulle rive del Sile. L’unica osservazione accolta è quella, puramente tecnica e marginale, del progettista del piano di recupero mentre il “parziale accoglimento” delle nostre proposte è formale e ininfluente: sono state respinte tutte le richieste che avevamo formulato per ridurre il danno della operazione immobiliare».
Scarica il file pdf con le osservazioni (33 kb) >
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Vedi anche il blog di Un’altra Treviso:
http://unaltratreviso.blogspot.it/
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Foto © Marina Bottacin
X Francesco; forse questo link aiuta a rispondere alla tua domanda: http://unaltratreviso.blogspot.com/2012/09/direttore-dellente-parco-esposto-alla.html
in alcune zone d’Italia si distrugge e si altera il paesaggio e il suolo abusivamente con gravi sensi di colpa,
in veneto si distrugge e si altera il paesaggio e il suolo con tutte le autorizzazioni!
Risultato : alterazione del suolo, distruzione del paesaggio!
ma chi sono e chi ha messo li questi cialtroni dell’ente parco.
cosa ci fanno dei “mangia mangia” a difendere il territorio dai “mangia mangia”
ma come possono permettere i cittadini di treviso che pochi miseri figuri possano fare soldi facili alla faccia loro.