Una battaglia per Roma: 50 associazioni unite per salvare il paesaggio

SALVIAMO IL PAESAGGIO DI ROMA E PROVINCIA:
RESOCONTO DELL’INCONTRO CON I COMITATI

18 MAGGIO 2012
Città dell’Altreconomia – ROMA

Oltre 50 tra comitati e associazioni, tutti d’accordo per una “moratoria del cemento” di un anno, in attesa della proposta di legge popolare che il Forum nazionale Salviamo il paesaggio sta mettendo a punto.

L’iniziativa è stata rilanciata dai relatori del convegno organizzato dal Coordinamento romano del Forum venerdì 18 maggio, ospite della Città dell’Altra Economia per chiamare a raccolta tutti i soggetti aderenti, fare il punto della situazione e programmare i prossimi passaggi.

Il Forum ha iniziato un’opera culturale, i comitati e le associazioni devono diffondere questo messaggio, far capire a tutti che si tratta di una battaglia culturale: il Forum ha fatto del paesaggio un bene comune”, ha detto in apertura Mirella Belvisi, storica figura di Italia Nostra, protagonista di tante battaglie per salvare l’Agro Romano Antico dai ‘palazzinari’. Mirella ha aperto il convegno dopo la lettura della lettera di saluto di Carlo Bogliotti (Slow Food) del coordinamento nazionale del Forum.

Ogni giorno – ha ricordato Mirella – un pezzo di questo magnifico territorio, di questo meraviglioso paesaggio viene distrutto: Roma è un’emergenza nazionale. Perciò, propongo di fare un elenco delle convenzioni indegne che la Giunta Alemanno vuole far passare prima di lasciare il Campidoglio. Fermiamoli!”.

Il grido d’allarme di Mirella Belvisi è stato raccolto all’unanimità da tutti i presenti, rafforzato dalla relazione successiva, quella di Bernardino Romano, docente all’Università dell’Aquila, sul consumo di suolo in Italia: “A breve – ha esordito – ci dovremmo aspettare anche su questo tema una presenza negazionista”. Romano ha citato dati della recente ricerca Fai-Wwf, con cifre a dir poco aberranti: “L’entità di suolo consumato rappresenta già una soglia troppo avanzata”. E tra i suggerimenti ha affermato la necessità di “lavorare sulle aree dismesse”.

Di seguito sono stati affrontati più nel dettaglio i problemi legati alla città di Roma: Umberto De Martino, tra gli autori del piano regolatore della Provincia romana, ha sottolineato la necessità, per conservare il paesaggio, di agire su “area vasta, superiore ai confini comunali, di promuovere una pianificazione partecipata, considerando l’ambiente un bene diffuso in una logica di omogeneità e unitarietà.

Paolo Berdini, ingegnere e urbanista, consulente della Pubblica Amministrazione e membro nazionale del Wwf: “Il modello romano ha detto ‘basta alle regole, facciamo quello che ci pare’, un modello dissennato. Tiriamo una riga e diciamo ‘basta’ al modello romano: c’è tanto invenduto, fermiamo tutto per un anno, facciamo una moratoria e vediamo se c’è ancora da costruire. Un’economia virtuosa è l’unica che ci può salvare”. Da Berdini è giunta una suggestione inquietante: “I fondi derivati – ha spiegato – sono pari a 14 volte il Pil mondiale. Quale altro luogo, paesaggio questi fondi cercano per atterrare, se non le meravigliose città italiane? E soprattutto Roma. Questo volume cerca di atterrare sulla speculazione edilizia. Questo è il dramma che sta arrivando”. Berdini ha citato dati allarmanti su Roma e provincia. “Quale eredità ci lasciano i piani regolatori? E’ probabile che scoppi una bolla immobiliare. È quindi il momento di voltare pagina sul consumo di territorio”.

L’approccio di Emanuele Montini, giurista esperto di questioni urbanistiche, è andato dritto al cuore della Costituzione, suggerendo di invertire il punto di vista iniziando dal concetto di “compensazione: non più il diritto a costruire per gli edificatori (jus aedificandi), ma il diritto dei cittadini alla vivibilità ogni volta che si costruisce, il diritto alla salute, il diritto al paesaggio”. Montini ha citato in proposito l’articolo 36 della Costituzione sulla tutela della salute e l’articolo 44 su limiti e obblighi della proprietà terriera. Il giurista ha attaccato il Piano Casa perché “scippa la partecipazione alla pianificazione urbanistica”.

Infine, Orietta Rossini responsabile dell’Ara Pacis, ha tracciato un quadro del paesaggio archeologico urbano della Capitale, sollevando il problema del degrado e del danno erariale che comporta l’abusivismo delle decine di ristoratori ambulanti che causano al Comune di Roma una perdita di circa la metà degli incassi annuali dei Musei dei Fori Imperiali. Un esempio eclatante: i camion bar del Colosseo rendono cinquemila euro al giorno ciascuno!

Valeria Grilli, responsabile Ambiente Centro Italia del Fai, si è espressa con un intervento propositivo: Il Forum salviamo il paesaggio può essere la risposta collettiva e creativa alla crisi in cui versa il paesaggio contemporaneo italiano. Un luogo in cui ogni aspetto del nostro paesaggio venga celebrato con diversi strumenti di comunicazione. Il Forum potrebbe diventare un luogo non solo di incontro e scambio di opinioni, ma anche promotore di azioni positive in grado di incidere sulla realtà.

Al termine del convegno si è svolto un intenso dibattito al quale hanno partecipato i comitati e le associazioni presenti, portando testimonianze, approfondendo gli spunti emersi e sviluppando un programma di azioni da intraprendere.

Come obiettivo principale, Salviamo il paesaggio Roma e Provincia segue l’iter del censimento degli edifici vuoti sfitti inutilizzati, sollecitando richieste di incontro con gli assessori e le commissioni urbanistiche, segue e contribuisce alla proposta di legge nazionale e individuerà proposte di carattere legislativo o normativo a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale.

Il Coordinamento romano sosterrà anche ognuno dei temi condivisi di interesse generale e trasversale legati al consumo del suolo e all’obiettivo di un’economia virtuosa. Molti di questi sono stati enucleati durante l’incontro: cartellone selvaggio, raccolta differenziata, piani del verde come elemento importante della pianificazione urbanistica e non più solo un aspetto secondario dell’arredo di una città, perché parte integrante del suo paesaggio, ville storiche, orti urbani, parcheggi, mobilità sostenibile e in generale stop al consumo di suolo sia nell’agro che in città. Lo farà organizzando eventi per comunicare, esercitando pressione sulle istituzioni, sviluppando approfondimenti tecnici puntuali, creando raccordo fra le decine di comitati e associazioni che operano in una realtà sfaccettata e complessa come quella di Roma e del territorio circostante.

Per ultimo è stato lanciato un appello a partecipare alla battaglia per difendere il paesaggio e la salute dei cittadini dalle discariche temporanee nei territori ancora intatti intorno a Roma, in particolare presso la Villa Adriana, che si è conclusa con le dimissioni del Prefetto, mettendo per ora in salvo almeno il sito di Corcolle presso la residenza di Adriano. L’obiettivo prioritario di tutti i Comitati e della societa’ civile resta la raccolta differenziata, cosi’ come previsto dalle leggi europee.

Salviamo il paesaggio Roma continuera’ a vigilare affinché Villa Adriana non sia compromessa, dato che su di essa incombe ancora il progetto Nathan, 180mila metri cubi di cemento selvaggio; ne è testimonianza la struttura mai terminata di un edificio in cemento che insiste sulle Cascate di Tivoli, un vero e proprio “Fuenti del Lazio”: il Coordinamento di Roma intende assurgere quella veduta a simbolo da “restaurare” auspicandone l’abbattimento.

Ringraziamo per la grande collaborazione e partecipazione e mettiamo in agenda una riunione plenaria con i comitati durante il mese di Giugno.

Lista comitati presenti

Parco Aguzzano, Comitato Beni Comuni Roma XVI, Comitato Villa Blanc, No Pup Indignati, Italia Nostra, Comitato Fuoripista, Arcipelago Scec, Comitato Tor Carbone-Fotografia, Movimento Verso un Comune Virtuoso, Associazione Ottavo Colle, Basta Cartelloni, AMUSE Amici II Municipio, A.P. Per un’Altra Colombo, Slow Food, Movimento per la Decrescita Felice Circolo di Roma, Salviamo il paesaggio Latina, Comitato Piazza Vittorio Partecipata Comitati No Pup Roma, Salviamo Bracciano, Legambiente, Coordinamento Residenti Città Storica, Comitato di Quartiere Marconi, Cittadini Beni Comuni NO-I60, Comitati No Pup Da Vinci Indignati, Lavangaquadra (Nova Arcadia), Comitato Roma Si Muove, Sentinelle degli Alberi, Comitato Collina Lanciani, Insieme per l’Aniene, ViviamoVitinia, Brigate Verdi, Riprendiamoci Roma, CO.BRA.GOR., Zerowaste Lazio, Salviamo Labico, Viviamo Vitinia, Cdl Casal Fattoria Castel di Leva, Promoverde, Respiro Verde LegAlberi.

Info relativa agli argomenti trattati dove possibile:
Bernardino Romano :  http://www.planeco.org/staff/romano/romano.html#PUBBLICAZIONI
Paolo Berdini : http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/05/roma-e-dintorni-esplosione-metropolitana/

Il Coordinamento Salviamo il paesaggio Roma:
Barbara Bonomi, Cristana Mancinelli, Claudio Arbib, Massimo Livadiotti, Giovanni Li Volti, Stefano Salvi

Un commento

  1. Ho già scritto su Facebook parecchi commenti,,per ultimo a Giuseppe Damilano: condivido con te, con Salviamo il Paesaggio, con Consumo Zero e con alcuni settori dell’INU che si occupano di consumo e frammentazione del suolo questo problema. Ma se vogliamo effettivamente tutelare, mettere in sicurezza il nostro patrimonio architettonico e edilizio dobbiamo fare una seria politica del territorio soprattutto a livello regionale e conseguentemente comunale ma nelle dimensioni di sistemi urbani e territoriali intercomunali, metropolitani, di Comunità montane e rurali, visto che lo Stato ha abdicato a questa sua funzione (salvo sperare nel Ministero di Barca per la coesione territoriale?). Per fare questo è necessario però istituire nella formazione dei piani locali l’obbligatorietà dei comparti perequativi fondiari e trasferimento dei diritti edificabili, per rendere effettiva la prevenzione dei rischi, la riduzione della spesa pubblica per i costi di esproprio (e quindi la compensazione della rendita fondiaria) e la possibilità di effettuare interventi di ristrutturazione urbana ed ambientale. In tal modo si potrebbe dare slancio a questa nuova fase di riqualificazione territoriale con metodi, procedure e norme che è qui difficile da sintetizzare e bloccare le nuove espansioni anche puntuali come purtroppo avviene per i grandi centri commerciali e ora anche gli Stadi che sono un ulteriore esempio di incultura pianificatoria che non fanno che convalidare alla già conosciuta sudditanza dei cittadini impotenti e della politica, non più potente, alla finanza speculativa internazionale anche quella a carattere più localistico ma notevolmente diffusa, a causa di una politica corrotta e consenziente (anche con spreco di soldi pubblici), che in cambio di qualche “contentino” d’uso pubblico permette interventi di incrementale consumo di suolo, di congestione da traffico privato e da “cattedrali” consumistiche o di competizione sportiva per incrementare capitali finanziari privati con proprietà edilizie garantite anche per future generazioni data la loro trasformabilità d’uso. Non a caso accanto ai nuovi stadi si vorranno fare esercizi commerciali e..residenze. Questa è la pianificazione urbana e territoriale “nostrana” avvallata da tutti i partiti o quasi e dal governo tecnico (di economisti), anzichè realizzare parchi integrati di servizi nei quali far entrare anche i “privati” non speculativi e redditieri. Anzichè governare le “trasformazioni” pubbliche i nostri politici hanno interesse (lecito o illecito?) a lasciarsi governare dal “capitale” privato con qualche contentino pubblico. Manca il problem setting e si utilizza soltanto il solving? O manca la cultura e la tecnica del planning?

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