Come già si era verificato in passato per altri casi analoghi (in particolare per il caso ‘Palazzo Passarelli’, progetto in cui l’impresa costruttrice dovette abbattere un piano dopo decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, per una realizzazione di volumetrie eccessive rispetto alla normativa), ancora una volta si assiste al tentativo di realizzare un ecomostro in città.
E’ notizia di questi giorni che, in un nuovo quartiere, Cretarossa, vi è un tentativo di far nascere “un fiore di cemento di 9 piani”, così come denunciato da un Comitato civico, nato per contrastare il progetto nascente.
Il comitato, nominatosi ‘Difendi Cretarossa’, segnalava alcuni giorni fa come “in una area che il nuovo PUC classifica come FZ, spazi pubblici di ruolo locale (art.3 D.l. 1444/68)” stesse per nascere “un condominio di 9 piani più due piani interrati di garage”.
Questo, ancora, il dettaglio del comunicato del Comitato:
“Il Permesso di costruire n.° 1476, che consente questi lavori, è datato 2009, ed è stato rinnovato nel 2010. Da allora sono passati quasi due anni ed il permesso è da considerarsi decaduto, così come disposto dall’art 15 del DPR 380/01, in quanto dalla data della concessione fino a poche settimane fa non vi è stata alcuna traccia di inizio di lavori. La data presunta dell’inizio dei lavori, infatti, è solo del 14/06/2012, secondo la tabella esposta in cantiere. Inoltre, anche numerosi documenti video e fotografici, in possesso del comitato, possono dimostrare che i lavori alla data del 13/06/2012 non erano ancora iniziati.
Si rilevano, inoltre, altre significative irregolarità: che i lavori della costruenda struttura interessano alcune aree di proprietà di altre cooperative e che non risulta copia di autorizzazioni importanti, quali quella del Genio Civile, per l’autorizzazione sismica, prevista a norma dell’art. 17 e 18 capo 3 della legge 64 del 22/02/74 (e succ. mod. e integrazioni nazionali e regionali)”
Stavolta, rispetto ad altri casi analoghi come il caso Passarelli, le segnalazioni tempestive del Comitato ha fatto bloccare i lavori prima di arrivare alla costruzione dell’ecomostro.
Infatti, grazie al verbale degli accertatori del comune, il dirigente del Settore Urbanistica ha avviato il procedimento per dichiarazione della decadenza del permesso a costruire, dando i canonici trenta giorni ai richiedenti per le loro controdeduzioni. Vano il tentativo della Ditta costruttrice di procedere di gran lena, con lo sbancamento e le fondazioni, nei pochi giorni di “vacatio legis”.
Vi sono, poi, altri due punti meritevoli di riflessioni.
Il primo è la contraddizione del progetto con quanto scritto nel PUC. Pur essendo il PUC ancora in fase di approvazione vi è una palese contraddizione del progetto con quanto normato nel piano comunale, il quale prevede in quell’area la realizzazione di servizi e non di abitazioni. Va aggiunto, inoltre, che il permesso a costruire è stato dato quando la proposta di Puc era stata già approvata in Giunta comunale, nel febbraio del 2009. Né nelle successive adozioni e conferenze di servizi la destinazione dell’area è stata cambiata, per cui ancora oggi il Puc prevede la zona a servizi. Si può quindi operare in palese contraddizione con un piano urbanistico, pur non avendo questo terminato l’iter di approvazione?
Il secondo punto riguarda l’annosa questione dei terreni con “diritto di superficie” delle cooperative. Infatti per poter realizzare questo stabile, una curiosa convenzione, anni fa, era stata firmata dal Comune con la Ditta. In questa convenzione, il Comune si impegnava ad acquistare o espropriare un area – sulla quale altre cooperative hanno il diritto di superficie – per poter realizzare parcheggi funzionali alla cubatura del progetto in questione. E’ un punto questo assai complesso, ma si cela dietro questo tentativo, certamente, un escamotage per poter arrivare a cubature altrimenti impossibili.