Aggiornamento del 31 luglio 2012
CAVE E CEMENTIFICIO, UNA STORIA FINITA
(di Adele Consola, da QuiCaserta.it)
Pietravairano – Il sindaco di Pietravairano, Francesco Zarone, non ha accettato compromessi. Niente firma per l’accordo di programma. Le cave e il cementificio Moccia non si trasferiranno a Pietravairano.
Nessuna delocalizzazione delle Cave e Cementificio Moccia a Pietravairano. Il verdetto finale è stato sancito venerdi 27 luglio. Data in cui erano stati convocati, per la terza volta, tutti gli interessati in Regione per firmare un accordo di programma che avrebbe permesso lo spostamento degli impianti Moccia s.r.l. nella cittadina dell’alto casertano.
Com’è noto, la vicenda, che sta andando avanti a colpi di ricorsi ormai da anni, è arrivata al capolinea nel migliore dei modi, facendo prevalere soprattutto il buonsenso. “E’ il coronamento di 4 anni e mezzo di lavoro, – ha dichiarato a quiCaserta il sindaco Zarone – cominciato quando io ero all’opposizione. Un percorso che si conclude con il coronamento di un sogno per tutto il territorio dell’alto casertano”. Una caparbietà, quella del primo cittadino di Pietravairano, che ha fatto valere il volere dei cittadini, rappresentati dalla presidente del comitato civico, Maria Acquaro, che mai in questi anni ha lasciato solo Zarone nella lotta comune per la salvaguardia del territorio.
Tutto sarebbe potuto finire con il consenso del sindaco a modificare il Piano Regolatore Generale, questo, infatti, sarebbe stato l’unico modo per cui la delocalizzazione si sarebbe potuta porre in essere ma Pietravairano ha vinto la sua battaglia. “Ci saremmo augurati che fosse finito prima questo percorso, ma in questo modo abbiamo la certezza che la vittoria è solamente nostra. Ho intrapreso con forza un percorso fatto con e tra la gente; ascoltando e rispettando la gente”. Così, l’articolo 27 del Piano Regolatore Generale, l’ultimo dettaglio determinante per la vittoria, ha sancito un nulla di fatto per quanti credevano che le leggi si potevano aggirare.
___________________________________
LA CRONISTORIA
articolo del 25 febbraio 2012
Ecco un argomento che ha dell’incredibile: l’emergenza cave- cementificio a Pietravairano! Chi l’avrebbe mai detto?
Questo paesino dell’Alto Casertano, a nord del Volturno, “incastonato” in un bellissimo ambiente rurale, a digradare sul pendio del Monte Cajevola come un “presepe”, si è ritrovato a dover combattere la pretesa di un imprenditore del cemento di impiantare, proprio qui, in questa natura miracolosamente intatta, la sua industria devastatrice.
La ditta Moccia, dedita da molti decenni ad attività estrattive in Provincia di Caserta e nella Regione Campania, sta esaurendo le sue “risorse estrattive” nel territorio Casertano, nel quale ha provocato, insieme ad altri “cavaioli”, ingenti danni ambientali, pertanto è “costretta” a “delocalizzare” la sua attività a Monte Monaco di Pietravairano, devastando circa 300 ettari di terreno agricolo con l’insediamento di un mega-cementificio!
I cittadini di Pietravairano, ben coscienti dell’immane danno che avrebbe provocato questo “ambizioso” Progetto, si sono costituiti in Comitato Civico “per la tutela e la difesa di Pietravairano” e stanno promuovendo varie iniziative di carattere pubblico contro la DELOCALIZZAZIONE, impedendo così di devastare un ambiente incontaminato, per di più tutelato da leggi e da vincoli inderogabili !
In prossimità di Monte Monaco sono presenti, infatti, zone di interesse archeologico (teatro Sannitico) per i quali è stato siglato un protocollo d’intesa per le attività di scavo con l’Università di Lecce ancora in corso e un centro storico attualmente abitato, per il cui recupero il Comune di Pietravairano ha usufruito dei Finanziamenti Europei P.I.T. “itinerario Direttrice dei monti Trebulani- Matese” (16 gennaio 2004 ) per i quali non è consentito alcun intervento “invasivo” ed “offensivo” dell’ambiente e del territorio.
Inoltre, sotto il Monte Monaco passa una faglia sismica, la stessa che ha provocato vari terremoti con epicentro in Monte Monaco di Pietravairano, di cui i più recenti nel 2007 e nel Febbraio 2009 rilevati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
In base a studi effettuati da Geologi, risulta inevitabile che le “bombe” usate da Moccia per frantumare la roccia, contribuirebbero a provocare un irrimediabile dissesto idrogeologico della zona.
L’area di Monte Monaco, oggetto della proposta di delocalizzazione di cave e cementificio è, infatti, classificata in Zona “A4” AD ALTO RISCHIO IDROGEOLOGICO CON CONSEGUENTE PERICOLOSITA’ E RISCHIO FRANE (dal Progetto del “Piano stralcio di Rischio Idrogeologico” redatto dall’Autorità di Bacino Comparto Liri-Garigliano e Volturno come riportato nella tavola 6-CE allegata al PRAE.)
Tale vincolo idrogeologico, ai sensi della nuova legge sulla difesa del suolo n. 183/89, di cui le Autorità di Bacino hanno responsabilità, NON E’ DEROGABILE quanto più se si considerano gli ultimi disastri ambientali provocati in varie zone d’Italia da un dissesto idrogeologico preesistente!
Viene spontaneo chiedersi:se i cittadini non vogliono questo aleatorio “Progetto di Sviluppo” come mai la Moccia S.p.A. avanza la pretesa di manifestare proprio qui le sue intenzioni “espansionistiche”? Chi gli ha “promesso” di concedere l’autorizzazione a fare ciò?
Innanzitutto, la velleità di amministratori “megalomani” che hanno, purtroppo, governato Pietravairano nei decenni precedenti, i quali hanno “aperto le porte” a questo “signore” in cerca di “consensi”, poi gli “Enti preposti”, ben predisposti a favorirlo, concedendo piani regionali (PRAE), decreti (D.R. N.1500 del 18 -09 -2008) e relazioni “tecniche” senza le adeguate documentazioni, consentendo l’avvio di un iter procedurale amministrativo molto lungo, intrigato e controverso che, nell’ultima seduta della Conferenza dei Servizi, si è concluso a nostro favore!
Questa strenua lotta ha comportato sia da parte di noi cittadini che dell’attuale Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Francesco Zarone, un enorme dispendio di forze fisiche, psichiche ed economiche, per le quali andremmo risarciti!
La nostra salute e il nostro patrimonio valgono molto di più del “business” che vorrebbero realizzare a nostro discapito! Le risorse della nostra terra e di quanto le appartiene: le zolle, le pietre, i monti, gli alberi, le volpi, i cinghiali, le talpe, i lombrichi, i serpenti, i falchi pellegrini… sono patrimonio di un territorio che rivendica la sua storia e non vuole essere devastato alla stregua degli altri paesi “assassinati” nel casertano.
I cementifici, si sa, non sono affatto risorse di “primaria e pubblica utilità”, bensì sono fonte di lucro e fucina di interessi privati, oltre ad essere forieri di malattie respiratorie provocate dalle polveri sottili (nano-particelle) immesse nell’aria e sospinte dal vento, contro cui non c’è “filtro” che tenga!
Questa zona geografica fa da “corridoio” tra il Parco del Matese quello di Roccamonfina ed è una delle poche aree ancora incontaminate della Campania, dove natura e vita coesistono, rispettandosi reciprocamente.
Il territorio, prevalentemente pianeggiante, con insediamento di aziende zootecniche è coltivato a frumento, mais, erbai, oliveti e vigneti. Si tratta di una zona a vocazione agricola e agrituristica, che dà sostegno economico a molte famiglie.
Grazie all’ambiente incontaminato, ai prodotti locali genuini è rientrato di recente nell’istituito Parco delle Acque (L.R. n. 8 del 22 luglio 2008-) di cui fanno parte Riardo per l’acqua minerale Ferrarelle e Pratella per l’acqua Lete
In questi ultimi anni sono aumentati gli agriturismi e l’Amministrazione comunale di Pietravairano sta programmando un piano di sviluppo sostenibile in sinergia con gli altri comuni limitrofi che rientrano nei Parchi.
A conclusione, vogliamo riportare un passo di un documento della Comunità Europea: “Il territorio dell’UE è cosparso di aziende agricole e di foreste, due elementi vitali per la nostra salute e la nostra economia. La politica agricola comune dell’UE garantisce che agricoltura e tutela dell’ambiente procedano di pari passo, contribuisce allo sviluppo del tessuto socioeconomico delle comunità rurali e svolge un ruolo essenziale nella ricerca di soluzioni alle nuove sfide come i cambiamenti climatici, la gestione delle risorse idriche, le bioenergie e la biodiversità”.
A tal proposito ci preme ricordare, anche, l’Articolo 9 della nostra Costituzione:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”
Tutto ci fa ben sperare per una definitiva soluzione a nostro favore, con l’auspicio che il Presidente della Repubblica, a cui abbiamo sottoposto la questione e che ci ha assicurato la Sua Alta sorveglianza, garantisca il rispetto dei nostri diritti di cittadini, in difesa del proprio territorio.
Maria Acquaro
Presidente del Comitato Civico “per la tutela e la difesa di Pietravairano”
Foto area del tempio-teatro di età sannitica
Grazie e buon lavoro al Comitato tutela ambiente di Pietravairano che dopo aver subito una distruzione bellica, non puo’ essere anche vittima di un danno a discapito della salute dei cittadini e dell’immagine paesaggistica.
Sono contento se non ci sasanno cave né cementificio a Pietravairano, il paese che porto nel cuore da quando sono nato. Ma bisogna tenere alta la guardia contro l’indifferenza, e purtroppo la sempre più diffusa ignoranza, perché il meraviglioso paesaggio che conosciamo è a rischio continuo. Certo, come ho avuto modo di scrivere per questioni analoghe in Romagna, anche l’amore non dura e forse non è eterna la natura, ma è il loro rispetto che ci fa immortali…
PIETRAVAIRANO E’ IL PAESE DI MIO PADRE DOVE VIVONO MOLTI NOSTRI PARENTI
ORA LO RICORDERO’ ANCHE PER QUESTA SPLENDIDA BATTAGLIA