Agro Romano senza pace: a Paglian Casale 1 milione di metri cubi di cemento in area vincolata

Dopo la proposta di realizzazione della nuova discarica di Roma in località Solfarata, all’interno di un parco regionale (quello di Decima – Malafede) da parte del patron della gestione dei rifiuti nel Lazio, Sig. Manlio Cerroni, pensavamo di averle viste davvero tutte.

Purtroppo invece non è cosi, non c’è infatti pace per l’agro romano, visto sempre più come appannaggio di interessi privati.

Il 4 luglio è stato rilasciato dal Ministero per i beni e le attività culturali il nulla osta per la realizzazione del nuovo progetto di edilizia convenzionata in località Paglian Casale, formalmente all’interno del Comune di Roma (Municipio XII) anche se al confine con i comuni di Pomezia e Albano, nei pressi dell’incrocio fra le vie Ardeatina e dei Castelli Romani.

Fino a qui nulla di diverso da quello che possiamo vedere in gran parte del Comune di Roma e più in generale di tutto il Lazio, una corsa edificatoria senza precedenti, assolutamente irrazionale e ingiustificata visto il momento storico, caratterizzato dalla crisi economica e dalla conseguente paralisi del mercato immobiliare.

Oramai da più parti iniziano a levarsi domande e interrogativi sulla reale necessità di questo consumo di suolo, di campagna vergine, di risorse naturali.

Senza considerare che a Roma è record di case sfitte.

Con il progetto di lottizzazione di Paglian Casale tuttavia le ditte costruttrici sono riuscite ad andare oltre e a superare se stesse: 1.000.000 di metri cubi di cemento, in pratica una nuova città delle dimensioni di Frattocchie per circa 7.000 abitanti completamente all’interno di un territorio protetto dal vincolo paesaggistico dell’”Agro Romano” firmato nel 2010 dall’allora Ministro per i Beni e le attività culturali Bondi, appena due anni fa.

La vicenda ha del grottesco e dell’incredibile allo stesso tempo.

Infatti all’interno della relazione del vincolo è possibile leggere al paragrafo dedicato all’area di Paglian Casale: “L’ambito é identificato dal medio corso del Fosso della Falcognana, del Fosso dei Radicelli, e dell’estremo sud, del Fosso della Solforata, che scorrono tutti con andamento parallelo est-ovest, e dai tre ampi altopiani ondulati tra essi interclusi, con pendici sovente piuttosto acclivi, ma nude. Sia i fondovalle che gli altopiani sono infatti tenuti a seminativo nudo; qui più che mai determinando quel caratteristico paesaggio della Campagna Romana caratterizzato dal distendersi di amplissime estensioni ondulate, punteggiate da radi insediamenti rurali e scenograficamente dominate da profilo dei Colli Albani. Anticamente afferente alle tenute di Casal Giudeo, Porta medaglia, Schizzanello, Solforata e Solforatella, il territorio conserva resti di torri medievali e numerosi casali storici quali quelli: di Abbrucciato, di Ovile, di Paglian Casale, di Donna Olimpia, di Monte Migliore, della Solforata.”

Ci si chiede pertanto come possano essere compatibili 1.000.000 di metri cubi di cemento con il paesaggio tipico della Campagna Romana, meritevole di essere tutelato e valorizzato, caratterizzato da ampie estensioni ondulate punteggiate da radi insediamenti rurali da sempre a vocazione agricola per la loro fertilità?

L’Antro del Fauno, luogo cosi significativo per i fatti narrati addirittura nell’Eneide di Virgilio, non è che uno dei gioielli di questo territorio. Proprio nei pressi di Paglian Casale furono ritrovate le antiche iscrizioni alle parche e al Lar Aeneas sul luogo di un santuario latino di età arcaica.

La vocazione agricola dell’area risale addirittura al periodo cesariano, prima dell’inizio dell’Impero Romano, quando furono realizzate numerose fattorie e complessi rustici; come dimenticare il magnifico mosaico policromo proveniente da uno di questi complessi rustici, con una testa di medusa insieme ad un volto cangiante (un giovane che capovolto assume le sembianze di un vecchio) ora esposto al Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano!

Uno dei pochi territori vergini dell’agro romano, quello di Paglian Casale, ancora intatti che il Ministero, dopo aver vincolato (e quindi posto sotto tutela) sceglie di non proteggere, di snaturare completamente e di sacrificare a vantaggio della speculazione edilizia.

L’ennesimo esempio di territorio di notevole interesse pubblico piegato alla volontà degli interessi dei soliti noti, i costruttori romani.

Come può permettere la soprintendenza una cosa simile? Come è possibile che la Direzione regionale per il Lazio del Ministero per i beni culturali non difenda ciò che lei stessa ha posto sotto tutela appena due anni fa? E’ stato rispettato l’articolo 9 della Costituzione, secondo la quale la Repubblica tutela il Paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione?

I dubbi e le perplessità, però non finiscono qui e gettano nuove inquietudini su questa scelta: che contraccolpi subirà la viabilità della zona già pesantemente compromessa da un traffico veicolare sovradimensionato? Sarà ancora possibile percorrere la via Ardeatina tra Santa Palomba e Roma, una via mai rimodernata e ancora dimensionata secondo i volumi di traffico degli anni sessanta? Quali saranno i tempi di percorrenza fra Pomezia e Albano, già oggi spesso assolutamente improponibili su via dei Castelli Romani e soprattutto a quali peripezie dovranno sacrificarsi i pendolari della nostra zona che tutti i giorni dovranno recarsi alla stazione di Santa Palomba e trovare un numero di viaggiatori verso la capitale (già oggi tantissimi e spesso costretti a viaggiare in condizioni di notevole disagio) molto maggiore per la presenza del nuovo enorme insediamento abitativo?

L’Associazione “Latium Vetus” si augura che il buon senso porti a dei ripensamenti e che si cominci veramente ad attuare una seria tutela di quei territori, essa è comunque pronta a a dare battaglia nelle sedi istituzionali più opportune.

Si comincia il 17 agosto quando scadranno i termini per presentare alla Regione Lazio le osservazioni alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).

Associazione Latium Vetus
associazionelatiumvetus@gmail.com

 

(foto in alto © Cristian Martinelli)

6 commenti

  1. APPROVATO DALLA SIGNORA RENATA POLVERINI….6 GIORNI PRIMA DI LASCIARE L’INCARICO.
    LA POLITICA CONTRO I CITTADINI, CONTRO IL TERRITORIO, CONTRO LA SALUTE PUBBLICA. SINISTRA, DESTRA E CENTRO..TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE!!

  2. I poteri forti oramai è come se avessero dichiarato guerra ai cittadini. Per loro siamo indiani e loro i conquistadores a cui regalare le perline e rapinare il loro territorio!

  3. Basta!!!! Palozzi e la sua giunta lo scorso anno hanno dato il via libera per un milione di metri cubi in via del Divino Amore (tra S.Maria delle Mole e Frattocchie) per 15.000 abitanti complessivi.
    Ci stiamo opponendo con tutte le nostre forze a questo scempio di oltre 150 ettari di Agro Romano.
    In zone adiacenti, da Porta Medaglia a S.Palomba, la storia non cambia.
    Gli interessei di politici, dal PD al PDL passando per l’UDC ciocchettiano, collimano con quelli dei grandi costruttori.

    E’ ora di dirlo chiaro: nessuno di noi nella fascia 20-40 anni c’ha mille euro al mese di mutuo da accollarsi per 20-30 anni (e neanche te lo danno, coi contratti di merda che ci fanno…).

    Ci sono oltre 200.000 appartamenti sfitti solo a Roma e la gente viene continuamente sfrattata o fa i salti mortali per mantenersi un buco in periferia. Il 25% del patrimonio immobiliare è in mao al Vaticano e alla sue controllate.

    Sono almeno 10 anni che costruiscono a rotta di collo. Basta farsi un giro del raccordo e ricordarsi come era poco tempo fa. La città metropolitana si unisce sempre più alla provincia, uno attaccato all’altro, sempre meno verde, più cemento, più traffico, rumore, inquinamento, nevrosi, tempo perso, tumori.

    Senza un luogo d’aggregazione, senza asili, attività culturali, piazze degne di questo nome (ma un posto per costruire chiese sempre più deserte lo si trova sempre…).

    I luoghi sociali del terzo millennio, dove nessuno mette piede o si domanda che esistono a fare: sale slot a bestia, compro oro idem…

    Il cemento è riciclaggio. Il riciclaggio è mafia. La mafia è la politica partitica, controllo del potere, condizionamento socio-culturale e cancrena che si oppone a qualsiasi radicale cambiamento della situazione.

    Basta scrivere appelli, fare raccolte firme, traccheggiare con termini ambigui.

    Hanno veramente stufato. Il problema è che alla maggior parte della gente o non frega nulla o si sente già sconfitta in partenza, altrimenti i vari X, Y, Z del cemento romano sarebbero già scappati a gambe levate!

  4. buongiorno

    temo che sul buon senso “spontaneo” ci sia poco da sperare: in determinati personaggi che popolano le nostre istituzioni di vario ordine e grado il buon senso, in questi casi, può nascere solo a fronte di una decisa presa di posizione da parte dei cittadini e di esponenti della cultura, accompagnata se occorre da azioni legali, come è avvenuto di recente con i comitati anti – discarica, altrimenti questa gente proseguirà diritta lungo la propria strada, perseguendo unicamente i propri interessi, senza curarsi di niente altro, al di là di un apparente, formale (ma non sostanziale) rispetto delle procedure
    riguardo al Min. dei Beni culturali – soprintendenza, senza fare di tutta l’erba un fascio viene da dire che accanto a funzionari che lottano con coraggio e determinazione per difendere il patrimonio storico loro affidato ve ne sono altri che (almeno visti “dall’uomo della strada) sembrano avere smarrito il senso della propria missione istituzionale, ammesso che mai lo abbiano avuto
    credo che occorra quindi prepararsi a dare battaglia ed in questo senso prego l’associazione Latium Vetus di voler dare la massima diffusione alle iniziative che intenderà promuovere, alle quali non mancherò di dare adesione come spero molti altri;
    per quanto mi riguarda sono disposto ad autotassarmi per sosterere un’azione legale se (come temo) sarà necessaria
    nell’occasione segnalo per ogni buon fine che a fare data almeno dal 2006 diverse sentenze del Tar del Lazio e di altre Regioni, poi confermate dal Consiglio di Stato, hanno definito il concetto di “cornice ambientale” intesa (riassumendo un pò rozzamente il contenuto delle relative sentenze, come la parte di territorio circostante un bene storico / archeologico che ne costituisce il naturale contesto ed è in sotanza parte integrante del bene stesso, e come questo deve essere vincolato (se può essere utile ho “messo da parte” alcune di queste sentenze)
    infine una domanda non conoscendo questo tipo di procedure non ho compreso bene l’ultimo passaggio dell’articolo) : dal 17 agosto decorre il termine per presentare le osservazioni ovvero è il termine ultimo per la presentazione delle stesse ?
    (Grazie a chi vorrà cortesemente chiarire questo dettaglio)
    Cordiali saluti

  5. No alla cementificazione selvaggia! Basta dobbiamo difenderci dalle ferocia di chi vuole costruire solo per lucro!!!la natura va rispettata!

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