La segnalazione della triste storia del Bosco Difesa Grande a Gravina in Puglia, tra incuranza ed incendi che stanno distruggendo un patrimonio ambientale unico.
Il Bosco Difesa Grande di Gravina in Puglia è uno dei complessi naturalistici della regione meno boscata d’Italia e sicuramente il più importante della provincia di Bari. E’ un Sito d’Interesse Comunitario (Rete Natura 2000) sin dal 1998 e racchiude specie floristiche e faunistiche davvero rare per quella zona. E’ probabilmente l’area con la maggior concentrazione di specie di quercie autoctone d’Italia (ben 6).
Il bosco è da decenni senza gestione forestale e ogni anno (con un certo ritardo) si presenta un piano antincendio ma mai un piano di prevenzione, il risultato è che il bosco tutti gli anni per mano di ignoti è percorso dal fuoco. Il 30 giugno scorso, è iniziata la stagione dei fuochi per il Difesa Grande, ma questa volta il fuoco si è propagato per 4 giorni percorrendo ben 800 ettari dei suoi 1800. Una catastrofe sulla quale i media nazionali hanno taciuto e su cui ci si domanda: Cosa è accaduto? Cosa ne sarà di questo sito?
Alcuni cittadini di Gravina si sono mobilitati per ottenere quelle famose risposte e per sensibilizzare il resto della cittadinanza all’amore per questo angolo di paradiso costituendo un movimento denominato “Bosco-Città, Io ci tengo!”. “Sarà una lotta dura” – scrive il comitato – “ma ci teniamo fortemente ad ottenere dei risultati. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e che ciò che è accaduto a Gravina non resti circoscritto ai soli cittadini perché un’area verde è un bene di tutti. Faremo diverse iniziative e vi invito a seguirci ed a non lasciare che altri luoghi subiscano ciò che in questi decenni ha subito questo bellissimo bosco per uno splendido caso di indifferenza“.
Un video prodotto dal comitato mostra quel che resta dell’amato bosco:
Aggiornamenti ed approfondimenti
si trovano sulla pagina del gruppo su
Facebook “Bosco – Città“
e tutte le tartarughe, serpenti nidi di uccelli e fauna in genere che è morta nell’incendio? e che certo non tornerà per qualche anni almeno!!
Peccato davvero peccato, e quando sarà bruciato l’ultimo albero, ci ripareremo all’ombra delle nuvole
Che vergogna. Non è possibile definire “amministratore” chi se ne frega dei beni che dovrebbe amministrare e tutelare. Per fortuna che alcuni cittadini fanno le veci di questi poveracci.
Bravi
La stessa cosa é successa alla pineta di Casalbordino Lido. Nonostante siano stanziati qualche decina di di migliaia di euro, nonostante la possibilità di coinvolgere la scuola agraria di un paese vicino, non é stato fatto nulla. Ho saputo che vogliono costruire delle palazzine non nell’area della pineta, quella arriverà per ultimo, ma sempre lungo il lungomare. Ma non c’erano vincoli di tutela delle coste (ossia di costruire in un’area inferiore a 500 metri dalla costa)? E inoltre il fatto che un’area bruci consente ancora, come negli anni ’70 il cambio di destinazione d’uso delle aree rendendole edificabili? Comunque sono sempre perplessa sul fatto che gli interessi di pochi (i costruttori) prevalgano sugli interessi ormai di molti (i cittadini). Saluti.
Forza ragazzi siamo con voi…..
non fermatevi….
“NOI CI TENIAMO”…
ps: il video mi ha commosso!!!!