di Davide Bono
Parella è un piccolo comune del Canavese, in Provincia di Torino, con poco più di 450 abitanti. Un nostro simpatizzante ci ha chiamato, avvisandoci di modifiche al piano regolatore generale fortemente impattanti sul territorio.
La variante, ratificata dalla Regione Piemonte dopo una serie di richieste di modifiche, prevede la realizzazione di nuovi edifici residenziali, anche in prossimità di aree a rischio idrogeologico e non dotate dei servizi essenziali, e produttivi.
Peccato che sul territorio vi siano ancora 45 immobili vuoti da destinare al residenziale e diverse aree produttive già esistenti ed in avanzato stato di abbandono.
Il Sindaco del Comune di Parella – che ci ha ricevuto e ha cercato di rassicurarci sulla reale portata degli interventi – e l’amministratore delegato della Manital, Graziano Cimadom, già ex sindaco diessino di Ivrea, hanno presentato al pubblico in pompa magna la progettazione dell’insediamento cosiddetto “parco agricolo”, che già di per sè suona contradditorio (anche se ormai esistono i parchi fotovoltaici, i parchi eolici e i parchi industriali).
Il progetto avrebbe come fulcro il recupero dello storico Castello di Parella– già acquistato con asta fallimentare dalla Manital – dal costo di oltre 1,2 milioni di euro con la creazione al suo interno di un hotel di charme e di un ristorante d’eccellenza, ma anche l’edificazione di nuovi locali per la “trasformazione” dei prodotti agricoli tipici locali, di gelaterie, panetterie, salumifici, di una “fattoria didattica”, di serre e di un bio-lago (neologismo che crediamo rappresenti un lago particolarmente pieno di vita immaginiamo?).
L’amministratore delegato della Manital, azienda di esternalizzazione nata dalle ceneri della Olivetti, ha definito “non speculativa” l’iniziativa edificatoria di prossima realizzazione e parla di edificazione del solo 5% e di “ricadute positive in termini economici”.
Al riguardo abbiamo interrogato la Giunta Regionale per sapere come mai abbia approvato la variante senza alcuna modifica riguardo alle aree oggetto di perplessità, disattendendo il precedente parere negativo della Direzione Regionale Programmazione Strategica. Inoltre l’incremento di aree produttive risulta ingiustificato, poiché il PTCP della Provincia di Torino non inserisce il Comune di Parella in alcun bacino di valorizzazione produttiva. La Giunta ci ha riposto al suo solito modo, affermando che non vi è nessuna “divaricazione” tra parere e approvazione, minimizzando la questione.
Svariati cittadini e l’associazione Legambiente però hanno presentato ricorso, attualmente pendente al TAR Piemonte, contro la Deliberazione in oggetto, ritenendola illegittima.
Ma in generale ci interroghiamo se è possibile che ogni attività con un indotto economico debba determinare nuovo consumo di suolo e se, in relazione al recupero del Castello di Parella (che riteniamo ottimo, ma che dubitiamo che possa arrivare a conclusione, anche perché ad oggi non siamo a conoscenza delle fonti del finanziamento), l’intero progetto del Parco Agricolo sia credibile e sostenibile da un punto di vista economico o se sia l’ennesima boutade imprenditoriale del tipo “parco divertimenti” Mediapolis di cui abbiamo già parlato.
Vengo solo adesso a conoscenza di questo problema che giudico di alta priorità. Da generazioni la nostra famiglia considera Parella in tutta la sua specificità e integrità. Ogni variazione di cubature e di impatto può pregiudicare non soltanto la vita di ora, ma compromette in termini assoluti quello che trasmetteremo a chi ci seguirà.
Dobbiamo quindi prestare la massima attenzione e controllo. Ringrazio di quanto fatto fino ad ora.
Carlo Arborio Mella