Un appello a segnalare esempi di sfruttamento della terra è stato lanciato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste.
D’intesa con la Fondazione Culturale Responsabilità Etica di Banca Etica, con la Provincia di Rovigo e con la rivista Agriregionieuropa, è stato organizzato un convegno dal titolo “Corsa alla terra (anche) in Italia?”, previsto per il prossimo 16 marzo 2013 a Rovigo.
L’idea prende spunto dal fenomeno del “land grabbing”, ovvero l’acquisizione di terreni agricoli di paesi in via di sviluppo da parte di gruppi internazionali. Questa pratica s’è diffusa ed è divenuta di grande attualità negli ultimi anni, con le ripercussioni della crisi economica sull’agricoltura di vari stati e la volontà degli stessi di cercare nuove aree agricole produttive. Anche a costo di trovarle altrove. E’ quello che accade, per esempio, per i biocarburanti. Grandi aree agricole di paesi in via di sviluppo, che potrebbero ospitare coltivazioni utili a sfamare le popolazioni locali, vengono invece sfruttate per soddisfare il fabbisogno energetico dei paesi più ricchi.
In Italia, per quanto non si possa parlare propriamente di “land grabbing”, è evidente che sia in atto una “corsa alla terra”, continuamente sfruttata e trasformata per vari scopi. E spesso lo sfruttamento della terra avviene senza tenere conto del consumo delle sue risorse. E del fatto che queste sono destinate ad esaurirsi. L’esempio più noto, in questo senso, è la trasformazione di terreni agricoli in aree urbanizzate. Campagne che vengono sotterrate da colate di cemento e asfalto. Intere aree di verde che cedono campo a chilometri di strade o a nuovi centri commerciali. Ma anche lo sfruttamento delle risorse idriche legate a zone rurali, che vengono via via impoverite per soddisfare i bisogni dei più vicini agglomerati urbani.
La terra, insomma, è in continua trasformazione e l’appello promosso dal dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Trieste nasce proprio con l’intento di raccogliere spunti, esempi su scala nazionale di quanto sta accadendo. Il tutto finalizzato a realizzare una statistica, da presentare al convegno del 16 marzo prossimo, che metta chiaramente a fuoco le trasformazioni in atto sul nostro territorio.
L’appello a segnalare casi di sfruttamento della terra – anche virtuosi – è rivolto a tutti. Di seguito, gli indirizzi cui inviare le segnalazioni o ai quali chiedere chiarimenti preventivi: ostig@sp.units.it e povellato@inea.it. La scadenza è fissata nel 31 dicembre 2012. Maggiori informazioni sono disponibili al link di seguito:
http://www.lscmt.units.it/osti/terra/CorsaAllaTerraCallforCases.pdf
A questa iniziativa è legato inoltre un concorso fotografico, di cui alleghiamo il bando:
http://www.lscmt.units.it/osti/terra/Bando_ConcorsoFotografico_AreeFragili2013.pdf
Roberto Caravaggi
E’ un fenomeno ormai atavico (soprattutto nei Paesi più poveri del Mondo), ma sempre più difficile da contrastare …. anche qui da Noi.
Soprattutto oggi che questa ulteriore grave crisi economica sta buttando anche molti Stati della stessa Europa nelle braccia dell’Alta Finanza che sta imponendo la sospensione dei diritti costituzionali e della democrazia all’interno degli stessi.
Questione della risoluzione del debito, favorisce le politiche di svendita dei territori che tiene conto solo delle esigenze di cassa e non tiene per niente conto della storia, dei bisogni e dei diritti di chi vi abita e vi produce e della salvaguardia della salute, dell’ambiente e del territorio. Tutto questo non fa altro che favorire progetti di sviluppo calati dall’alto sulla testa delle Comunità. Grazie anche alla connivenza e alla corruzione stessa dei Governi. Preservare la memoria della storia, dell’ identità,della cultura e dell’appartenenza al proprio territorio nonchè le forme stesse di produzione e di organizzazione sociale delle singole Comunità e garantirne la sopravvivenza, credo che sia il modo giusto per poter contrastare in modo efficace ogni forma di svendita e di devastazione dei territori. Solo con la consapevolezza delle Comunità che vi abitano e vi producono, tutto questo è possibile.
Onofrio Infantile
del Comitato “Salviamo il paesaggio” di Salerno città e dintorni Salerno, 3 dicembre 2012
In Basilicata i contadini sono costretti a cedere le proprie terre all’Eni e ad altre multinazionali del petrolio .L’autorizzazione senza limiti di nuove trivelle,ulteriormente incentivata dal Governo Monti che ha respinto perfino la timida moratoria del petrolio decisa con imperdonabile ritardo dalla Regione,sta consumando il suolo e la salute dei lucani e anche i loro redditi .Di questa vergogna nazionale si parlerà nella puntata di Report del 2 dicembre prossimo ,primarie permettendo.