In atto un preoccupante disegno di dismissione/accorpamento delle aree a tutela ambientale e paesaggistica di competenza della Regione Toscana che si concretizzerebbe nella proposta di legge regionale di trasformazione dell’ente «Azienda Regionale Agricola di Alberese» in ente «Terre Regionali Toscane» e nelle modifiche alle leggi regionali 39/2000, 77/2004, 3/1994 e 24/2000.
Un appello telematico per la salvaguardia delle prerogative del Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli!
L’agricoltura dovrà necessariamente tornare ad essere una parte preponderante della produzione planetaria nei prossimi anni, oltreché un’attività riscoperta nei suoi valori più tradizionali, nei suoi ritmi più lenti e coerenti con un modello di sviluppo eco-sostenibile, nei suoi flussi stagionali troppo sovente turbati da paradigmi di consumo scriteriati e nel pieno rispetto dell’ambiente che la ospita e con cui il legame di tutela reciproca dovrà farsi via via sempre più indissolubile.
Non certo però a spese delle riserve naturali e delle aree a più stringente vincolo di salvaguardia, perché altrimenti il paradigma continuerà ad insistere sugli stessi erronei postulati su cui hanno trovato fondamento tutte le politiche più scellerate di urbanizzazione, di scempio ambientale e paesaggistico, e di antropizzazione selvaggia e senza soluzione di continuità di ogni singolo lembo di terra emersa.
Il casus belli nasce intorno ad un disegno della Regione Toscana – già controverso nella sua formulazione – che sembra voler rispecchiare un’idea tanto rapace quanto autolesionista di proscrizione delle attività agricole nelle oasi naturalistiche, come se tutto il suolo al di fuori della loro pertinenza territoriale dovesse rendersi disponibile per altri scopi, magari per essere cementificato!
La cosa ben più grave è che la Regione Toscana, in barba alla l.r. 69/2007 «Norme sulla promozione della Partecipazione alla Elaborazione delle Politiche Regionali e Locali», fiore all’occhiello in materia di partecipazione e democrazia, e al Principio di Sussidiarietà affermato dall’Art. 118 della Costituzione, ha visto bene di far calare dall’alto la propria proposta di legge, senza neanche coinvolgere in alcuna misura il parco stesso, se non a giochi fatti, come hanno più volte sottolineato anche i più autorevoli esponenti locali di Legambiente, WWF, Italia Nostra, delle associazioni operanti nell’ambito del parco stesso oltreché, naturalmente, a quelli di Salviamo il Paesaggio.
E l’ira funesta di tutta una grande comunità pronta a stringersi intorno al proprio parco è esplosa, coinvolgendo con forza anche i comitati locali dei partiti che compongono la maggioranza regionale.
Oltre all’immancabile MoviSAT, ai Cittadini del Parco, ai Cittadini in Piazza, al Centro Nuovo Modello di Sviluppo, anche voci di preoccupata presa di distanze iniziano a levarsi dai comitati locali del PD, come dimostra l’intervento del Vice-Segretario Comunale di Vecchiano Alberto Panicucci; significativa anche la mozione del Consigliere Provinciale del PRC di Pisa Andrea Corti che reclama sostanzialmente che la Tenuta di San Rossore non venga trasferita all’ente «Terre Regionali Toscane».
Si sono poi moltiplicate le iniziative di ogni genere, interventi come il presente appello di attivisti locali ai principali interlocutori in Regione sull’argomento, cioè il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, l’Assessore all’Ambiente e Aree Protette Anna Rita Bramerini, l’Assessore all’Urbanistica Anna Marson e l’Assessore all’Agricoltura Gianno Salvadori. A quest’ultimo ha dato risposta il Governatore personalmente, tentando un’improbabile minimizzazione ed una tentennante rassicurazione, cui ha fatto seguito la stesura di un documento del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste Pisane e Versiliesi dal titolo «Controdeduzioni alla Risposta di Enrico Rossi» che denuncia in maniera molto articolata quanto in realtà la risposta del Presidente sia una sostanziale «arrampicata sugli specchi»: come in effetti stiano realmente le cose è facilmente comprensibile da una semplice tabella comparativa che mette a confronto l’impianto normativo del Parco relativamente alla Tenuta di San Rossore, con quello di «Terre Regionali Toscane».
Ma la prima dirompente presa di distanza ha carattere istituzionale ed è stata intrapresa il 3 dicembre dal Comune di Vecchiano, il meno popoloso e territorialmente più modesto tra i 5 componenti la Comunità del Parco (di cui fanno parte anche Pisa, San Giuliano Terme, Massarosa e Viareggio, unitamente alle Province di Pisa e Lucca).
A fronte di un Consiglio Comunale Aperto nell’ambito del quale tutte le organizzazioni ed i cittadini coinvolti hanno preso la parola dopo le sentitissime relazioni introduttive del Sindaco Giancarlo Lunardi e del Presidente del Parco di MSRM Fabrizio Manfredi, descrivendo a chiare lettere in che cosa realmente consista l’operazione «Terre Regionali Toscane» e denunciando come in realtà si inquadri nell’ottica del risanamento del disavanzo in cui versa una delle due aziende implicate nella vicenda – l’«Azienda Regionale Agricola di Alberese» – circa 1.400.000 € al 2011, la Maggioranza vecchianese (PD, PRC, SEL, SDI e PRI) – con l’astensione compartecipe della Minoranza (Lista Civica) ha rigettato l’adottando provvedimento regionale con una mozione non ancora disponibile online che ne chiede senza sé e senza ma lo stralcio immediato.
La bocciatura vecchianese fa da preludio ai prossimi appuntamenti – o almeno così si augurano tutti i principali sostenitori della causa – del provvedimento in discussione, a breve affrontato in analoga seduta dai comuni di San Giuliano Terme e Pisa: lo scorporamento della storica Tenuta di San Rossore equivale a minare la salute economico-finanziaria del parco per avvallare un principio insostenibile e per creare un ben poco edificante precedente che rischia di fare da battistrada nazionale per un attacco gravissimo a tutte le oasi naturalistiche.
Invitiamo tutti i lettori a sostenere un’iniziativa importantissima a difesa di questo fiore all’occhiello naturalistico, dunque a scaricare e sottoscrivere, l’«Appello Telematico per San Rossore», sostenuta peraltro anche da Altra Economia.
Alessio Niccolai
(referente di Salviamo il Paesaggio per il Monte Pisano e Membro del Comitato di Condotta Slow Food Pisa-Monte Pisano) powertoart@gmail.com
cittadinanzAttiva di Terni nella persona del suo responsabile dei procuratori dei cittadini e rete dei consumatori, è solidale con questa iniziativa di Alessio, che mette a nudo gli interessi inquietanti che hanno i politici in ogni campo.
Il “compagno” Enrico Rossi deve provare vergogna anche perchè essendo un Pisano, ancorchè della provincia, dovrebbe avere a cuore questi meravigliosi territori.
Enrico Rossi, da quando tieni il culo su quella poltrona, sei diventato impresentabile. Vergognati!!!
..non aggiungo una virgola in più.