L’associazione Associazione Culturale di Promozione Sociale POSIDONIA si sta da tempo battendo contro l’ennesimo scempio e speculazione edilizia. Ulteriore consumo di suolo mascherato questa volta con l’etichetta di Edilizia Popolare.
Nell’estate appena trascorsa hanno suscitato grande clamore nel Comune di Porto Venere l’articolo scritto da Marco Preve su La Repubblica, dal titolo Assedio alla collina, e la rilevanza data da Corrado Augias, sempre su La Repubblica, ad una lettera che denunciava nel territorio del comune costruzioni inutili.
Sono passati pochi mesi e si annunciano nuove devastanti costruzioni, questa volta non più a scopi turistico-alberghieri ma dietro l’ipocrita etichetta dell’Edilizia Popolare.
L’Amministrazione Comunale di Porto Venere sta infatti procedendo con l’attuazione del PEEP (Piano per l’Edilizia Economica Popolare) nei borghi delle Grazie e del Fezzano. Il PEEP dovrebbe avere finalità sociali per agevolare soggetti in difficoltà abitativa e incentivare le giovani coppie con basso reddito a rimanere sul territorio impedendo così l’abbandono dei borghi.
Peccato che i prezzi di questi appartamenti vadano da un minimo di 350.000 euro circa per circa 70 mq alle Grazie mentre al Fezzano “trattandosi di villette mono o bifamiliari con giardino e garage, il costo sarà notevolmente superiore”, come dichiarato a chi chiedeva informazioni per l’acquisto. Evidentemente un prezzo non sostenibile da tutti, soprattutto non da quelle coppie giovani che si vorrebbe trattenere sul territorio.
Nonostante le proteste di cittadini, e dell’ Associazione Culturale di Promozione Sociale Posidonia – Porto Venere, che hanno chiesto più volte che venissero fugati i dubbi su presunte irregolarità nell’assegnazione delle aree e sulla effettiva necessità di nuove costruzioni, per esempio rendendo pubblico l’elenco dei soci delle cooperative, pubblicazione negata, l’Amministrazione Comunale procede ed ha avviato l’adozione di una variante al PUO con valenza PEEP al Fezzano, variante che permetterà di costruire una strada, non presente nel primo progetto approvato, che, come è scritto nella Delibera del Consiglio Comunale, che cita il parere della Commissione Edilizia e della Commissione per il paesaggio, consente di garantire l’accessibilità sia carrabile che pedonale alla zona di crinale, anche per abitazioni diverse da quelle costruende.
La zona interessata da queste costruzioni PEEP, a ridosso dell’ultima punta rimasta intatta nel martoriato territorio del comune di Portovenere, confina con i terreni acquistati dalla Snam negli anni sessanta per costruire il rigassificatore nella baia di Panigaglia. Su questa punta si trovano tre edifici di alto valore storico, risalenti al XIII-XIV secolo, uno di questi era stato poi trasformato in Torre di guardia nei secoli XVII-XVIII.
L’Associazione Posidonia, insieme all’Istituto Internazionale di Studi Liguri, ha chiesto venga posta sotto la protezione della Sovrintendenza della Liguria tutta l’area adibita a verde boschivo compresa nella Punta Panigaglia unitamente ai tre edifici.
La strada richiesta nella variante arriva proprio a questi manufatti in terreno di proprietà Snam e il nostro timore è che anch’essi vengano prossimamente “riqualificati” con il criterio usato per un altro intervento della Società, quello di Ca’ Bertocchi, antica casa in pietra completamente demolita e ricostruita in un “moderno” che non ha nulla a che vedere con lo stile dei luoghi.
L’associazione ricorda infine che il Comune di Porto Venere inoltre è uno dei tanti Comuni della Liguria che non hanno risposto al censimento sugli immobili sfitti o inutilizzati.
Fonte e approfondimenti: http://posidoniaportovenere.blogspot.it
Che le venderanno a prezzi altissimi e che di popolare non hanno nulla.Ma che si può pretendere dai Sindaci di La Spezia,Lerici e Portovenere che avendo contribuito ad affossare la multiutility gas,acqua e rifiuti ora possono pensare al solo modo per salvarla di riaprire una discarica in sito protetto.Allora che facciamo?Facciamo in modo che Clini,non più ministro firmi un decreto per aiutarli.Io ormai non credo più al buon senso dei politici ma chissà, a volte capitano i miracoli
L’ipocrisia dell’edilizia popolare (o “convenzionata”, o peggio ancora definita “social housing”), e/o della “realizzazione della prima casa per i residenti”, mascherano molto spesso speculazioni, che vengono portate a termine con la garanzie e il sostegno degli enti locali.
Un altro esempio ligure è rappresentato dalla vicenda della zona Rive C2, nel Comune di Spotorno, che qualche tempo fa balzò all’attenzione della stampa per l’omissione di alcune sue aree attraversate dal fuoco dagli elenchi ufficiali, proprio per non intralciare la lottizzazione.
Penso che oggi , sapendo tutti noi leggere e scrivere , non abbiamo più giustificazione alcuna nel fare scelte che non siano in sintonia con l’ambiente : non per una “questione ambientalista” – spesso mal gestita dagli “ambientalisti” e ancor peggio interpretata dal Potere e dai “non ambientalisti” – ma per una QUESTIONE CULTURALE che non può non farci riflettere sul fatto che apparteniamo ad un ecosistema le cui leggi vanno rispettate . E nel rispetto di quelle leggi – e delle effettive necessità dei cittadini – penso infatti sia lecito tutto … anche costruire . Ciò detto , a critica naturalmente – non certo a sostegno – dell’invasivo e finto progetto di edilizia popolare segnalato sopra da Posidonia .
concordo pienamente con quello che dite e penso che dovremmo fare qualcosa per impedire tutto questo.
Ciao olimpia