Le Soprintendenze ignorano da mesi le richieste di ben 22 associazioni cittadine per conoscere le notizie sui ritrovamenti. Anche l’interpellanza parlamentare dell’on. Antonio Rugghia è rimasta senza esito.
Perché la Soprintendenza ai Beni Archeologici non ha divulgato le informazioni sull’importanza dei siti archeologici di Colle Olivo e di Muro dei Francesi a Ciampino?
Perché la Soprintendenza ai Beni Paesaggistici non è ancora intervenuta con la tutela del vincolo sull’intera area del “Barco dei Colonna”?
L’amministrazione Comunale di Ciampino continua a confermare i due siti archeologici come luogo per l’edificazione delle zone 167 e rimane completamente insensibile all’importanza storica delle aree e al loro valore! Quali interessi legano il sindaco, la giunta e le due soprintendenze, che da mesi tengono segreta l’importanza dei ritrovamenti?
Si tratta di ville romane venute alla luce insieme a strutture termali di notevoli dimensioni, magazzini, locali di servizio, statue, mosaici, ecc.. In una villa, attribuita a Marco Valerio Massalla Corvino, ultimo console insieme ad Ottaviano, sono state rinvenute ben 7 statue di marmo perfettamente conservate, tutte collocate intorno alla vasca termale e riferite al mito delle Niobi, descritte da Ovidio per le sue “Metamorfosi”, assiduo frequentatore del cenacolo culturale del console, che riuniva dotti e letterati nella sua sontuosa villa, a Muro dei Francesi.
Il Movimento Ciampino Bene Comune ha condiviso e sostenuto la battaglia delle associazioni cittadine per la salvaguardia e la valorizzazione delle aree archeologiche a Ciampino e richiede ora che la Soprintendenza Archeologica diffonda le informazioni sul ritrovamento dei reperti, confermando l’importanza delle aree, contrapponendo così alle mire degli interventi edilizi la necessità di una loro estrema tutela.
Ci preoccupa che sindaco e soprintendenze continuino a incontrarsi senza far conoscere ai cittadini la consistenza e la qualità dei ritrovamenti e gli elementi di valutazione che determineranno le scelte e le decisioni sulle aree archeologiche e la loro tutela.
Alle richieste di conoscenza delle associazioni e dei cittadini si risponde: “non siete graditi”.
Ciampino Bene Comune
Fonte: paconline.it
[…] E’ di pochi mesi fa l‘interrogazione parlamentare dell’Onorevole Antonio Rugghia, che da tempo si batte perchè venga rivista la destinazione dell’area nella quale la villa di Messalla è stata rinvenuta: area 167, ovvero destinata a edilizia economica e popolare. Un appello che faceva leva non solo sul vincolo paesaggistico che grava sull’area, indegnamente ridotto alla fetta di terreno immediatamente a ridosso delle Mura, ma anche, e prima di oggi, su evidenze archeologiche ben note. […]
Buongiorno e Grazie ai componenti locali del Movimento per l’importante segnalazione
ho vissuto a Ciampino per molti anni a Ciampino (fino al compimento delle scuole superiori) e rimango molto colpito ed interessato (oltre che preoccupato) dalla notizia
personalmente mi metto a disposizione per partecipare e collaborare come posso ad ogni iniziativa per la tutela e la salvaguardia dei siti in questione – confido in questo senso che i componenti del Movimento possano fare da tramite e da “collegamento” con le associazioni interessate.
pur non conoscendo esattamente i dettagli e “retroscena” della vicenda, nel corso degli ultimi hanni ho avuto modo di constatare, con riferimento al territorio del vicino Comune di Frascati (anche esso ricco di presenze archeologiche e seguito molto probabilmente dagli stessi funzionari della Soprint. per i beni archeologici del Lazio responsabili per l’area di Ciampino) un atteggiamento, nel modo di operare sul territorio di tale istituzione che sembra denotare, laddove la tutela del patrimonio archeologico è chiamata a confrontarsi con interessi più o meno robusti nel campo dell’edilizia, una certa forma di debolezza se non di vera e propria “sudditanza psicologica” (o almeno così può apparire ad un osservatore esterno – forse poco esperto dei criteri, metodi e problematiche di intervento della istituzione medesima)
segnalo a titolo di esempio il caso – di pochi anni fa – del sito (tratto della via Latina con annessa “Statio Roboaria”) emerso durante sbancamenti per una massiccia lottizzazione per la quale la S.A.L. aveva già concesso (forse in modo un pò troppo frettoloso) apposito nulla – osta : il vincolo (e salvataggio dalla incombente lottizzazione) dell’area intervenne solo dopo una vera e propria sollevazione da parte di tutte le associazioni della zona;
altri siti meno noti (censiti solo due o tre anni prima nella accurata pubblicazione “Ager Tuscolanus” redatta per la famosa collana “Forma Italiae” dal noto archeologo M. Valenti non hanno avuto uguale fortuna e sopra / nel bel mezzo di essi oggi sorgono quartieri di villette :
morale : quanta fiducia si può riporre nella reale volontà ed energia della S.A.L. (almeno dei suoi responsabili di zona) nel perseguire i propri scopi istituzionali?
naturalmente non si può generalizzare : segnalo per ogni buon fine che nel corso degli ultimi anni (grossomodo dal ’96 in poi ) varie sentenze, in particolare del T.A.R. Lazio, poi confermate in Consiglio di Stato (e che quindi “fanno legge” a tutti gli effetti) hanno introdotto e sancito in modo esemplare,ai fini della tutela, il concetto di “Cornice ambientale” intesa come il territorio circostante un bene storico / archeologico e che in sostanza ne costituisce parte integrante e va pertanto tutelato/vincolato assieme al bene medesimo
(così avevano operato i funzionari – probabilmente altri – della medesima S.A.L. adottando un vincolo esteso oltre che al sito vero e proprio ad una ampia porzione di territorio circostante, in nome dell’interesse – pubblico – alla tutela del patrimonio storico – archeologico, e scontrandosi ovviamente con la resistenza degli interessi – privati – dei costruttori : tutte le sentenze hanno dato ragione ai primi
Ringrazio per ogni ulteriore aggiornamento e proposta sulle possibili iniziative
Se alla prova dei fatti le istituzioni preposte si dimostrano quantomeno deboli ed inerti nel tutelare il patrimonio storico – archeologico (che è un bene di tutti – incluse le generazioni future) di fronte agli interessi di qualche speculatore, l’unica alternativa possibile è una decisa mobilitazione dei cittadini e di tutte le realtà associative interessate o quantomeno sensibili all’argomento
Ciao Luigi, il mittente della segnalazione è CIAMPINO BENE COMUNE, puoi contattarli a questo sito:
http://ciampinobenecomune.wordpress.com/
A presto e grazie!
Grazie mille per la Vostra opera di informazione e per la cortese indicazione : vedrò di farne buon uso
Penso che un paese che adora il dio denaro nello sfruttamento del Territorio non abbia futuro e che occorra il massimo impegno di tutti nel promuovere un cambiamento etico e culturale e sostnere azioni concrete non solo nella difesa ma nche nel reupero del suolo, cominciando per esempio con l’abbattimento delle opere abusive e delle opere pubbliche inutili ed in stato di degrado di cui l’Italia è dissminata e con il conseguente ripristino del territorio agricolo e forestale
Emilio
A Ciampino, come a Roma, si bloccano i cantieri dei cittadini normali, quelli che con le loro tasse pagano anche gli stipendi dei burocrati delle Soprintendenze. Ma si permette a palazzinari senza scrupoli, amici degli amici, di edificare milioni di metri cubi di cemento, tra abitazioni, uffici e servizi (poi riconvertiti in abitazioni) e centri commerciali. A Ciampino, come a Bufalotta, dove hanno realizzto il centro commerciale Porta di Roma e l’intero nuovo quartiere che oggi si chiama Parco delle Sabine, esattamente sopra importantissimi siti archeologici, che furono indagati già a inizio anni 90 e poi interrati di nuovo dopo la mappatura. Fino all’arrivo della giunta Veltroni, che col suo assessore di fiducia, Roberto Morassut (Pd), lanciò (su suggerimento della lobby dei costruttori?) il famoso “Modello Roma”. Quello che dopo il Prg approvato, tra compensazioni, variazioni al Prg, Accordi di programma, Delibera 218/07-Bufalotta (per il cambio di destinazione d’uso di oltre 1 milione di m3 da servizi ad abitativo) ha scaricato su tutto l’Agro romano milioni di metri cubi di inutile cemento, andando a deturpare un bene collettivo come quelle torri romane e medievali sulla laurentina/Ardeatina, o l’orizzonte delle campagne verso i Castelli romani. A Ciampino come a Fiumicino, dove per aumentare il numero degli abitanti si favorisce un’immigrazione di massa delle giovani coppie precarie dalla città. Con l’illusione di trovare case a costi minori (dato che quelle popolari ce l’hanno tanti politicanti e commercianti…)ma senza capire di andare su terreni che un tempo erano il vaso d’espandione del Tevere. Come a Parco Leonardo. Tornare indietro non si può, ma fermare questa espansione incontrollata si deve. Lo dobbiamo alle prossime generazioni e a noi stessi.
Che vergogna!Compito delle Soprinendenze è proprio quello di difendere i beni e le aree archeologiche, e compito del Sindaco di informare e ascoltare i cittadini Carla da Milano