Agenda Ambientalista: più di 1 milione di persone hanno finalmente il loro programma

Le più importanti associazioni ambientaliste italiane, tra cui molte aderenti a Salviamo il Paesaggio – difendiamo i territori, hanno dato vita ad un’unione di forze senza precedenti presentando l’Agenda Ambientalista: un programma per le prossime elezioni, un vero e proprio piano per un futuro migliore

WWF, Legambiente, Greenpeace, FAI (Fondo Ambiente Italiano), Touring Club, Federazione nazionale Pro Natura e Cai (Club alpino italiano), associazioni che in buona parte aderiscono al FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI – PER LA TERRA E IL PAESAGGIO, hanno presentato in questi giorni il documento dal titolo AGENDA AMBIENTALISTA per la Ri/Conversione ecologica del Belpaese.

Sono stati scritti nero su bianco gli obiettivi e le azioni per uno sviluppo del nostro Paese che sia veramente sostenibile, nei fatti e non solo a parole. Puntando ad un vero e proprio rilancio economico in chiave ecologica, unica soluzione ai problemi attuali che attanagliano la nostra società.

I numeri e i contenuti del documento

L’obiettivo proposto, senza dubbio ambizioso, appare sempre più raggiungibile approfondendo la lettura delle 80 proposte concrete, raggruppate in dodici filoni e sviluppate nelle 14 pagine del documento.

Si parte da una presa di coscienza della difficoltà della situazione attuale. L’introduzione all’agenda sottolinea chiaramente cosa manca nei programmi elettorali e nella discussione politica di questi giorni.

Manca la centralità del tema dei cambiamenti climatici e della tutela della biodiversità, non c’è un nuovo approccio che superi il PIL (Prodotto interno lordo), falso indicatore del benessere della nazione, e non ci si rende conto delle carenze strutturali della governance ambientale, segnata negli ultimi anni dal depauperamento delle risorse economiche destinate al Ministero dell’Ambiente, ai parchi e alle aree protette oltre che agli istituti e alle agenzie che si occupano di ricerca e di controllo.

Un programma completo

I temi affrontati nell’agenda si possono considerare “vitali” per il nostro paese. Temi ignorati, o peggio, contrastati dalle politiche economiche e di sviluppo di vecchio stampo, insostenibili ed insalubri.

E’ riduttivo considerarli semplici “suggerimenti”. Meglio definirli “principi”, punti di partenza imprescindibili di ogni politica che vuole essere efficace. Il collegamento proposto tra ecologia ed economia si sviluppa senza il principio di subordinazione della prima verso la seconda. Ma anzi si ribadisce che entrambe devono “avanzare” insieme e che non può esserci nessun valore economico che tenga senza la tutela della salute e dell’ambiente.

Si tratta di un vero e proprio programma di governo completo: c’è la necessità di una legge di governo che ponga dei limiti normativi al consumo del suolo, che lo difenda con un piano nazionale di manutenzione e riduzione del rischio idrogeologico. Come? Con opere piccole ma indispensabili per contrastare alluvioni e frane ed attuare interventi preventivi di adattamento ai cambiamenti climatici.

C’è la scelta di una mobilità dolce e sostenibile, che punta all’ammodernamento delle infrastrutture veramente necessarie abbandonando le grandi opere inutili come la TAV.

C’è anche una vera e propria Strategia Nazionale per la tutela della Biodiversità, per la salvaguardia dei Beni culturali e per il rilancio della prima industria nazionale, quella del turismo.

Ed ancora:
– la necessità di garantire “la sicurezza e l’efficienza dell’approvvigionamento energetico” puntando all’obiettivo del 100% rinnovabile, raggiungibile evitando le minacce oscure delle fonti fossili e del nucleare.
– il rilancio della filiera agroalimentare e dell’agricolutra di qualità senza pesticidi ne OGM, per la sovranità alimentare.
– la tutela della salute attraverso una strategia nazionale che prevede le priorità e l’avvio dei progetti di bonifica.

Il disegno che si materializza leggendo il programma è quello di una grossa oppurtunità : l’occasione per “convertire” e “rigenerare” l’Italia, tutta intera, senza distinzioni tra nord e sud, puntando alla valorizzazione dei suoi “elementi di forza” che non sono materie prime e petrolio ma parchi, biodiversità, patrimonio culturale, ecc.

Principi forti

Oltre alle proposte concrete sopra descritte l’agenda contiene principi forti. A partire dal rispetto delle volontà espresse mediante referendum, come quelle sulla privatizzazione dell’acqua. Continuando con l’esigenza di un’adeguata tutela penale inasprendo le pene per reati ambientali e introducendo i reati di “disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale radioattivo, associazione a delinquere, anche di stampo mafioso, finalizzata ai crimini ambientali”.

C’è anche la proposta di introdurre nella costituzione, in cui è già presente la tutela del paesaggio (art. 9) e il diritto alla salute (art. 32), il diritto alla tutela dell’ambiente. Non è utopia pensando che già nel 2008 l’Ecuador ha inserito nella costituzione, a seguito di referendum popolare, il diritto della natura di esistere e mantenersi.

Anche Obama, nel recente discorso in occasione del giuramento per il secondo mandato presidenziale, ha insistito molto sul tema ambientale e sull’urgenza di agire nel contrasto ai cambiamenti climatici. Liberatosi dalle pressioni delle lobby, la speranza che l’impegno in questo campo sia ora concreto. Per la politica italiana al momento equivale più o meno a parlare di fantascienza.

Il passo da fare è proprio questo: superare gli interessi dei poteri forti e i condizionamenti di una politica che pensa solo all’elezione e alla rielezione.

Ora 1 milione di iscritti alle associazioni sopra citate, a cui si aggiungono molti altri individui che seguono con attenzione queste importanti realtà e ne condividono i principi, hanno finalmente trovato il loro programma. Manca adesso la parte più difficile: trovare chi possa concretamente metterlo in pratica.

Luca D’Achille

_______________________________________

Leggi il documento completo:
http://www.fondoambiente.it/upload/oggetti/Agenda_ambientalista.pdf

17 commenti

  1. […] Post scriptum: mentre pubblico questa rubrica, ricevo l’Agenda ambientalista per la ri/conversione del Paese, curata dalle principali associazioni italiane del settore (Club Alpino, Fondo Ambiente Italiano, Greenpeace, Legambiente, Touring Club Italiano, Wwf). Il programma è visibile a questo link. […]

  2. forse queste associazioni non hanno letto il programma minimo del M5S, che ha come cardini zero consumo di suolo, decrescita e zero rifiuti, no inceneritori e via discorrendo

  3. nel M5s sin dalla carta di Firenze si fa applicano molti di questi principi, specie lo stop al consumo del suolo e la strategia rifiuti zero… è un manifesto che va approfondito ed ampliato con alcune delle proposte fatte dai cittadini anche su questa pagina. Ne parleremo in riunione coi cittadini a 5 stelle candidati

  4. Voglio un’agenda che dica un no secco, senza se e senza ma, a qualsiasi tipo di incenerimento, inceneritori, biomasse, biogas. Voglio un’agenda che dica un no secco, senza se e senza ma, ai megaimpianti fotovolatici o eolici, economicamente produttivi solo per le grandi multinazionali che devastano il territorio senza alcuna reale utilità. Voglio un’agenda che imponga di ascoltare i cittadini ed i comitati ogni qualvolta si pensi di intervenire sul territorio. Voglio un’agenda che non venga neanche presentata ai vecchi partiti della casta per ricevere indietro le solite promesse elettorali disattese da 40 anni!

  5. A chi è stato presentato questo programma? chi è il gruppo che se ne fa carico? In campagna elettorale tutti raccontano quello che la gente vuole sentirsi dire poi una volta eletti la musica cambia. Dal momento che fra non molto dovremo esprimere la nostra scelta, sarebbe utile sapere se Salviamo il Paesaggio ha già avviato contatti e come sono stati
    grazie
    francesca saglio

    1. Voglio proprio sperare che Salviamo il Paesaggio non faccia propria la parte del documento sulle rinnovabili e sulla green economy che è molto mal scritta e dimentica, colpevolmente, qualunque richiamo alle devastazioni che sono state perpetuate e si continuano a perpetrare con le installazioni di eolico selvaggio e fotovoltaico a terra.
      Basta con le speculazioni nel nome della green economy, per favore.

    2. Lo presenteranno agli stessi che da 40 anni ci massacrano l’ambiente e riceveranno tante belle promesse che verranno immediatamente pubblicizzate per convincerci che sono stati fulminati sulla via di Damasco da una improvvisa redenzione. Personalmente sono stanca di promesse e prese in giro. Se vogliamo che le Istituzioni ci ascoltino, dobbiamo piantarla di stare sotto le Regioni o sotto il Parlamento a protestare e chiedere per favore. Dobbiamo entrarci noi nelle istituzioni!!!

  6. “manca ora la parte piu difficile:…….” parole sante! Ma quale può essere la risposta?Non ne ho la più pallida idea.

  7. Quasi tutta ottima l’agenda. Peccato che qualcuno abbia pensato che fosse una buona occasione per metterci dentro una lode acritica alla green-economy e una richiesta di 100% rinnovabili senza specificare, molto colpevolmente, che le rinnovabili vanno benissimo ma devono assolutamente rispettare i territori e si deve prioritariamente puntare su efficienza energetica, risparmio energetico e rinnovabili per l’autoconsumo.
    Basta con l’incentivazione della devastazione eolica a scopo speculativo. Il sud è pieno di pale eoliche erette a solo scopo speculativo.
    Basta con i pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli, basta con le biomasse importate dall’estero!
    Come è possibile che alcune importanti associazioni ambientaliste si siano dimenticate proprio di questo? Possibile?
    Così non va proprio bene.
    Una occasione gravemente mancata.

    1. Caro Marco, purtroppo non credo affatto si tratti di una dimenticanza ma di una ponderata posizione. Hai letto quali sono le maggiori Associazioni che hanno scritto l’agenda?

  8. secondo me andrebbero aggiunti alcuni punti importanti, tra cui:
    1) il parere vincolante e favorevole dei comuni interessati che siano oggetto di richieste di sfruttamento del loro territorio. Senza di esso decadono i permessi.
    2) snellimento delle procedure di demolizione nel caso di abusivismo edilizio. La demolizione deve avvenire immediatamente e non devono poter sussistere i casi di necessità. Il reato di abuso edilizio deve essere associato alla flagranza di reato e quindi deve comportare un procedimento immediato.
    3)La cancellazione di quella norma che prevede la possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente fino al 75%.
    4)La cancellazione della possibilità di derogare ai piani regolatori agendo con le varianti. Il Piano deve essere considerato come la carta Costituzionale per la struttura dello Stato e quindi per poter derogare bisogna una maggioranza qualificata e una doppia votazione che avvenga dopo alcuni mesi

  9. penso che in alcuni casi sono le stesse associazioni che sostengono la diffusione senza limiti né vincoli delle pale eoliche nel paesaggio italiano anche laddove (ed è la maggioranza dei casi) non c’è vento e quindi la resa in produzione di elettricità è minima (mentre altissima è quella finanziaria per la malavita organizzata presente nel business), penso che per la messa in sicurezza del territorio italiano sia sul piano idrogeologico che sul piano sismico ci voglia ben altro che un piano di piccole opere di manutenzione e che ci vogliano Autorità di Distretto dotate di veri poteri nei confronti dei particolarismi regionali e locali, penso, in sintesi, che si tratti in parte di buone intenzioni da condividere e in parte di pannicelli celli o di impacchi su di un arto in cancrena, putroppo.
    Vittorio Emiliani

I commenti sono chiusi.