Grande partecipazione all’incontro pubblico del 18 gennaio organizzato presso La Casa dell’Architettura. Domenico Finiguerra: “Mettere al centro del dibattito politico il tema del consumo di suolo”.
Va bene internet, ma guardarsi e contarsi è meglio. E così, il colpo d’occhio di una grande sala piena di gente venuta per costruire un programma che tuteli finalmente i paesaggi e il verde di Roma e del Lazio, da presentare ai futuri amministratori della città e della Regione, mette coraggio oltrechè buon umore. Chi ha partecipato, lo scorso 18 gennaio, all’assemblea plenaria di Salviamo il Paesaggio Roma e Provincia presso La Casa dell’Architettura, nel luogo dove sorgeva l’Acquario Romano, è tornato a casa con una sensazione nuova nel cuore. C’è speranza che la speculazione alla fine non vinca sulla storia e le bellezze della Città Eterna.
Oltre 100 tra Comitati, associazioni e semplici cittadini da tempo impegnati contro le mire speculative delle lobby del cemento, si sono ritrovate per costruire il “Programma del Paesaggio”, un mosaico i cui tasselli sono le singole problematiche, i singoli progetti che la gente non vuole perché sono utili solo a chi li realizza, sulla pelle dei territori e di chi vi abita.
“Sappiamo quali siano le insidie ai nostri territori”, apre la discussione via Skype Domenico Finiguerra, ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano e pioniere, come amministratore, delle politiche di salvaguardia del suolo dal cemento. “E sappiamo quali siano le insidie della politica. È essenziale riportare al centro dell’agenda politica il tema dello stop al consumo di suolo. In questo periodo però tutti lodano i movimenti per il paesaggio e i Beni Comuni. Bisogna stare attenti”. In campagna elettorale è un rischio concreto, in effetti. Ma il tema deve essere il Programma del Paesaggio. “Bisogna riuscire a eliminare certi progetti devastanti per il territorio”, prosegue, “come l’attacco in atto della speculazione all’agro romano. I Comitati devono essere uniti assieme alle associazioni per salvare il patrimonio storico, artistico e naturale della Regione. A prescindere dal risultato delle elezioni dobbiamo mettere al centro ciò che di più caro e prezioso abbiamo, ovvero la preservazione del paesaggio”.
Un impegno che ha una musa ispiratrice ben precisa: la Costituzione. L’articolo 9 secondo comma recita, infatti, che “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, come Beni Comuni, quindi, che non possono essere meri strumenti per fare soldi. Gli interventi dei Comitati e delle associazioni presenti all’incontro hanno avuto tutti questo minimo comun denominatore. Da “Salviamo Bracciano”, che si batte per salvare 18 ettari di suolo agricolo dal cemento, a “FuoriPista”, contro il progetto monstre relativo al raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino. Dal comitato “Villa Blanc”, impegnato a proteggere l’omonimo parco dall’insensato progetto edificatorio della Luiss, a “NoCorridoio”, in prima linea contro l’inutile A12 Roma-Latina e il progetto folle del Gra Bis, il nuovo Raccordo Anulare che cancellerebbe quella parte di agro romano, passando per il “comitato Piccolomini”, che si batte contro la cementificazione del parco per realizzare un campo da golf e a tanti altri. E poi il Fai, Legambiente, Cittadinanza Attiva, Slow Food. Senza dimenticare personalità del calibro di Vezio De Lucia, architetto autore di oltre 100 saggi, e l’urbanista Paolo Berdini, docente e scrittore. Fino a Mirella Belvisi, vicepresidente della sezione romana di Italia Nostra. Non sono mancati gli interventi politici, dal Movimento 5 Stelle a Sel, Sinistra Ecologia e Libertà.
Le parole d’ordine sono chiare: stop al consumo di suolo, censimento delle superfici edificate, eliminazione dei progetti che implichino la cancellazione di ulteriore suolo agricolo e spazi verdi, per arrivare all’istituzione del Parco dell’Agro Romano, un grande progetto da portare avanti assieme al disegno di legge sul gratuito patrocinio per i cittadini oggetto di querele, di chiara matrice intimidatoria, da parte dei cementificatori. Senza dimenticare la battaglia per l’istituzione dell’albo degli architetti obiettori di coscienza, che si rifiutano di realizzare progetti contro il territorio.
Insomma, un bel pomeriggio di politica vera, concreta, positiva. Il cammino è iniziato, ora non rimane che guardare avanti in direzione del traguardo, che non è poi così irraggiungibile.
Marco Bombagi
Salviamo il Paesaggio – Coordinamento Romano