Cento ettari di terreni coltivati, boschi, edifici rurali, una torre che controlla la valle da tempo immemorabile e, al centro, villa Piloni Federici Foscolo, tra le più pregevoli e austere del bellunese.
Risale al 1992 l’idea di destinare quell’immenso terreno a campo da golf, una prospettiva che fece torcere il naso a molti, ma che non aveva trovato seguito. Ora la realizzazione del campo da golf sembra ormai essere una realtà, ma quello che spaventa sono le volumetrie che potrebbero essere rese edificabili, a sostegno della struttura sportiva.
Trichiana è un comune di 5 mila anime sito in provincia di Belluno, appartenente alla Comunità Montana Val Belluna. Il comune posto tra le Prealpi Bellunesi e le rive del fiume Piave vede nel Monte Cimone ( 1290 m) la sua vetta più alta. La località di Casteldardo é sicuramente una delle perle delle Dolomiti sia per il magnifico paesaggio di cui si può godere sia per la sua storia risalente almeno all’impero Romano. Qui si può anche visitare Villa Piloni Federici Foscolo (XVI sec), costruita accanto ai resti di un antico castello e, poco distante seguendo la strada provinciale, si erge una torretta Medievale a testimonianza dell’antico maniero.
Questo prezioso sito per secoli è stato protetto dalla famiglia Foscari, che fino a non molto tempo fa abitò anche l’austera Villa, ma con la morte di Giuliana e Teresa Foscolo Foscari tutto è stato abbandonato da eredi che vivono ormai lontani. Ma non tutti sembrano disinteressati alla Villa e soprattutto ai suoi incontaminati dintorni. Come segnala il quotidiano ” La Nuova Venezia” del 13 gennaio, infatti: (…) “Da qualche tempo alcuni di loro hanno deciso di esplorare le opportunità di profitto di Casteldardo e uno in particolare, l’avvocato Ferigo Foscari, figlio dell’architetto Antonio «Tonci» Foscari, ha aperto il confronto con l’amministrazione comunale, impegnata nella redazione del nuovo piano regolatore. Ora, nel giro di pochissimi anni l’aspetto dell’area sembra destinato a modificarsi radicalmente e la prospettiva spaventa sia i proprietari più legati a Casteldardo dal punto di vista affettivo, sia gli abitanti di Trichiana che da sempre sanno di poter passeggiare o attraversare a cavallo la vasta proprietà, come se quella bellezza fosse di tutti quelli che sanno apprezzarla (…) Risale al 1992, infatti, l’idea di destinare quell’immenso terreno a campo da golf, una prospettiva che fece torcere il naso a molti, ma che non aveva trovato seguito e la proprietà è sempre rimasta con la destinazione di terreno agricolo. Ora, con l’apertura dei lavori per il Pati, che la questione si sta concretizzando. Dopo numerosi incontri con alcuni proprietari che hanno manifestato l’intenzione di realizzare il campo da golf, partendo da nove buche, l’amministrazione trichianese ha deciso di aprire la disponibilità a trattare e, nel nuovo strumento urbanistico, ha delimitato l’area di Casteldardo come “progetto complesso”, fattispecie che indica la valenza strategica di un luogo e la necessità di una pianificazione concertata pubblico-privato, che a breve coinvolgerà anche gli altri proprietari. Di per sè un campo da golf non è un grande affare, anzi, l’operazione è in perdita e quindi i privati hanno chiesto di poter ammortizzare i costi costruendo nuove volumetrie, club house, ristorante, servizi per i giocatori, ma anche vera e propria residenzialità, perché pare che ai giocatori di golf piaccia avere casa nei pressi dei campi.
Anche il quotidiano locale ” Il corriere delle Alpi” in un articolo del 13 gennaio si dimostra molto critico con chi, scorgendo nel progetto opportunità di profitti economici, non si cura di stravolgere un territorio che per generazioni è rimasto pressoché intatto.
Come citato nell’articolo, purtroppo, la realizzazione del campo da golf sembra ormai essere una realtà, ma quello che spaventa sono le volumetrie che potrebbero essere rese edificabili, a sostegno della struttura sportiva.
Dunque ancora una volta siamo alle prese con progetti speculativi che andrebbero a danno dell’ambiente e di una comunità che vede con terrore concretizzarsi le possibilità di un stravolgimento del proprio territorio e un cambiamento concreto del Paesaggio circostante.
Per i crackers ci vogliono più strade? Allora non lamentiamoci se il paesaggio viene “deflorato”…
Sono contento che la mia foto serva per una giusta causa!
Penso che la destinazione agricola di quei bellissimi terreni vada conservata e semmai incentivata l’iniziativa di rilanciare l’attività agricola sia in quella zona che in tutto il bellunese. Ci rendiamo conto che in val Belluna se si chiudono due strade non arriva più su neanche un pacchetto di crackers? Nel bellunese va a tutti i costi rilanciata l’agricoltura tradizionale e vanno aiutati quei giovani agricoltori che oggi esercitano un’agricoltura EROICA, poco remunerativa e poco valorizzata.