Non è purtroppo il programma di nessun partito italiano alle elezioni politiche, ma un appello delle associazioni britanniche. Speriamo che trovi eco nei loro, e magari nostri, rappresentanti . Dal sito web Campaign to Protect Rural England (f.b.) Traduzione di Fabrizio Bottini
Titolo originale dell’appello:
‘Smart growth’ investment in cities, not more 1980s-style sprawl
Un nuovo coordinamento di associazioni tematiche per l’ambiente, i diritti, i trasporti, composto da Campaign to Protect Rural England (CPRE), Campaign for Better Transport, e Civic Voice, lancia un appello per un modello di “sviluppo urbano sostenibile” da adottare per tutte le grandi trasformazioni del territorio. Il coordinamento trova il sostegno di importanti personalità in tutti i principali partiti, fra cui il Tory ed ex ministro per l’Ambiente Lord Deben (John Gummer).
La convinzione è che il tipo di espansione a carattere sostanzialmente suburbano degli anni ’70 e ’80, a orientamento automobilistico, come la città nuova di Milton Keynes o Bradley Stoke a Bristol, non sia un modello da perseguire nel futuro. Le nuove trasformazioni dovranno invece unire il tipo di ambienti ben concepiti delle periferie giardino tradizionali britanniche novecentesche, a cui si devono unire elementi di avanguardia importati dal resto del mondo, come per esempio gli ‘eco-quartieri’ di Friburgo in Germania, o di Stoccolma.
Quartieri che:
– offrano case energeticamente efficienti e con elevate densità residenziali
– si realizzino soprattutto recuperando superfici già urbanizzate
– risultino ben collegati ai centri di servizio e occupazione coi trasporti pubblici
– siano concepiti in modo tale da consentire di norma spostamenti a piedi o in bicicletta
L’appello coincide con le decisioni importanti governative in materia di trasformazioni urbane. Si è purtroppo parlato troppo poco della proposta del mondo delle costruzioni per una nuova generazione di “città giardino” nel sud-est inglese, con 250.000 nuove abitazioni su aree extraurbane, 170.000 delle quali localizzate nei corridoi autostradali M11 e A14 , o fra Oxford e Cambridge. Secondo un criterio che rischia di portarci esattamente nella direzione opposta a uno sviluppo territoriale sostenibile, alimentando la congestione stradale e obbligando i cittadini a spostarsi in auto.
L’esponente conservatore della camera alta ed ex ministro dell’Ambiente Lord Deben, dichiara: “Il suolo, risorsa scarsa e preziosa, lo diventerà sempre di più col mondo in lotta per materie prime alimentari sempre più scarse e costose. Concentriamoci sul riuso delle superfici già urbanizzate. Dove esistono già spazi più che sufficienti per le abitazioni di cui c’è bisogno. Ci vuole solo un po’ di innovazione, decisione, e orientamento da parte del governo, per renderle disponibili al riuso. Mentre edificare aree extraurbane oggi verdi vuol dire distrattamente mettere a repentaglio il nostro futuro”.
Il parlamentare laburista del collegio di Stoke on Trent, nonché storico, Tristram Hunt, aggiunge: “Alla Gran Bretagna è stato sinora risparmiato il tipo di trasformazioni in stile americano che devastano le campagne con un fronte urbano che avanza, ma i progetti per nuove città nel corridoio della M11 sono una vera ricetta per lo sprawl suburbano. Il governo deve invece pensare a rivitalizzare le città, e tutelare le campagne, attraverso un modello di sviluppo sostenibile. La priorità va data a quartieri ben progettati ad alta densità su aree di recupero”.
Il parlamentare liberaldemocratico del collegio di Cheltenham, Martin Horwood, dichiara: “I principi di sviluppo urbano sostenibile offrono una alternativa a certa crescita determinata dall’emergenza. I costruttori tendono a inseguire basse densità su territori aperti senza badare alle conseguenze ambientali e sociali, solo per fare profitti. C’è bisogno di una visione alternativa, che promuova il riuso delle superfici dismesse, dei contenitori dismessi,la riqualificazione urbana, per quartieri davvero sostenibili, e tuteli i preziosi spazi verdi”.
Il responsabile CPRE, Shaun Spiers, ritiene che “Abbiamo bisogno di tante nuove case, ma è egualmente urgente non ripetere gli errori del passato. C’è bisogno di nuovi quartieri che siano magnifici, non consumino prezioso spazio delle campagne, evitino agli abitanti di dipendere dalle automobili. Se il governo vuole impegnarsi in nuovi insediamenti, deve anche dimostrarne la sostenibilità. A partire da un impegno ad applicare principi coerenti nella loro costruzione”.
Conclude l’esperto di riqualificazione Chris Brown: “Le città si sanno rinnovare continuamente e organicamente per il benessere dei propri cittadini, è logico usare spazi e infrastrutture che già esistono, ed è questo il senso dello sviluppo urbano sostenibile”.
Una soluzione WIN-WIN che permette risparmi economici, sociali, ambientali. I costi di urbanizzazione in Italia sono insostenibili nella fase di mantenimento (raccolta rifiuti, illuminazione, frazionamento del suolo). I costi ambientali dovuti al trasporto diventano alla lunga insostenibili (vedere es. fascia pedementana in Veneto).
Efficienza, recupero e riconversione saranno le parole chiave del futuro.
Vale lo stesso per Rifondazione. Però va detto che la sinistra in Italia governa i territori con un PD che ha una vocazione cementificatoria inarrestabile. Questo ha comportato un profilo non sempre netto agli occhi di chi guarda dall’esterno. la battuta di bottini può apparire ingenerosa, ma purtroppo è condivisa da tanti e qualche ragione ci sarà pure.
Anche MoVimento 5stelle ragiona da tempo sulla questione.
Non è vero che non è nel programma di alcun partito, c’è in quello di SEL:
Le proposte di SEL
a cura di Luisa Calimani
Proposte legislative
1) Avvio della nuova legge sul Governo del Territorio
2) Proposte di norme urbanistiche “stralcio” da predisporre e approvare in tempi rapidi che verranno poi inserite in maniera organica nella Legge Nazionale, necessaria, ma che avrà certamente tempi di approvazione medio lunghi:
a) Limite al consumo di suolo, sia quello agricolo che quello interno ai centri edificati e indici massimi di permeabilizzazione delle aree in trasformazione. Moratoria delle nuove costruzioni previste nei PRG vigenti
b) strumenti normativi per restituire alla collettività il plusvalore della rendita urbana generato dalla pianificazione urbanistica
c) Decadenza delle capacità edificatorie previste nei PRG in corrispondenza della decadenza dei vincoli sulle aree per servizi pubblici destinate all’esproprio imposta dalla Corte Costituzionale
d) stabilire le modalità di applicazione della Perequazione Urbanistica, che assicuri nei processi di trasformazione urbana, l’acquisizione di aree destinate dal Piano Regolatore a servizi pubblici
e) Disposizioni relative alle aree demaniali e militari che evitino un mercimonio a danno della città e assicurino una dotazione pubblica di verde e servizi
f) Regolamentazione delle aree delle attività produttive dismesse interne al centro edificato relativa alle funzioni ammissibili, agli indici edificatori e alla percentuale massima di impermeabilizzazione consentita
g) Aggiungere l’ERP come nuovo standard in modo da integrare gli utenti di alloggi sociali agli altri abitanti in tutte le parti della città
h) Limiti all’applicazione del Project Financing qualora sia evidente il danno economico provocato all’Ente pubblico
3) Va modificata la Legge 431/1998 sulla disciplina delle locazioni :
a) che impedisce agli sfrattati per morosità, anche se indigenti o disoccupati, l’accesso all’ERP.
b) Vanno posti limiti alla vendita dell’edilizia sociale pubblica in presenza di domande di famiglie aventi diritto all’ERP.
c) Va posto un limiti all’aumento dei canoni di locazione per i negozi con più di 30 anni di attività ubicati nei centri storici di Comuni superiori a 20000 abitanti e vanno tutelati gli antichi arredi (i centri storici stanno perdendo attività artigianali e commerciali con decenni di storia che contribuiscono a mantenere il tessuto sociale e l’immagine della città storica)
d) Va incentivato l’affitto anche (e non solo) con sgravi fiscali
e) Va modificata l’IMU sulla prima casa togliendola ai ceti sociali meno abbienti (60%)
f) va ridefinito l’uso e la destinazione degli introiti derivanti dall’edificato/edificabile affinche i Comuni non debbano trarre dalla cementificazione e dal consumo di suolo le risorse per poter fornire i servizi necessari ai cittadini
4) Va soppressa o modificata drasticamente la Legge Obiettivo
I Finanziamenti vanno destinati prioritariamente a:
– manutenzione urbana (rete idrica e fognaria, stombinamento e pulizia di fossi e scoline). Sistemazione delle strade nei “punti neri” dove avvengono i più frequenti incidenti.
– manutenzione degli edifici ERP con priorità di quelli vuoti (che se recuperati possono essere riassegnati alle famiglie in graduatoria)
– Piano dell’edilizia sociale (richiedendo che Comuni e ATER abbiano la disponibilità delle aree). Acquisto di alloggi privati invenduti (lottizzazioni o edifici con più unità abitative) a costi dei massimali ERP (che oltre ad evitare il fallimento di qualche impresa, metterebbe a disposizione gli alloggi in tempi brevi) . Incentivi alla casa in affitto
– manutenzione degli edifici scolastici iniziando con quelli della prima infanzia e in condizioni di maggior degrado
– risanamento dei Centri Storici, restauro degli edifici di pregio pubblici e privati, compresi i complessi rurali (non dimenticando che il turismo culturale è in crescita e investire nel patrimonio d’arte italiano significa anche business e occupazione di tanti giovani esperti, rimasti senza lavoro perché si sono spente le sorgenti di finanziamento)
– reti di trasporto pubblici urbano e intercomunale, realizzazione dei percorsi pedonali e ciclabili già progettati, reti ecologiche, rimboschimento di aree urbane nelle zone centrali e in quelle più inquinate e degradate anche in applicazione della nuova legge n° 10/2013
– pagamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni dei lavori già eseguiti dalle imprese di costruzione
– PIANO per le CITTA’ che fissi criteri stringenti di qualità dei progetti sulla base di ricadute positive in termini sociali e ambientali, riqualificazione delle periferie urbane attraverso la dotazione di standard e di ampi spazi destinati a verde
– Va riproposto il Tavolo Permanente sulle Politiche Abitative composto da tutti i soggetti interessati (sindacati, enti locali e regionali, Federcasa, Confedilizia ecc,)
In questa.Sede si potrebbero affrontare in modo integrato le politiche abitative (pubblico, privato, convenzionato ..), gli incentivi, la detassazione (per l’affitto e l’edilizia ecosostenibile), le priorità degli interventi e dei finanziamenti. In particolare potrebbe essere determinate in questa sede le regole per la costruzione e riconversione ecologica degli edifici (impiego di materiali e tecnologie ecosostenibili, uso di energie rinnovabili, risparmio energetico) oltre alla più complessa questione della riconversione ecologica delle città in particolare delle aree urbane più critiche a livello sociale e ambientale.
E’ oggi il vero modello di sviluppo, facciamolo nostro