I comitati per la difesa del territorio di Cerveteri (RM) si muovono per contrastare la realizzazione di un impianto a biogas a Pian della Carlotta (Località Sasso).
Ai dubbi sulla tecnologia utilizzata, si aggiunge la necessità di non sottrarre ulteriore territorio alla produzione alimentare ed evitare un intenso ed inquinante traffico di automezzi. La zona inoltre presenta vincoli di carattere archeologico, ambientale ed idrogeologico.
Ecco una sintesi della situazione dell’alto Lazio e un confronto con altre realtà del territorio italiano nel comunicato del Comitato Terra Nostra, del Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio e di Salviamo il paesaggio Litorale Roma Nord
La centrale a biogas in costruzione a Pian della Carlotta (Sasso), l’incognita della discarica a Pizzo del Prete, il raddoppio della discarica di Cupinoro a Bracciano, il megaimpianto a biogas a Maccarese, il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino, i veleni della centrali di Civitavecchia.
L’alto Lazio è ormai una delle zone in Italia con i tassi più elevati di incidenza del tumore (dato ISDE).
E proprio qui a Cerveteri una centrale a biogas minaccia la salute e l’ambiente, come dimostrano i medici dell’ISDE e decine di studi scientifici, perché è in grado di emettere nell’aria polveri sottili per chilometri e chilometri, rendendo l’aria che respiriamo portatrice di nitrati, diossine e polveri sottili. Queste sostanze sono altamente pericolose e provocano cancri, ictus, infarti, trombo embolie polmonari, aborti, malformazioni fetali e malattie neuroendocrine. Il digestato sparso sul terreno può inquinare le falde acquifere e veicolare le spore del mortale clostridium botulinum. Pericoli gravissimi che hanno indotto la magistratura delle Marche ad aprire delle inchieste, ad indagare amministratori e a chiudere questi impianti.
Per alimentare una centrale da 1 Megawatt, come quella in costruzione a Pian della Carlotta, servono circa 300 ettari di terreno, coltivato soprattutto a mais. Poiché il mais serve solo alla putrefazione che genera il gas che viene poi convertito in energia elettrica e, poiché quello che conta è la resa, i terreni coltivati vengono irrorati con dosi massicce di fertilizzanti e di pesticidi, provocando inquinamento del terreno stesso e delle falde acquifere sottostanti. Perché vengono costruite le centrali biogas? Perché gli incentivi dello Stato (D.M. 6 luglio 2012) sono elevatissimi e durano per ben 15 anni!
E intanto nel resto d’Italia…
– Cozzano, Parma: il sindaco ha bloccato la centrale a biogas con una variante al Rue.
– Marche: La Procura della Repubblica di Ancona ha inquisito 13 persone che avevano autorizzato la costruzione di centrali biogas di Agugliano, Camerata Picena, Castelbellino, Jesi e Osimo.
– Morrovalle (Macerata): la magistratura ha disposto il sequestro di terreni confinanti con una centrale biogas per inquinamento da digestati.
– Castiglion Fibocchi (Ar): in seguito alle lotte dei comitati è stato ritirato il progetto di una centrale biogas.
– La Asl di Cuneo 1 ha bocciato il progetto di una centrale biogas per il rischio di diffusione del batterio della legionella.
– Monselice (Pd): Il sindaco dice no al biogas dell’Agricola Berica per “una probabile svalutazione dei terreni e degli immobili della zona”, e per “potenziali pericoli per l’ambiente e per la salute”.
– Fara Sabina (Rieti): Il comune stoppa la centrale biogas con una modifica al regolamento di igiene pubblica, aumentando le distanze dalle abitazioni per impianti a biomassa da 200 metri a 1,5 chilometri.
– Polesine (Rovigo): Il consiglio comunale di Lendinara ha votato il documento per la revoca di tutte le autorizzazioni di costruzione di centrali a biogas sul territorio comunale.
– Montezemolo (CN): sospeso l’iter per la costruzione di una centrale a biomasse per mancanza di incentivi.
– Capalbio (GR): la Provincia di Grosseto ha bocciato definitivamente il progetto di una centrale biogas nel comune di Capalbio.
– Galatone (Lecce): Il comune di Galatone blocca i lavori di costruzione della centrale biogas, diffidando i costruttori a proseguire i lavori.
La speranza è riposta in questa amministrazione la quale, anche se spesso ha avuto bisogno di essere spronata dal coraggio dei cittadini, è la prima responsabile della salute del territorio e quanti ci abitano. Cerveteri aspetta fiduciosa le mosse del Sindaco che grazie all’aiuto del dott. Montanari, che finalmente ha ricevuto i documenti, potrà finalmente seguire l’esempio dei molti suoi colleghi sparsi in tutta Italia.
L’attenzione dei comitati, che hanno promosso anche una raccolta firme, si concentra anche sull’iter autorizzativo dell’impianto. Perchè non vengono rispettate le prescrizioni?
Nella Pronuncia di Valutazione d’Incidenza della Regione Lazio del 18 novembre 2010, indirizzata al Comune di Cerveteri, al Corpo Forestale dello Stato, alla Provincia di Roma e alla ditta proprietaria dell’impianto, è stato dato parere favorevole alla costruzione dell’impianto a biogas ma con alcune prescrizioni, tra cui: “I lavori dovranno essere eseguiti nel minor tempo possibile, al fine di ridurre il tempo di esposizione a disturbi da rumore e di presenza umana e sospesi, al fine di non interferire con la stagione riproduttiva di diverse specie di Uccelli, nei mesi da Aprile a Giugno. Il Corpo Forestale dello Stato, tramite il proprio personale e anche attraverso azioni congiunte e coordinate, deve assicurare un’adeguata sorveglianza e in caso di imprevedibili e non descritti danneggiamenti e/o disturbi agli habitat o alle specie della Direttiva 92/43/CE “Habitat”, riscontrati nella realizzazione dell’intervento, adotta immediate e idonee misure per interrompere o ridurre i danneggiamenti e/o disturbi medesimi.”
Tale prescrizione secondo numerose testimonianze è stata completamente disattesa; infatti, dal 2 aprile, ferve sul posto un’intensa attività di camion, furgoni e scavatori.
Inoltre, a fianco dell’impianto, la cava continua imperterrita la sua attività mediante decine di mezzi che con rumori assordanti sicuramente disturbano anche loro l’habitat dell’avifauna e danneggiano irrimediabilmente il territorio.
Richiediamo nuovamente l’intervento URGENTE degli organi competenti. A tale proposito è già stato richiesta da alcuni giorni l’iniziativa del Comune per sollecitare l’intervento degli organi preposti e per avere delucidazioni a riguardo ma sinora senza esito.
I Comitati, in considerazione delle suddette prescrizioni e di una mancata tempestiva sospensione dei lavori, hanno deciso di denunciare il fatto alle Autorità amministrative e giudiziarie competenti.
Comitato Terra Nostra, Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio e Salviamo il paesaggio Litorale Roma Nord
Penso che con qualche aiutino di magistrati (che tanto il loro stipendiuccio ce l’hanno) e di politici che cercano voti facili, avremo la natura vergine e incontaminata. peccato che se non troviamo danaro altrui per pagarci uno stipendio dovremo vivere di nocchie biologiche o andare a lavorare a Seul o a Pechino. Condivido solo che il biogas non dovrebbe avere incentivi pubblici.
E poi non bisogna disturbare l’avifauna col rumore dei cantieri e danneggiare irrimediabilmente il territorio. Una curiosità: ma lo stipendio, a voi, chi ve lo paga?