Una sintesi di quanto emerso dall’incontro dello scorso 15 maggio che ha visto al centro della discussione la Green Economy, l’edilizia e le città sostenibili.
Presso il Centro Svizzero di Via Palestro 2 a Milano, il 15 maggio 2013 si è svolto l’annuale workshop dedicato alla green economy. Nel 2012 l’argomento trattato erano le agro – energie, mentre quest’anno i lavori erano dedicati a “L’Umanesimo Verde. GO-GREEN 3.0. E’ la scienza dei contadini?”. L‘obiettivo era quello di indagare e fare il punto sulla situazione dell’economia verde da un punto di vista sempre più vicino ai cittadini e ai suoi cicli di vita, alle organizzazioni intese come comunità, a quello che consumiamo e che buttiamo.
Questa iniziativa, gratuita e aperta a tutti i cittadini, ha visto la partecipazione di importanti personalità ed istituzioni chiamate a discutere di questi argomenti nell’ambito del Green Management Programme della Fondazione Istud, con partecipazione della Rappresentanza a Milano della Commissione europea ed il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dello Sviluppo Economico.
La linea guida del dibattito sono state: pensare globale, agire locale.
Durante il workshop si è parlato di edilizia sostenibile, case di paglia, di riutilizzo dei rifiuti, di risparmio alimentare, del miglior uso dell’acqua, di smart cities, della nuova vita delle rinnovabili e della burocrazia da tagliare, di chimica verde, di bioraffinerie e in generale delle nuove idee incentrate sulla tutela dell’ambiente. Sul sito ISTUD (www.istud.it) dell’iniziativa si possono trovare tutti i relatori. Richiamiamo per brevità solo Marella Caramazza, Direttore Generale Fondazione ISTUD, Fabrizio Spada, Direttore della Rappresentanza regionale a Milano della Commissione europea, e i coordinatori Alberto Melgrati, Fondazione Istud e Federico Luperi, Adnkronos.
Particolarmente interessanti sono stati due interventi. Il primo di Andrea Poggio, Vice direttore di Legambiente, con l’intervento “Serve un patto per le città”. Autore del libro “Le città sostenibili” (dedicato ai centri urbani del futuro, agli smart citizen e alle smart community – Bruno Mondadori Editore) ha improntato il suo intervento su “quattro termini che dovrebbero ispirare le nostre azioni verso il cambiamento: urgenza, radicalità, collaborazione e prontezza”.
Andrea Poggio sottolinea “come vi sia urgente rendersi conto della nuova fase di sviluppo in cui viviamo”. Le difficoltà per la crisi, la disoccupazione, impongono “scelte nuove” per “rifare l’Italia partendo da quella che è senza volerne ri-costruire un’altra da un’altra parte”. Gli obiettivi non possono non essere radicali “Edifici con consumo quasi zero, eco quartieri, car free, riciclo e riuso ricordando l’esigenza di non fare scarti”. Bisogna porsi la “domanda se in futuro la parola chiave sarà competizione o collaborazione?”. Esistono già esempi di collaborazione tra città su progetti di miglioramento. Infine l’ultimo termine, prontezza “nell’utilizzo delle nuove tecnologie finalizzate a dare una risposta ai desideri delle persone”.
Il secondo intervento, che segnaliamo, è quello di Fabio Cova, architetto specializzato in edilizia sostenibile, sul tema delle “Costruzioni a basso impatto ambientale e a basso impatto economico”. Durante questo intervento si è parlato, in sintesi, dei nuovi materiali utilizzati nelle costruzioni ed in particolare delle case di paglia.
Cova ha fatto il punto sulla progettazione di case che utilizzano la paglia per le pareti e l’argilla per gli intonaci mantenendo l’aspetto di costruzioni in cemento e mattoni. Queste costruzioni riprendono tecniche del passato adeguandole alle tecnologie moderne. Una esperienza “vista come evoluzione della costruzione delle case di legno con il vantaggio di utilizzare materie prime, paglia e argilla, da noi disponibili spesso come scarto di altre lavorazioni”. Una esperienza abbastanza “diffusa nel nord Europa ma con alcune applicazioni anche in Italia, in particolare è in fase di realizzazione una costruzione a Segrate vicino a Milano”.
Angelo Crespi
Approfondimenti:
http://www.istud.it/eventi/green_2013.aspx
http://energia24club.it/articoli/0,1254,51_ART_153917,00.html
Bravo Marco,
per esempio, LEGAMBIENTE è azionista ed è nel Consiglio di Amministrazione di TIRRENO POWER ( centrale a Carbone ) e al tempo stesso di SORGENIA , promiotrice delle energie rinnovabili, entrambe di proprietà di Carlo De Benedetti ( quello che si è giocato la silicn valley italiana, cioè l’Olivetti di Ivrea , e che è la tessera n. 1 del PD )
“Nuova vita delle rinnovabili e della burocrazia da tagliare”. Che vuol dire?!?
Vuol dire che bisogna finirla di devastare i territori con impianti eolici speculativi? Finirla di mettere pannelli fv sui campi? Che bisogna solo mettere pannelli fv sui tetti e pensare al risparmi energetico?
Oppure.
Significa eliminare le leggi che tutelano i territori, indebolire le Soprintendenze e dare mano libera agli speculatori eolico-fotovoltaici in cerca di guadagni?
Bisogna sempre stare attenti ai lobbisti delle rinnovabili speculative che si infiltrano dappertutto e hanno imfiltrato pure alcune associazioni ecologiste.