Da terreno agricolo a discarica di materiale inerte. Cittadini e associazioni di Prato dicono no al cambio di destinazione di un terreno che per di più è considerato a rischio idrogeologico.
Il Comune di Prato, con una serie di appositi atti Urbanistici ed Amministrativi, sta indirizzando una vasta area di terreno posta tra via delle Lame, Via Pistoiese ed il torrente Bagnolo, (meglio definita nelle tavole del N.C.T. a l foglio n. 30, particelle 63-64-68-175-176-178) alla trasformazione da zona “prevalentemente agricola” , inserita nella Invariante “Struttura Agro Ambientale” tavola Es. 5 Disciplina dei suoli del Vigente Piano Strutturale, ad area destinata all’insediamento di impianti di trattamento e recupero di materiali non nocivi provenienti dall’attività edilizia con conseguenti pesanti ripercussioni dal punto di vista ambientale per la dispersione nell’aria di grosse quantità di polveri generate dalle lavorazioni di frantumazione degli inerti.
Questo stesso terreno è altresì classificato come “cassa di esondazione” nel Piano Stralcio Rischio Idraulico dell’Autorità di Bacino dell’Arno. Considerato che il centro abitato della frazione di Viaccia dista poco meno di cento metri da quei terreni, i cittadini si erano pronunciati affinchè fosse instaurato un tavolo di confronto circa l’instaurazione nella loro frazione di una attività così pesante senza nemmeno uno stralcio di studio di impatto ambientale.
In quell’area tra l’altro i cittadini viaccesi si erano comunque espressi durante il progetto “Parteciprato” indetto dall’amministrazione comunale nel 2004, prevedendo la realizzazione della cassa di laminazione del torrente bagnolo, di un laghetto e di un giardino pubblico in quanto la comunità, sempre più numerosa, vedeva utile la realizzazione di una o più aree verdi pubbliche che elevassero gli standard di vita e di convivenza cittadina tuttora assenti.
Al muro di silenzio anteposto dall’amministrazione pratese i cittadini della zona hanno risposto dando vita ad un comitato che sta promuovendo una raccolta di firme (ne sono già state depositate circa 1.200) con l’obbiettivo primario di dire NO al cambio di destinazione di quell’area verde.
Parallelamente a questa iniziativa e con la consulenza di alcuni legali, il COMITATO CITTADINI PER VIACCIA sta valutando tutte le possibilità legali per difendere il proprio territorio ed il diritto alla salute degli abitanti di tutta l’area interessata.
Marco Sarti,
Movimento5Stelle Montemurlo
Facciamo come i turchi…
Non è prudente giocare con qualcosa chiamato cassa di esondazione.