Sul crinale del Monte Mesa di Rivoli (tra 290 e 309 m di quota), nella parte meridionale dell’anfiteatro morenico di Rivoli, l’Agsm di Verona ha realizzato 4 aerogeneratori alti 80 metri (come un grattacielo di almeno 25 piani), con tre pale di 46 metri e due megawatt di potenza ciascuno. È il primo progetto eolico di grandi dimensioni nel Veneto, attivato nel mese di aprile 2013: si produrrà ogni anno energia elettrica, che verrà immessa in rete, per coprire il fabbisogno energetico di 18 mila persone, 10 volte gli abitanti di Rivoli.
Rivoli dista circa 25 km a nord-ovest da Verona. La zona dove sono state costruite le pale eoliche è altamente paesaggistica e sarebbe utile tutelarla, ma la costruzione delle pale eoliche pone dei quesiti al riguardo.
Le pale: opportunità o scempio del paesaggio?
Naturalmente, e come spesso accade in questi casi, ci sono differenti correnti di pensiero a proposito dell’opportunità e l’utilità per la collettività che le pale eoliche potrebbero rappresentare.
Come si legge nel sito del comune di Rivoli, queste furono alcune delle parole del primo cittadino, Mirco Campagnari, all’indomani della presentazione dell’istallazione delle nuove pale: “Cari Cittadini, gli aerogeneratori dell’impianto eolico di Rivoli Veronese, sul monte Mesa, rappresentano un deciso contributo alla produzione di energia pulita… Dopo sette anni di studi, analisi e confronti e il coinvolgimento in Conferenza dei Servizi di più di trenta enti, lo scorso novembre la Regione Veneto ha autorizzato l’inizio dei lavori… L’impianto eolico è costituito da 4 aerogeneratori da 2 Megawatt (MW) ciascuno per una potenza complessiva di 8 Megawatt. Produrrà 16 milioni di chilowattora l’anno pari al fabbisogno energetico di circa 18 mila persone. I cambiamenti climatici dovuti al surriscaldamento del pianeta sono uno dei problemi che l’umanità dovrà affrontare nel terzo millennio…. L’impianto eolico di Rivoli Veronese darà un significativo contributo a questo passaggio e farà risparmiare quasi 3.000 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno, consentendo di ridurre di 7.300 tonnellate le emissioni di anidride carbonica in atmosfera… Il progetto è stato sviluppato e progettato nel dettaglio in modo da contenere gli impatti sul territorio, mitigarli e compensarli. Proprio su questo fronte, terminato il cantiere, verrà ripristinato il terreno sulle piazzole e sulle aree di passaggio e si procederà a ristabilire l’habitat e la colonizzazione delle specie arboree tipiche della zona. Si procederà inoltre alla riqualificazione dei cosiddetti ‘prati aridi’ adiacenti all’impianto con la semina e il rimpianto delle orchidee selvatiche. Nelle vicinanze del parco eolico verrà realizzata una pista ciclabile che si collegherà a quella già esistente che scorre lungo il canale Biffis, oltre alla realizzazione di un percorso didattico appositamente dedicato.
Ma ci sono anche opinioni opposte, come ad esempio quella di Raffaelo Boni, presidente del circolo di Legambiente per il Garda Baldo «Il Tasso», secondo cui «L’impatto c’è, eccome, queste pale sono mastodontiche e il luogo ha subìto molte alterazioni per farvi spazio».
Oppure come CTG Monte Baldo che contestano la posizione sbagliata, proprio allo sbocco della Val d’Adige con un impatto visivo enorme, da qualsiasi punto le si guardi, tanto più da sud, con alle spalle il Monte Pastello ed il Monte Baldo. L’inserimento di pale eoliche contrasta con il mantenimento dell’integrità paesaggistica dell’anfiteatro morenico. È sicuramente importante perseguire la strada dell’energia sostenibile, ma è altrettanto importante la salvaguardia del patrimonio paesaggistico.
Proseguono gli esponenti di CTG Monte Baldo: Gli impianti eolici del Monte Mesa sono fuori luogo, andavano spostati più a sud in un luogo più consono. Perché non fare l’impianto a Camporengo, un km più a sud tra quei bruttissimi capannoni dell’espansione industriale-artigianale? Anche li c’è il vento… sempre.
Scarica l’articolo di Maurizio Delibori e CTG Monte Baldo:
“Le pale eoliche di Rivoli, sfregio al paesaggio dell’anfiteatro morenico” (pdf, 440 kb) >>
Una speculazione indecente e indegna, che va a devastare un afiteatro morenico che dovrebbe essere tutelato dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Queste cose accadono solo perchè gli incentivi troppo elevati le consentono. Altrimenti qui le pale non le avrebbero messe.
[…} rien ne m’agace comme ce qui tourne sur place (Paludes)
Su André Gide si possono esprimere pareri contrastanti: al suo tempo, fu uno scrittore molto apprezzato. Ora non se lo fila più nessuno, e qualcuno direbbe che era anche omesessuale e antisemita. Non di meno, alcune cose Gide le aveva capite: e cioè che gli oggetti che ruotano su se stessi hanno poteri ipnotici. Le menti cadono nel sonno della ragione, e nascono, giust’appunto, le opere degne del nome “Paludi”.
A) le turbine sono ferme quando non c’è vento
Così come il fotovoltaico è ovviamente spento di notte e l’idroettrico non va quando non c’è acqua.
Gli ignoranti che ripetono “le pale (=aerogeneratori, turbine) sono sempre ferme” dicono stupidaggini. La produzione annuale di un impianto eolico è considerata sufficiente sopra i 2000kWh/anno/kWp (2000 chilowattora all’anno per chilowatt di potenza installata) e a Rivoli è così.
B) giuste le osservazioni sull’impatto paesaggistico ben più grave della selva di tralicci della media ed alta tensione presenti in zona, che tra l’altro sarebbero TUTTI ELIMINABILI interrando le linee, ma questo dato di fatto gli ambientalisti fai-da-te lo scordano sempre. Che andassero a tuonare contro Enel e Terna che per risparmiare installano ancora linee aeree, invece di sproloquiare sull’energia eolica che evita di bruciare carbone e altri combustibili fossili, carbonizzando l’aria che respiriamo tutti.
C) chi investe in energia eolica lo fa solo se il parco produce a sufficienza; l’incentivo è dato in proporzione alla produzione, quindi no produzione = no incentivo = perdite.
D) chiunque installi turbine deve prestare fideiussioni che garantiscono il completo smaltimento e ripristino del sito al termine dell’attività (25 anni di solito). Se anche la società fallisce, il comune può escutere la fideiussione e pagare l’impresa che smonta le turbine e smantella le fondazioni riportando il sito a naturalità antecedente.
Questo NON ACCADE per gli impianti termoelettrici, nucleari, per le aziende, per gli immobili, per le cave: in tutti questi casi la deturpazione dei luoghi o è permanente (cave e oserei dire nucleare) oppure il ripristino è un costo addossato alla comunità e mai incluso nei costi di produzione dell’energia, oppure nel caso di aziende o condomini nel costo di costruzione.
Eppure agli ambientalisti fai-da-te non viene mai in mente di protestare quando vengono costruiti capannoni a mitraglia che rimangono sfitti e che se mai verranno smantellati sarà a carico della fiscalità generale (cioè con le tasse dei cittadini).
Da ultimo, una informazione: l’eolico l’anno scorso ha prodotto quanto un paio di centrali nucleari di medie dimensioni, e da quest’anno deve pure prevedere il meteo e quindi la produzione ora per ora del giorno dopo in modo da facilitare l’adeguamento della produzione termoelettrica programmabile, limitando e i costi. In caso di errore di previsione il gestore dell’impianto percepisce prezzi e incentivi ridotti e in caso estremi anche negativi, riducendo ulteriormente i già esigui margini – a seguito delle ripetute riduzioni degli incentivi.
Incentivi che la legge originale sui certificati Verdi addossava come costo ai produttori fossili non in linea con un minimo di generazione rinnovabile, ma che grazie alle lobbies sono stati “girati” in bolletta agli utenti per tramite dell’obbligo di ritiro eccesso CV da parte del Gse (invece di assorbire l’accesso di Cv adeguando i minimi d’obbligo degli operatori non rinnovabili).
Quando nel passato hanno costruito i primi tralicci dell’alta tensione le persone si saranno abituate poco per volta a vederle immerse nel paesaggio ma per me che ho 40 anni è sempre stato naturale vederli.
Abito dove ci sono 2 pale eoliche e mia figlia apprezza il bello delle nostre montagne anche con quelle torri perchè capisce che mettono a disposizione l’energia che serve a tutti nella quotidianità.
Io penso che produrre energia sfruttando il vento, il sole e l’acqua per il nostro paese è molto meglio che ricorrere a centrali nucleari o dipendere dagli altri stati. Come cittadina mi sento tutelata perchè al giorno d’oggi la nostra burocrazia ambientale è tra le più stringenti del mondo e se qualcuno ha ottenuto un permesso per attuare certi investimenti avrà tutte le carte in regola per farlo, preferendo di investire in Italia piuttosto che all’estero dove tutto è più semplice.Spero che i bravi tecnici che abbiamo nel nostro paese continuino a ricercare soluzioni migliori per consentirci di progredire e nello stesso tempo non distruggere la natura .
penso che le pale siano, in termini costi/benefici ciò che meno danneggiano il territorio. conosco un pò quel territorio, tanto caro a Eugenio Turri secondo me è molto più impattante vedere tutta quella valle dall’alto e rendersi conto di come è stato fortemente sprecato il territorio: ovunque cave di pietra e un’edilizia abitativa e industriale diffusa, sparpagliata fra i vigneti pressochè caotica e senza un filo conduttore. unico riferimento è l’a22 che taglia di netto l’intero territorio. altrochè pale, almeno quelle una volta dismesse lasceranno poche tracce del loro passaggio,ma tutta la piana è fortemente compromessa.
Le pale eoliche sono solo speculazione e pappatoia, e spesso sono ferme. E il rumore dove lo mettiamo? E la loro poca longevità? Smettiamola di fare falsa economia verde, che serve solo a riempire le tasche di pochi.
consumare terreni – in qualsiasi modo – liberi è oggi un crimine. chi sostiene un simile scempio è un pazzo e/o un ignorante. occorre riqualificare l’esistente. ma i mass media ci stanno facendo il lavaggio di cervello per farci accettare ogni tipo di scempio. del resto sono le lobby industriali che pagano i mass media, sicché tutto torna.
io trovo che le pale eoliche siano molto belle dal punto di vista estetico.dal punto di vista dell’impatto credo che ci si debba concentrare di piu’ su tutte quelle brutture costruite per speculazione ovunque nei nostri bei paesaggi. è chiaro che non si debba esagerare e tenere alta l’attenzione anche sull’eolico, ma l’energia pulita cosi’ prodotta mi sembra una buonissima cosa.ve lo dice una che vive in una zona delle piu’ inquinate d’Europa(pianura padana).saluti a tutti e grazie per quello che fate
sono appena tornato dalla puglia dove nella zona di lucera foggia e troia ci sono centinaia di pale
Dire che non hanno un impatto visivo sarebbe una bugia
Ma dopo un poco il paesaggio si riesce ad apprezzare lo stesso e gli impianti eolici hanno permesso di recuperare s.agata di puglia che ha ottenuto la bandiera arancione del TCI.
Se ci sono luoghi più adatti e meno panoramici sono senz’altro preferibili ma le pale eoliche un impatto visivo lo avranno comunque