Il Comitato Locale del Forun Salviamo il Paesaggio di Benevento, rappresentato da Erasmo Timoteo, lancia l’idea di istituire un parco agricolo ed archeologico in una area interessata, invece, da un progetto di espansione urbana che prevede la costruzione di 426 alloggi dietro il paravento dell’housing sociale.
Il progetto di Housing sociale, infatti, contraddice la destinazione agricola che lo stesso nuovo strumento urbanistico della città le assegna, come “E1” zona di interesse per l’agricoltura tipica e specializzata.
La parte occidentale della città, invece, risulta di grande interesse ambientale, trovandosi nei pressi della confluenza del fiume Sabato e del Calore si configura come molto interessante per la sua ricchezza di verde, patrimonio archeologico, monumenti, attività agricola con antiche masserie.
Il comitato, quindi, propone che l’area sia UN’AREA DA RESTITUIRE AI CITTADINI.
I cittadini di Benevento, infatti, oltre alla villa comunale, istituita 150 anni fa, non hanno degli spazi verdi, ricchi di ossigeno dove potere passeggiare. Basta percorrere, qualche mattina, via Aldo Moro o Via Grimoaldo Re, per rendersi conto che sono quelli i luoghi prescelti per fare moto con il rischio di intossicarsi con gli scarichi delle auto.
La stessa, Soprintendenza ai Beni Archeologici di Benevento, Avellino, Caserta e Salerno, prendendo a riferimento il lavoro svolto sul territorio di Benevento, all’inizio del secolo scorso, intitolato “Lungo la Via Appia e Traiana” con le fotografie di Robert Gardner e Thomas Ashby , ora conservato alla British School di Roma, ha deciso di effettuare degli approfondimenti sulla Via Appia nel tratto che da Ponte Corvo entra a Benevento e nel tratto in uscita dalla città fino al Ponte Rotto di Apice, sotto la guida della Dott.ssa Luigina Tomay. Questo lavoro è stato pubblicato nel 2012 in un volume dall’identico nome edito dalla Delta 3 Edizioni – Grottaminarda (AV)
Nei pressi di Santa Clementina, inoltre, sono state eseguite prospezioni che hanno restituito tombe, con i loro tradizionali corredi e basamenti di monumenti funerari; d’altronde, non lontano da lì, è bene visibile il nucleo cementizio, sormontato da un crocefisso, di un mausoleo funerario trasformato in religiosità popolare, di cui parlano gli autori del libro già nel 1913. Sullo stesso lato affiorano a livello di terra basamenti della stessa natura. Sul lato opposta della strada sotto la scarpata della strada attuale, si conserva un lungo muro di contenimento di età romana, che in alcuni punti presenta ancora il paramento in opera mista. Nonostante la fitta vegetazione in almeno tre punti sono stati individuati lungo questo versante i basamenti di altrettanti edifici funerari.
“Tale documentazione restituisce l’immagine di un tratto della via Appia che, immediatamente prima del suo ingresso in città, era delimitata su entrambi i lati da monumenti sepolcrali, così come ben conosciamo da altre realtà meglio conservate (Roma, Capua). Fortemente auspicabile è l’avvio di un progetto di recupero e valorizzazione dell’intera area che, nonostante i recenti interventi edilizi, continua a mantenere caratteri spiccatamente rurali. Prioritari appaiono il rilievo topografico e il recupero conservativo dei monumenti funerari, che potrebbero rappresentare il primo passo verso la creazione di un Parco Archeologico extraurbano, da raccordare ai monumenti e ai percorsi archeologici già visitabili in città.”
Infatti nelle immediate vicinanze vi è il Ponte Leproso, l’Anfiteatro di Benevento, il criptoportico Santi Quaranta, il Parco verde Archeologico di Cellarulo, il Ponte Fratto, tutti monumenti e luoghi bisognosi di sistemazione e da rendere fruibili per i cittadini. Non sono da escludere nella valorizzazione, gli edifici di culto come la chiesa di S. Cosimo e S. Clementina
Il Comitato, ancora, sottolinea che trattasi di un’ AREA VERDE DI VALORE PAESAGGISTICO CON IMPORTANTI MASSERIE STORICHE. In Contrada S. Clementina viene praticata l’agricoltura tipica e specializzata; molte famiglie continuano una tradizione secolare degli orti familiari. Vi è la presenza di importanti esempi di masserie storiche a testimoniare l’esistenza di un’agricoltura ricca di cultura e tradizioni che sono in uno stato di abbandono; questa ricchezza potrebbero andare dispersa se non recuperati in tempo .
Inoltre, l’alveo del fiume Sabato è considerato corridoio ecologico dal PTCP e dal PUC. Questo è una importante acquisizione da preservare ed incentivare perché molte specie, tra cui uccelli, mammiferi, ma anche insetti impollinatori migrano attraverso queste aree per spostarsi alla ricerca negli ambienti più adatti per la loro sopravvivenza.
Un’altra area verde è quella del Lungo Sabato Boulevard che attualmente versa in uno stato di abbandono e che dovrebbe essere organizzata e resa fruibile, magari destinando un pezzo dell’area agli orti sociali.
bè, se posso permettermi solo un banale commento, scrivendo ciò ke mi è venuto a mente appena ho finito di leggere l’articolo….spero ke non faccia la fine della pista ciclabile sita in cda pezzapiana….cominciata e MAI portata a termine!!
Tantomeno abbiamo avuto il piacere di percorrerla ed ammirarne le bellezze paesaggistiche nonché godere dell’aria e della tranquillità che si può avere frequentando un posto del genere, oltretutto vicinissimo alla città ma una volta addentrati neanche ci si accorge!
Cmq bella iniziativa, in bocca al lupo, e fate il possibile.
Bravi; scendete in piazza con tavole rotonde aperte a tutti, ben reclamizzate. Il social housing (peraltro utile) lo si faccia recuperando e restaurando alloggi nel centro storico.
Dario, Pinerolo, Italia
abitavo aBenevento da bambina e ricordo tuttiquei luoghi con nostalgia ,abitavo in una delle masserie accanto alla peschiera che mi han detto è stata distrutta.VANDALI.Spero riusciate a far qualcosa prima che finisca cosi’.Altro posto straordinario era il Ponte del Valentino…ancora in piedi?