Quando si parla di TAV viene subito in mente la Val Susa, ma la questione TAV in Italia percorre vari territori, e in ognuno di essi porta poco di buono e molto di marcio (su tutto i domiciliari della Lorenzetti di questi giorni). Anche la Toscana, in questo caso Firenze, paga il prezzo di un fantomatico concetto di sviluppo che mal si lega con l’idea di rispetto del territorio.
E’ d’obbligo sottolineare, ancora una volta, l’importante ruolo che i comitati cittadini, qui il “Comitato NO TUNNEL TAV di Firenze” rivestono nel denunciare, coerenti nel tempo, le situazioni di malaffare. Situazioni che imbarazzano la classe politica nazionale.
Il comunicato del comitato.
IL COMITATO NO TUNNEL TAV PORTA A ROMA LA QUESTIONE FIORENTINA
Lo “scandalo di Firenze” è una finestra aperta sulla miseria della politica italiana.
Il progetto di Passante TAV va cancellato, le risorse devono essere destinate al trasporto regionale.
La vicenda giudiziaria del Passante TAV di Firenze sta dimostrando che quanto denunciato da anni da cittadini e comitati è non solo vero, ma apre addirittura una vista inquietante sulle istituzioni locali e nazionali, fa un ritratto devastante di una imprenditoria parassitaria che ha ormai colonizzato i partiti e usa amministrazioni e amministratori solo per garantire livelli eccellenti di profitto, distruggendo sostanzialmente ogni progettualità pubblica e ignorando le necessità sociali che dovrebbero giustificare le opere pubbliche.
Le indagini della Magistratura, in particolare le intercettazioni telefoniche, aprono uno squarcio inequivocabile sul mondo di interessi ben lontani dai cittadini. Non è più solo la politica il problema da risolvere, ma il groviglio di interessi del complesso politico/economico/mafioso che controlla ogni attività pubblica e distrugge le stesse imprese che potrebbero produrre ricchezza, mortifica ed elimina posti di lavoro, impedisce una economia al servizio delle persone. In questo senso il Comitato NO TUNNEL TAV vuol avviare una collaborazione più stretta con alcuni suoi membri che nel frattempo sono stati eletti in Parlamento: Alfonso Bonafede e Maurizio Romani. Ovviamente il Comitato sarebbe ben contento di collaborare anche con altri gruppi disponibili.
Le iniziative che si intende portare avanti sono:
– presso il Ministero dell’Ambiente per far rilevare soprattutto le gravi carenze progettuali del Passante TAV, in particolare la mancanza totale di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) per la stazione AV di Foster, la cui procedura si basa su un clamoroso falso in atto pubblico come ammesso dagli stessi avvocati di Italferr e Nodavia durante il dibattimento per la causa civile per “danno temuto da nuova opera” intentata da oltre un centinaio di cittadini;
– sempre presso il Ministero dell’Ambiente per chiarire la questione delle terre di scavo prodotte dalla fresa che, secondo l’ultimo decreto “del fare” che aggiorna e supera il decreto/pateracchio emanato nell’agosto 2012, per essere dichiarati “non rifiuti” devono essere sottoposti ad analisi specifiche e aggiornate che non risultano nemmeno previste nei lavori fiorentini;
– presso il Ministero dei Beni Culturali per quanto riguarda la mancanza di nulla osta paesaggistico: infatti nel marzo scorso, mentre Italferr e Nodavia tentavano di aggirare le prescrizioni già avanzate dalla Soprintendenza con piccole variazioni in progetto esecutivo (circostanza già emersa nell’indagine svolta) il Ministero stesso e la soprintendenza con apposita nota tecnica intimavano ai costruttori l’obbligo di effettuazione dell’iter integrale per l’ottenimento dei nulla osta in questione;
– ancora presso il ministero dell’Ambiente per chiedere un provvedimento conseguente ai rilievi confermati sull’attività dannosa prevista nelle operazioni di scavo con la fresa: la stessa deve essere in tutto o in parte sostituita prima di un eventuale ripresa dei lavori.
La vicenda fiorentina evidenzia la necessità di rivedere tutta la filiera dei controlli e gestionale delle grandi opere in Italia; dalle indagini risulta che l’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici doveva essere messa sotto controllo dalla “squadra” di Lorenzetti e Bellomo.
Anche le stesse Ferrovie dello Stato – SpA 100% del Ministero del Tesoro – devono tornare sotto il diretto controllo pubblico ed avere comportamenti trasparenti, finalizzati ad un efficace trasporto pubblico e non a garantire profitti per le ditte appaltatrici di lavori.
Oggi più che mai le richieste del Comitato non possono essere eluse:
– abbandono del progetto e annullamento di ogni contratto (speriamo si abbia il pudore di non parlare di “penali” da pagare da parte pubblica!).
Uno degli effetti collaterali di questo progetto che pende come una spada di Damocle è il deprezzamento degli immobili che sarebbero a rischio tunnel: migliaia di famiglie si troverebbero in difficoltà se volessero vendere il loro appartmanento.
– investimento dei fondi stanziati nel potenziamento delle linee di superficie, ricordando che esiste una proposta di progetto elaborata dal Comitato e Università di Firenze.
Un seria decisione in tal senso vedrebbe realizzato il progetto in 4 anni, comprese le procedure di elaborazione progettuale e di VIA.
A chi ci dice che gli investimenti dipendono dalle Ferrovie e non dagli enti locali ricordiamo che le FS stesse sono struttura controllata dallo stato, gestiscono e usano soldi pubblici. Una politica non prona agli interessi esclusivi dei costruttori avrebbe già deciso che le risorse esistenti sarebbero andate al trasporto pubblico che langue in condizioni pietose, dove il materiale rotabile ha scarsissimo rinnovamento, molte stazioni vengono chiuse con conseguente depotenziamento del sistema. Il Comitato guarda ancora con stupore come i Sindaci di Firenze e del Valdarno sappiano solo trattare “compensazioni” e non pretendere gli stessi fondi pubblici per la soddisfazione delle necessità delle città che amministrano.
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Alcuni link utili per analizzare e capire la questione:
Il link del video della conferenza stampa tenutasi il 20/09/2013 alle “Giubbe Rosse” di piazza della Repubblica (FI).
NO TAV Firenze (pagina Facebook)
Comitato NO TUNNEL TAV di Firenze
Si consiglia la lettura del libro “TAV sotto Firenze. Impatti, problemi, disastri, affari e l’alternativa possibile, di Ziparo, De Zordo, Pizziolo, editore Alinea)
Dai sequestri ai 32 indagati. L’inchiesta sulla TAV in Toscana (La repubblica.it, FRANCA SELVATICI, 16/09/2013)
“Perché fu rimosso il dirigente ?”. I dubbi sulla decisione di Rossi (La repubblica.it, 16/09/2013)
TAV, la precisazione della Regione. “Su Zita decisione indipendente” (La repubblica.it, 17/09/2013)
TAV, Rossi sentito in procura come persona informata sui fatti (La repubblica.it, 18/09/2013)
TAV Firenze, quando la Lorenzetti chiamò la Finocchiaro: “Walter è uno bravo” (Il FattoQuotidiano.it, SARA FRANGINI, 16/09/2013)
TAV Firenze: arresti domiciliari per Lorenzetti (PD), ex presidente dell’Umbria (Il FattoQuotidiano.it, SARA FRANGINI, 16/09/2013)
TAV, coop rosse e sospetti di camorra: “Materiali pericolosi e di scarsa qualità” ((Il FattoQuotidiano.it, 17/09/2013)
La voragine nei costi del tunnel sotto Firenze (Il Manifesto.it, RICCARDO CHIARI, 17/09/2013)
Foster, tutto fermo: nessun operaio agli ex macelli (La Nazione.it, EMANUELE BALDI, 17/09/2013)
Inchiesta TAV: Monna Lisa, la talpa che non scava, e i traffici con l’Iran bocciati dagli USA (La Nazione.it, GIGI PAOLI, 18/09/2013)
Inchiesta TAV: ascoltato il presidente della Regione Enrico Rossi (La Nazione.it, 18/09/2013)
TAV, un gioco di squadra: arrestata l’ex presidente dell’Umbria Lorenzetti (La Nazione.it, 16/09/2013)
Chi è Maria Rita Lorenzetti, la biografia dell’ex governatrice dell’Umbria (Corriere dell’Umbria.it, 16/09/2013)
Inchiesta TAV, l’arresto dell’ex governatrice Lorenzetti scuote il mondo politico (Corriere dell’Umbria.it, 17/09/2013)
“Pressioni anche sull’UE”. Le carte: Lorenzetti si serviva degli uffici di Umbria e Toscana (Corriere dell’Umbria.it, 18/09/2013)