Audizione in Via della Pisana “per acquisire utili approfondimenti in merito al Piano della Riserva naturale”. Allo stesso tavolo realtà del territorio e VI Commissione consiliare. Renzo Visigalli, Comitato Valle dei Casali: “Stop al cemento. Porre rimedio agli errori del passato”. L’annosa questione dell’albergo mostro che fagocita due ettari di verde.
Una storia infinita potrebbe giungere presto a conclusione. Quella relativa alla riserva naturale della Valle dei Casali, area verde in zona Bravetta e splendida appendice della storica Villa Pamphilj. Il problema, però, non è tanto il quando, ma il come.
Lo scorso 17 settembre, presso la sala degli Etruschi della Regione Lazio, si è tenuta un’audizione con le associazioni del territorio in merito alla proposta di deliberazione consiliare n. 11 del 14 giugno 2013 concernente: “Approvazione del Piano della Riserva naturale della Valle dei Casali di cui all’articolo 26 della legge regionale 6/1997 n. 29 Norme in materia di aree naturali protette regionali”. Era il lontano 1997 quando venne istituita l’area protetta oggetto del piano e molte cose, da allora, sono accadute. O meglio, molto cemento si è posato su quel territorio. Tra le molte strutture presenti nell’area, particolare attenzione e meritata fama si è guadagnato, nel corso degli anni, un albergo. La vicenda dell’ecomostro a quattro stelle figlio illegittimo del Giubileo del 2000 non è solo tristemente nota ai residenti, ma emblematica e quasi illuminante su ciò che sono state le politiche del territorio nella Città Eterna.
Breve riassunto delle puntate precedenti: Una struttura gigantesca sorta in un punto “sperimetrato”, ovvero escluso dal perimetro dell’area protetta appena prima dell’istituzione della stessa, quasi a far sorgere il dubbio che tale provvedimento sia stato adottato “ad hoc”, sostengono i residenti. Il via libera al progetto giunge, inoltre, l’ultimo giorno utile, il 31 dicembre del 1999, per far rientrare l’opera tra quelle finanziate per l’Anno Santo, contributi ai quali, tuttavia, avrebbero avuto diritto solo le strutture a 3 stelle, mentre l’edificio in oggetto si fregiava di un astro in più. Inutile sottolineare come la sobria struttura di 3 piani interrati, 4 fuori terra e 400 stanze che fagocita 2 ettari di parco non abbia mai visto un pellegrino, e neppure un ateo, dato che i lavori, iniziati quando già il Giubileo era stato giubilato e più volte sospesi, non sono mai stati conclusi. Stendiamo un velo pietoso, infine, sulla richiesta presentata dal costruttore già nell’aprile 2007 e reiterata nell’ottobre del 2012 per realizzare, come appendice del capolavoro architettonico, anche una piscina con spa, dove sarebbero previste delle cantine. Richiesta tuttora oggetto di approfondito dibattito culturale nelle sedi preposte.
Un balletto kafkiano che va avanti dal 2001, con tanto di smarrimento di documentazione da parte della Soprintendenza a cui era giunta una richiesta di accesso da parte del comitato, mentre l’ecomostro fa bella mostra di sé deturpando la Valle dei Casali, e tutti sono in attesa del 14 novembre, quando il Tar del Lazio, sarà chiamato ad esaminare il ricorso, presentato dal Comitato Valle dei Casali nell’aprile del 2011, per tentare di impedire ulteriori scempi del territorio, già martoriato dal cemento. Non potendo più opporsi alla costruzione del mostro infatti, si tratta di evitare l’ulteriore sfregio delle opere di viabilità.
“L’impatto della struttura alberghiera sulla viabilità già congestionata del quartiere, è devastante“, dice l’ingegner Renzo Visigalli, presidente del Comitato Tutela e Difesa della Valle dei Casali, da quasi dieci anni impegnato in questa battaglia. “Fin dal 2003 abbiamo proposto soluzioni alternative, come l’utilizzo per l’accesso al futuro albergo di tracciati esistenti, come quello che, partendo in prossimità dell’ex Residence Roma su via Bravetta può raggiungere direttamente l’ingresso dell’albergo con un percorso di circa 250 metri senza gravare ulteriormente sul territorio con strade ex novo”.
“In particolare”, aggiunge, “proponiamo di prevedere un parcheggio per pullman in area disponibile nei pressi dell’ex Residence Roma, utilizzare un percorso già esistente, al confine dell’area protetta, da rendere pedonale, ciclabile e percorribile da automezzi ecologici, come navette elettriche, per le persone dirette all’albergo. Tale percorso potrebbe essere abbellito dall’innesto di nuovi alberi che, quantomeno, compenserebbero quelli precedentemente abbattuti dal costruttore, l’Edilmonte, per realizzare lo sfondamento di Via Zoega”. Ma le nostre idee sono sempre state bocciate dalle Istituzioni preposte”.
Anche questo aspetto della vicenda è infatti noto: “Il Consiglio Comunale, il 24 gennaio 2011”, sottolinea ancora Visigalli, “sfruttando la delibera 216 già risalente al 2004, ha approvato un progetto viario che infierisce ulteriormente sul verde pubblico, dando il doppio senso di marcia da Piazza Biagio Pace lungo Via Zoega, utilizzando cioè un percorso totalmente interno all’area protetta e spacciandolo come strada di accesso alla Valle dei Casali. Lavori, la cui finalità è palesemente circoscritta all’apertura dell’albergo, che tuttavia vengono spudoratamente presentati come opere di pubblica utilità, realizzate per una migliore fruizione del parco stesso”. In realtà si tratta di un terrapieno e di un innalzamento di oltre 8 metri dell‘originario percorso carrabile pedonale, che serve principalmente a creare il doppio senso di marcia in funzione della struttura turistica.
Ora, però, si tratta di mettere un punto e dare un futuro all’area con quel piano che da anni attende di essere realizzato, prendendo coscienza di ciò che è stato fatto e rimediare per quanto possibile ai disastri del passato.
Tenendo a mente che non sempre tollerare e lasciar correre è la soluzione migliore per sanare le ferite del territorio. Speriamo, in questo senso, che il prossimo 14 novembre la pensino così anche i magistrati amministrativi chiamati a pronunciarsi sull’annosa questione dell’ecomostro della Valle dei Casali. Oltreché a Berlino, confidiamo ci sia un giudice anche a Roma.
Marco Bombagi
Salviamo il Paesaggio Roma e provincia
Condivido pienamente e vorrei vedere mobilitarsi i giovani. 60 anni fa, ero bambina, c’erano pochi villini e poche case. Quando si andava in centro con l’autobua si diceva “vado a Roma”. La zona era bellisima, campagna, ora è congestionata per traffico, deturpata da cemento e automobili. Il Consiglio Comunale dovrebbe pensare a risolvere i problemi, per es. di Via dei Gonzaga, la mia strada, strada chiusa, senza marciapiedi, pericolosa per anziani e bambini. In tanti anni nessuno ha cercato di trovare una via d’uscita in senso non solo letterale.
Bellissimo articolo di Marco Bombagi, mi chiedo che altro si può fare per mantenere alta la difesa delle qualità di vita da parte dei cittadini del XII Municipio? Vedi anche il bubbone Malagrotta? Una veglia per il 14 Novembre?