Dopo anni di silenzio, si torna a discutere dell’annosa questione delle alberate stradali, ultimi residui dei filari di alberi spesso centenari posti ai margini delle strade extraurbane, fortemente voluti da Napoleone ai tempi del Regno d’Italia.
Ne sono stati abbattuti migliaia per allargare le strade, per creare parcheggi e marciapiedi o anche solo perchė davano fastidio le foglie cadute.
Abbiamo tagliato le loro radici per far passare cavi telefonici, fibre ottiche e tubazioni, per piantare pali, per realizzare fossati, muretti e marciapiedi anche a meno di un metro dai tronchi (interrogandoci poi sulla loro caduta causata dal vento).
Abbiamo tagliato i polloni con i decespugliatori rovinando le cortecce, li abbiamo capitozzati perché i rami si protendevano sulle strade, facendoli somigliare a pali telegrafici, per poi meravigliarci delle cavitá che si creano nel legno non protetto dalle infezioni.
Secondo molti, sono solo un ingombro pericoloso e fastidioso e dovrebbero essere completamente eliminati, lasciando finalmente le strade extraurbane libere e senza un filo d’ombra.
Poche voci si sono opposte a questo sbrigativo ragionamento, ricordando l’utilità e la bellezza degli alberi, facendo notare che vi sono soluzioni rispettose della sicurezza e dell’ambiente e che molte nazioni europee hanno legislazioni diametralmente opposte rispetto alla nostra.
Purtroppo il Codice della Strada e una controversa sentenza della Corte di Cassazione di fatto concordano con chi vuole abbattere, e in pochi anni il risultato potrebbe essere raggiunto.
Ricapitoliamo brevemente: il Regolamento di attuazione del Codice della Strada (1992) impone ai privati di non piantare alberi fuori dai centri abitati ad una distanza dal confine stradale inferiore alla massima altezza che la pianta potrebbe raggiungere (30-40 metri per un pioppo bianco, 25-90 metri per un eucaliptus, 30-40 metri per un platano, 30 metri per un tiglio). La regola vale per tutte le strade, dalle autostrade alle piste ciclabili e ai sentieri pedonali.
Il Codice della Strada non tratta le alberate stradali extraurbane, ma l’ormai famosa sentenza 17601 del 2010 ha stabilito che la regola applicabile ai privati vale “a maggior ragione” anche per le alberate pubbliche. I pareri e le successive circolari del Ministero dei Trasporti si sono limitate a evitare temporaneamente l’eliminazione sistematica di tutti gli alberi, consentendone la permanenza solo se non pericolosi, malati o comunque fastidiosi, ma non consentendone il reimpianto.
Alcune conseguenze sono ovvie: le alberate extraurbane sono destinate a scomparire per l’invecchiamento progressivo degli alberi che non possono essere sostituiti; non si possono inoltre realizzare piste ciclabili e sentieri ombreggiati fuori cittá.
Ma ve ne sono altre piú subdole: non si possono sostenere le scarpate franose con alberi, cespugli o arbusti, sostituiti quindi da muraglioni in cemento; non si possono realizzare barriere naturali per limitare l’inquinamento (anche acustico) delle autostrade; le aree di servizio e di sosta devono rimanere senza ombra, e cosí via.
L’attuale quadro normativo non impone misure per aumentare la sicurezza stradale (ad esempio guard-rail oppure limiti di velocità in presenza di alberate), e non indica modalità di gestione agli Enti preposti, che a volte vedono nel taglio definitivo di tutti gli alberi l’unica soluzione per evitare possibili problemi a seguito di un incidente stradale.
Forse anche per questo motivo molti proprietari di boschi e terreni confinanti con le strade di alcuni comuni del Torinese, dell’Alessandrino, del Veneto e del nord della Provincia di Asti hanno ricevuto nei mesi scorsi lettere che invitano a rispettare le distanze imposte dalla legge, e spesso hanno risposto in modo esagerato abbattendo preziosi alberi centenari e disboscando intere colline potenzialmente franose.
Le Associazioni ambientaliste si stanno finalmente muovendo: i Circoli Legambiente della provincia di Asti, l’Osservatorio del Paesaggio, l’Associazione “Terra, Boschi, Gente e Memorie” hanno dato vita ad un gruppo di lavoro con l’obiettivo di indicare le modifiche al Codice che consentano la presenza delle fasce boschive e delle alberate, stabilendo contemporaneamente regole certe per la corretta gestione e la messa in sicurezza della strade, in modo da porre termine alle incertezze della normativa attuale. Molte altre Associazioni hanno già assicurato il sostegno all’iniziativa ed entro alcune settimane verranno presentate le richieste di modifica ai livelli istituzionali competenti.
Tra le modifiche proposte vi saranno la distinzione tra strade principali e secondarie per le minime distanze di piantamento degli alberi, le deroghe in caso di ripe franose o barriere antirumore, la legittimazione delle alberate e la possibilità di impiantarne di nuove, norme precise sulla presenza di guard-rail o ragionevoli limiti di velocità per le strade extraurbane fiancheggiate da alberi, regole per la corretta manutenzione e la sostituzione degli alberi malati, criteri per la gestione delle fasce boschive.
Per informazioni:
Angelo Porta – Presidente Circolo Legambiente Valtriversa
Marco Devecchi – Presidente Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano
Franco Correggia – Presidente Terra Boschi Gente e Memorie
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Approfondimenti
Ecco la risposta della Direzione generale per la sicurezza stradale del Ministero dei Trasporti a seguito di un quesito della Federazione Nazionale Pro Natura. La risposta è inequivocabile: i tagli di alberi lungo le strade devono essere effettuati soltanto in casi limitatissimi.
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Cosa vuoi che ti dica che hai perfettamente ragione……quarda soprattutto i pini attaccatoi dalla malattia della processionaria delle palme attaccati dalla malattia del punteruolo rosso e di tanti altri alberi che i nostri governanti se ne fottono e per loro il rimedio più urgente è quello di tagliarli….dovrebbero tagliarli la testa a loro…siamo in italia …purtroppo.
Gli alberi dovrebbero essere piantati o lasciati crescere ovunque , dove possibile. Mai tagliare alberi. Purtroppo sono tagliati anche lungo terrapieni e scarpate, dove gli alberi sono indispensabili per compattare il terreno.
AVEVO SCRITTO IN MERITO L’ANNOSCORSO, copio ed incollo:
Alberi contromano
6 dicembre 2012 alle ore 17.23
Ecco a cosa si è illegalmente attaccata l’ ANAS . Ha approfittato di una unica sentenza della Cassazione del 2010 per farla passare come una legge e partire alla grande. E SE NON LA FERMIAMO FARANNO PIAZZA PULITA DI TUTTI I VIALI ALBERATI.
LA REPUBBLICA martedì 4 dicembre.
Lettera a Corrado Augias
Ultimamente, percorrendo le strade del Paese, incorro spesso in amare sorprese. I filari degli alberi che abbellivano, come suggestive gallerie verdi, i bordi delle strade stanno sparendo. Praticamente, per il Codice della strada, questi alberi sono rei di andare contro mano e, per tale ragione, conda
nnati. E con essi il paesaggio italiano. Le piante pagano le colpe di chi non rispetta,per esempio, i limiti di velocità. Ma allora perché non eliminare anche i guardrail o i muretti spartitraffico che dividono le corsie delle autostrade? E le case attaccate alle vie percorse dagli automobilisti? Anche i muri sono fatalmente pericolosi. E pensare che i miei figli ed io oggi non ci saremmo più se un filare di alberi non ci avesse protetto da un paio di macchine i cui autisti avevano perso il controllo della guida invadendo il marciapiede. E chissà quanti altri come noi. Il fatto che la condanna cada solo sulle alberature ha certo un vantaggio: mentre i sopraddetti guardrail, muri divisori e pali rappresentano un business quando si mettono, con gli alberi si fanno affari soprattutto quando si tolgono, in quanto ricercatissimi dalle aziende e le multinazionali che si occupano di biomassa e compostaggio.
Giuliana Romani
E le automobili? Quanta gente fatta fuori sopra- sotto-davanti-dietro-a-fianco delle ruote??? Perchè non abbattere quelle? Questa normativa è chiaramente a favore delle multinazionali che ci marciano, con biomassa e compostaggio. E chissà quante altre norme simili in arrivo! S.O.S. Associazioni ambientalisticheeee!
…Premesso che:
si apprende in un articolo pubblicato l’8 febbraio 2011, dal quotidiano “La Repubblica”, che tutti gli alberi, anche quelli secolari che si trovano entro se
i metri dalle strade extraurbane, sono fuorilegge.
Oggi il destino di migliaia di piante che costeggiano strade suggestive del nostro Paese sarà quello, se non ci sarà un concreto intervento da parte del Ministro in indirizzo, di essere tagliate. Di fatto scomparirebbero di colpo tutte quelle numerosissime, affascinanti e caratteristiche strade quali, come a titolo esplicativo: la Chiantigiana o l’Aretina, l’Appia antica o la Bolgherese, la Col di Tenda o la via degli
ulivi da Assisi a Spello;per quanto possa essere grave l’incidenza delle morti causate dalla presenza di alberature ai bordi delle strade è importante evidenziare che in Italia oltre il 70 per cento degli incidenti stradali avvengono in area urbana ed i
decessi da incidenti stradali in area urbana sono circa 3.000 ogni anno (8,2 al giorno), mentre il numero dei feriti ammonta a oltre 150.000 all’anno (410 al giorno);
si chiede di conoscere: quali iniziative urgenti di competenza, il Ministro in indirizzo intenda adottare in modo da predisporre un piano
massiccio di messa in sicurezza delle strade, in particolare di quelle alberate, tutelando in questo modo un patrimonio che tutto il mondo invidia all’Italia, raccordandosi con l’ANAS, e gli altri gestori, per realizzare insiemeun piano atto a
ll’installazione dei guardrail che garantisca la sicurezza stradalidegli automobilisti e dei motociclisti;
quali iniziative urgenti intenda adottare per far sì che vengano rispettati i limiti di velocità, perché è del tutto evidente che la colpa degli inci
denti non è degli alberi, ma, è sempre la risultante dell’interazione dell’alta velocità
e dell’errore umano…
http://www.legambientevaltriversa.it/wp-content/uploads/2013/03/Salviamo-gli-alberi-v1.1.pdf
http://www.legambientevaltriversa.it/wp-content/uploads/2013/03/Salviamo-gli-alberi-v1.1.pdf
…ad integrazione del primo commento
…Anche a Salerno episodi di sciacallaggio contro la natura con l’abbattimento di alberi secolari davanti al Museo provinciale e altrove e l’abbattimento dei platani a Piazza della Libertà anzitempo per far posto al Crescent sono un ulteriore esempio di cultura barbarica che si nasconde dietro questa falsa idea di modernità. …. una barbaria nella quale purtropo fanno a gara nel distinguersi Amm.ri comunale di Centro/destra e di Centro/sinistra. Una cultura della concretezza e del fare a tutti i costi che si sta rivelando sempre di pià la causa principale della devastazione ambientale. Onofrio Infantile
Basta vedere a Salerno che “soggetto”c’è di sindaco, e quello che sta emergendo a livello giudiziario. Non si vergogna neppure, il tipo da spiaggia.Che schifo!
Non ho mai dimendicato il piacere di certe passaggiate mattutine sotto i viali alberati che dalla Chiesa di S.Alfonso Maria Dei Liguori (a Pagani) portavano in prossima del Cimitero. Era bello assaporare quei tenui raggi di sole sotto i rami di quegli alberi. E, poi, era tutta un’atmosfera di incanto e di dolci silenzi. Quando poi, dopo anni mi è capitato di tornare al mio Paese e di notarela scomparsi di alberi e viali per far posto ad un grande parcheggio davanti alla Chiesa è stata tutta una delusione. E’ stato come non ritrovarsi più senza quel poco di aspetto paesaggistico che ti faceva sentire così bene in mezzo alla natura. Falsi concetti di turismo e di modernità legati all’uso scorretto dell’auto ci estrapolano fortemente dal nostro passato e dalle piccole cose belle della vita per portarci in mezzo ad un vivere frenetico e caotico. Mi fa piacere che di queste cose si torni a parlare e che cresca una sensibilità nuova. Viali di alberi centenari sono un patrimonio paesaggistico da salvaguardare. Onofrio Infantile
LA REGOLA PER GLI AMMINISTRATORI PUBBLICI (QUASI TUTTI INDAGATI) E’ ABBATTIAMO LA NATURA E CEMENTIFICHIAMO. NON E’ COSI’ CHE SI CREA LAVORO E IL PIL SALE?
COMPLIMENTI ALLE ASSOCIAZIONI, AGLI ENTI, A VOI CHE SCRIVETE, CHE NON SOLTANTO PROTESTATE MA FATE DELLE AZIONI AFFINCHE’ FINISCA QUESTO SCEMPIO.
http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=06141
In realtà, dopo l’emanazione della norma contenuta nel codice, intervenne il ministero per fare chiarezza, puntando sulla salvaguardia del patrimonio arboreo, come si può leggere nella circolare riportata nel sito di cui al link sopra.
In questo numero di Reticula, inoltre (http://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/reti-ecologiche-e-pianificazione-territoriale/files/Reticula_n1.pdf) potrete trovare alcune mie considerazioni sul tema, perfettamente in linea con quanto affermato da Legambiente e dalle altre associazioni. Le alberature stradali sono una risorsa, non un problema.
La nostra associazione, iscritta al Forum Salviamo il Paesaggio, si è recentemente battuta per la salvaguardia dei bordi stradali nel Comune di Langhirano (PR) in seguito a tagli dissennati fatti impugnando proprio il codice stradale. Potete seguire il caso sulla pagina facebook / centro studi monte sporno. Fortunatamente alcuni amministratori sensibili stanno rivedendo le ordinanze comunali sul tema.
CSMS
Penso che il Codice Stradale non è di emanazione divina, ma è stato approvato qui sulla terra dai nostri politici delegati e dunque, se c’è la volontà, potrà essere tranquillamente modificato. E’ incredibile vedere la gran quantità di futili motivi che i “dendrocidi” inventano contro i dendrofili per giustificare i loro delitti. Si dice che sugli alberi si schiantano le auto, ma gli alberi non si muovono e le auto hanno un’autista con una testa pensante (o almeno dovrebbe averla)e dunque non è colpa degli alberi ma di chi guida le auto. Gli alberi invece riduco gli incidenti perché aumentano la picevolezza delle strde e riducono i contrasti sole pioggia. Certamente hanno bisogno di una minima manutenzione (non di impietose mutilazioni), come si dovrebbe fare anche per l’auto ed il guidatore!!
Finalmente si inizia a lavorare anche su questo
Sono d’accordo a salvaguardare le fasce alberate lungo le strade, hanno un valore paesaggistico, ornamentale e di salubrità non quantificabile. Non occorre abbattere i filari di alberi chi non utilizza la testa nella guida é un per se e per gli altri anche con alberi lontano 8 o 12 metri dal bordo stradale. Finalmente le associazioni ambientaliste stanno iniziando ad essere interlocutori propositivi!
E’ ora di cominciare una vera battaglia su questo argomento poichè le più belle strade stanno diventando dei desrti assolati, brutti, e comunque pericolosi; l’intento del legislatore, quando fece quella stupida norma del CdS, era di aumentare la sicurezza stradale eliminando potenziali ostacoli su cui le auto avrebbero potuto schiantarsi; ma, al di là del fatto che non ci sono statistiche che dimostrano la diversa pericolosità di una stra da con e una senza alberi, resta il fatto che spesso, lungo le strade disalberate, ci sono pali dell’illuminazione, sia a dx che a sx, che fanno riemergere il pericolo! Allora, tanto cale tenerci gli alberi.
Avanti con questa battaglia di civiltà, per la bellezza del nostro paesaggio stradale e per le macchine a velocità più lenta!
Emilio Gottardo
Circolo Legambiente “Laura Conti” – Udine