Chi si è recato nei giorni scorsi nelle aree “rosse”, quelle maggiormente colpite dal fenomeno dell’essiccazione degli ulivi, vi ha trovato alberi in pieno vigore rigenerativo. Tutto questo in uliveti abbandonati, che non hanno subito nessun intervento “curativo”, ed è tutto un tripudio di germogli e di nuova vegetazione!
L’area interessata comprende dagli 8.000 ai 10.000 ettari, e sarebbero fino a 600.000 gli alberi d’olivo che rischiano l’eradicazione. Numeri biblici, per uno scenario di devastazione da film di fantascienza! Pesticidi e diserbanti chimici da usare con la scusa di eliminare tutti i “serbatoi di inoculazione”, (si parlava, persino, di irrorazione dall’alto con l’uso degli aerei), e squadre, financo, di militari, lanciafiamme contro erbe e muschio, ed eradicazioni!
Si è parlato, non a caso, con preoccupazione e rabbia da parte dei cittadini, di “shoah degli ulivi”, e di “olocausto chimico del Salento”, e in tanti hanno perso il sonno per via degli incubi di tutto questo assurdo scenario da guerra contro tutto ciò che vuol dire Salento!
Il brutto gioco messo in piedi ad arte, e che oggi crolla rovinosamente, è ormai fin troppo palese. Dopo esser stati chiamati ad intervenire per studiare la particolare sintomatologia del disseccamento di alcuni rami degli ulivi, (chiamati anche da alcuni nostri attivisti, cittadini sensibili all’ambiente), dei tecnici preposti giunti sui luoghi vi trovano sugli alberi diversi patogeni, insetti e muffe, ma anche poi un batterio, di questo i primi studi ben dimostrano essere non patogeno per alcuna coltura e, addirittura, un batterio che esperimenti pubblicati, inoculato nell’ulivo, non ha dato mai sintomatologie patogene. “Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di Xylella fastidiosa appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo” (articolo pubblicato il 30 ottobre 2013 sul sito della Accademia dei Georgofili, per l’approfondimento sul caso degli olivi salentini).
Per cui, dai tecnici locali, si è presentato tale batterio, qui nel Salento, come concausa della sintomatologia degli ulivi; sintomatologia bollata subito come “terribile contaminante epidemia senza alcuna speranza”; finché, poi, nelle uscite sui media più nazionali, dai medesimi tecnici, il batterio trovato è stato presentato come il principale imputato responsabile, il “batterio killer”! E così, è stato anche presentato da tutti gli enti sciacallo, e politicanti, accorsi sulla scena come avvoltoi per banchettare del Salento e sui possibili lauti fondi europei, nazionali e regionali così ottenibili.
Per di più l’innocuo batterio potrebbe essere persino endemico ed endofito, come anche ipotizzato da alcuni stimati docenti universitari locali, ovvero presente ovunque e da sempre nel Salento in maniera del tutto asintomatica. Eppure, senza una diagnosi alcuna, o con una traballante diagnosi, vacillante e scarna, contestata anche pubblicamente da locali ricercatori universitari, si voleva procedere, o meglio, imporre con sanzioni e coercizioni, una TERAPIA FINALE sugli ulivi salentini.
Li abbiamo chiamati per osservare, analizzare e curare una sintomatologia particolare e poco nota degli ulivi, al fine di un’estate siccitosa, e di una prolungata estate dal punto di vista termico, fenomeno naturale possibile, che ha portato anche quest’anno, eccezionalmente, ad anticipate fioriture autunnali di tantissimi alberi nel Salento, e questi non solo non studiavano e curavano un bel nulla, ma si dedicavano a promuovere l’eradicazione del presunto paziente e di ogni possibilità di sua rigenerazione, avvelenando e cancellando tutto il vivente!
Da troppo tempo, ormai, stiamo assistendo a vergognose e continue campagne di terrorismo speculativo sui naturalissimi parassiti delle piante, non ultima quella sui nostri lecci, in cui strani tecnici e politicanti, gridano al disastro, e mica per curare, ma solo per avere fondi pubblici per estirpare le piante, o potarle a morte, e per spandere tonnellate di prodotti chimici nocivi di ogni genere!
Le parassitosi sono fenomeni naturalissimi e transitori, e al più effetti di squilibri in cui intervenire ricostruendo gli ecosistemi, ripiantando di più, anche proprio le piante colpite, e favorendo così anche il ritorno dei predatori naturali, quanto più autoctoni possibile, dei parassiti, per ripristinare equilibri alterati a volte dallo stesso uomo; ricreando gli habitat degli insetti insettivori, le macchie ripariali e dei “sipali”, le stesse che oggi si vorrebbero cancellare nel Salento, in preda alla follia più cupa; non, dunque, cancellando parassiti, piante parassitate o semi-parassitati, e gli eventuali insetti vettori, cancellando ogni insetto ed il loro ecosistema, come nel parossismo intollerabile raggiuntosi con il “mal affaire Xylella” ora in Puglia!
Dobbiamo, invece, aumentare non diminuire la biodiversità!
In Puglia ora, sul “mal affaire Xylella” pendono pesanti gli spettri della speculazione del mercato della biomasse, delle multinazionali della agro-chimica industriale, persino, degli OGM per produzione di biocarburanti, come quelli di mille speculazioni consuma suolo.
Tutto quanto scoperto e diffuso in rete dai cittadini in pochi giorni, è impressionate. I legami di accordi e convegni di diversi enti ed associazioni di categorie, scese in scena in questi giorni, con le ditte delle industrie che speculano sulle biomasse; il finanziamento delle ricerche di università d’oltre oceano, oggi coinvolte nella questione Xylella in Puglia, da parte di multinazionali della agrochimica e degli OGM, il progetto Alellyx (che è impressionantemente l’anagramma del nome Xylella, con cui in Paesi poveri i colossi mondiali delle multinazionali degli OGM e dei brevetti sulle sementi, son entrare ad egemonizzare le economie dei paesi del sud America, utilizzando la Xylella, come cavallo di Troia, per imporre varietà brevettate, presentate come ad essa resistenti, al posto della tradizione agricola delle locali genti per la produzione in prevalenza di bioetanolo); ecc.
Ora, di fronte agli olivi che risorgono più onorevole sarebbe un “scusate ci siamo sbagliati!”, invece crediamo sia anche possibile assistere ancora a disonorevoli arrampicate falso-scientifiche ed illogiche sugli specchi! Questa segnalazione poi degli olivi che risorgono doveva venire data con giubilo da quegli stessi tecnici, ma invece … nulla, e come sempre devono essere giornalisti attenti e cittadini a colmare queste preoccupantissime mancanze!
Sia questa l’occasione per fare rinascere nel segno della salubrità il paesaggio pugliese, all’insegna delle pratiche virtuose e dei principi che abbiamo raccolto nel “Manifesto per l’urgente riconoscimento del vasto ecosistema dell’uliveto quale Agro-Foresta degli ulivi di Puglia!”
La Regione Puglia deve d’urgenza fermare i 2 milioni di euro stanziati ai consorzi di bonifica, nel quadro della quarantena, per il biocidio della flora dei canali, che son i rivi, i fiumi di Puglia, dove vi è il rischio non solo del taglio meccanico dei canneti, che rinascono, ma anche dell’uso della chimica ad avvelenamento immorale di suoli, aria, ed acqua, intollerabile, e il serio rischio di taglio eradicativo degli alberi ripariali, protetti, che con le loro radici trattengono gli argini terrosi degli stessi rivi.
Quei soldi siano ridestinati ad opere di rimboschimenti con piante autoctone naturali NO OGM , magari da fare eseguire ad enti pubblici (eventualmente anche gli stessi) e privati! Come agli orti botanici universitari, e alla Forestale! Più alberi sui canali, non l’eradicazione degli esistenti che finirebbero come biomassa chissà dove, spacciati anche come lucroso rifiuto che non sono!
Il vero problema principale e precedente da risolvere è l’uso della chimica nell’olivicoltura che va risolto imponendo la conduzione dell’oliveto all’insegna delle filosofie del biologico e delle buone pratiche agricole. Ed oggi, invece, si voleva persino aggiungere chimica a chimica (quando una delle potenziali cause che può rendere un agente da endofito e innocuo a patogeno è proprio lo stress chimico!).
Il danno di immagine all’economia salentina creato da questi irresponsabili nel “mal affaire Xylella” è immenso ed inquantificabile, ma è l’ultimo dei problemi oggi, e siamo certi sarà risolto in breve tempo, ora che la stessa Natura, come sempre, dopo le copiose piogge autunnali, ha smascherato il piano di ecatombe biocida che, taluni, stavano portando avanti, progettando di fare di 10.000 ettari di Salento, e forse oltre, letteralmente “tabula rasa”!
Forum Ambiente Salute
forumambientesalute@gmail.com
Puzza molto la bramosia di distruzione ed eradicazione degli ulivi malati del Salento. Guarda caso, ora voglio imporci l’olio tunisino. Che fa schifo!. Credo che ogni commento sia superfluo.
Siete tutti esperti e sicuramente chiha scritto larticolo dichiarando il flaggello del salento e un vero ignorante venga nel salento a vedere la sua bufala per truffare lo statoIT
Non mi meraviglierei se dietro questo batterio killer, ci possa essere una volontà dei nostri alleati e non solo quelli, di importare certi batteri, più difficili da individuare i responsabili, mentre è più facile capire chi ha voluto fare la guerra alla Libia nel 2011 per danneggiare l’Italia, da quando il Governo Berlusconi è stato abbattuto, quante imprese importanti si sono trasferite in America ecc…, di quanti immigrati arrivavano con il Governo Berlusconi e quanti ne arrivarono dopo la sua caduta, la disoccupazione era dell’8% ora del 13% ecc…
Sono convinto che i nostri alleati, vogliano fare dell’Italia una colonia dell’Europa da sfruttare, non certo da amici ma da nemici che ci occupano per i loro interessi, aiutati dai non eletti dal popolo.
chi sono sono babbo natale ho solo mezzo ettaro di uliveto per fortuna. zona foggia gli alberi sono gia’ mezzi secchi spero di vedere seccare l’altra metà.
Costo arature trattamenti potature e l’olio a 4 euro !!! c è poco da studiare..
dal podere mi hanno portato via anche i chiodi .. c’è poco da studiare ..
Ho postato due commenti.NEanche uno è pubblicato. Mi congratulo con chi gestisce questo spazio, per l’apprezzabile contributo di libertà a tutte le voci che hanno qualcosa da dire in merito. Almeno si giustificase la scelta! Codardia o goliardia?
L’autorizzazione ai commenti è manuale e la nostra redazione è composta esclusivamente da volontari, quindi non sempre è una cosa immediata. Il commento comunque è stato postato ieri, quindi non si è trattato di una lunga attesa
Ringrazio per la risposta e per la chiarezza. Mi basta!
Disitinti saluti.
Questa è l’ennesima PIAGA che si sta abbattendo sul ns PAese ad opera dell’Angelo Sterminatore di nome:EURO-USA,entrambe interessate allo sterminio della terra italica. Il grave è che gli Italiani stanno a guardare con somma rassegnazione.Tutto il popolo dovrebbe sollevarsi contro queste oscenità di criminalità finanziario-capitalistica!E’ l’ennesima BUGIA favorevole alla strategia della tensione pari all’abbattimento delle due Torri!E’ tutto voluto e costruito a tavollino o…in laboratorio!Ma noi purtroppo non siamo un popolo unito e questo ci porterà presto all’ autodistruzione.
CONDIVIDO AL 1000×1000! Peccato che gli italiani siano ormai dei boccaloni che credono a qualunque panzana che trasmette la televisione e hanno abbandonato l’esercizio della ragione e del ragionamento personali che ci consentono di capire la complessa rete di azioni e interessi che sono sempre dietro queste follie EURO-USA….
“L’ Ulivo
come il tempo espansivo
sotto il cielo antico della memoria
danza con gli indiani
la danza della pioggia e…
della vendetta!”
Poche parole dedicate all’Ulivo, albero per me inviolabile, non solo perchè citato nei testi sacri,ma per la serenità che riesce ad infondermi la sosta sotto le sue fronde. Mi sento rapita da una passeggiata sotto gli alberi di un Uliveto!Mentre la stupidità,la cattiveria,l’ipocrisia e l’insulsaggine dell’essere umano non hanno limiti:sono pari alla forza, alla durata e alla generosità di questa meravigliosa creatura di cui Madre NAtura ha voluto farci dono immeritevole!
Non credo servano prove per dimostrare che dietro tutto questo c’è una regia. In Indonesia è stato distrutto il 90% della foresta pluviale per fare piantagioni di palma e del suo “prezioso” olio e per non far danneggiare le “piantine” a Sumatra avvelenano gli elefanti. In Bangladesh per produrre gamberi hanno tagliato intere foreste di mangrovie e trasformato le campagne in una distesa infinita di vasche da allevamento e la terra limitrofa intrisa di sale non da più niente. Cos’altro dire… Qui l’Unione Europea prima ha distrutto la nostra competitiva eccellente industria manifatturiera, adesso attacca l’agricoltura, esempio mondiale di qualità e produzione eticamente inattaccabile. Così possono aprirsi nuovi mercati e invadere la nostra bella terra con le loro schifezze di laboratorio, le multinazionali non aspettano altro, primi tra tutti gli USA che con nuovo trattatato trasatlantico sul commercio e gli investimenti con l’Europa (TTIP)potranno spadroneggiare come vogliono a casa nostra. Agli olivicultori ridotti sul lastrico per la moria delle piante faranno “un’offerta che non potranno rifiutare” e si prenderanno anche questo del nostro Paese. Lancio una proposta: mobilitazione in tutta Italia per difesa della biodiversità e della qualità italiana, raccolta fondi per aiutare i proprietari degli ulivi a curare il “nostro” patrimonio verde e ripiantare gli ulivi tagliati. Nessuno si azzardi a mettere le mani sulla terra d’Italia, si sono già presi fin troppo da casa nostra.
condivido quello che pensi e che ai scritto: bisogna informare più da vicino tutta la popolazione e farsi sentire nelle piazze, per che la gente non conosce tutto questo INFERNO.
Il mio pensiero, sono tutti i veleni e prodotti inquinanti che i petrolieri, e i delinquenti iniettano nel terreno per nascondere i lori sporchi affari. E chi vede e autorizzano, e fan finto di non vedere per i propri interessi.
Salve sono sicuro che con l´utilizzo dei microorganismi effettivi si riuscirebbe ad arginare il problema. Noi in Alto Adige li usiamo da anni in agricoltura biologica e con ottimi risultati. Purtroppo non ho nessun contatto con qulche coltivatore per poterlo consigliare.
Salve Signor Guido, sono un olivicoltore laziale che conduce parecchi ettari di olivi, per mia conoscenza e prevenzione di quale microorganismi parla?
Alfredo
Salve, sono una propietaria di appezzamenti di terreno con coltivazioni a uliveto. Sarei molto interessata a accettare consigli da altre propietari di altre regioni (siamo italiani) come aiutare le nostre piante ad avere cure con metodi naturali senza estirpare le nostre preziose piante e farle conoscere ad altri nostri connazionali.Michela quale contatto posso darti.
Ma santo Dio l’UE al posto di stanziare milioni di euro in eradicazioni di piante, non potrebbe metterli a disposizione di fior fior di università e centri ricerche che ci sono in Italia o in Europa, che si mettano ad analizzare, studiare e trovare soluzioni a questo problema?
Bioterrorismo e teorie complottistiche poi non sono difficili da trovare, né tanto meno poco realistiche, ad esempio la Puglia è tra i primi esportatori di olio (della più alta qualità) nel mondo, questo non potrebbe essere scomodo ad altre zone esportatrici come le nazioni magrebine ecc? Per non parlare del TAP per il quale la multinazionale azera ha investito miliardi e miliardi e sta trovando così tante opposizioni (a mio avviso giustissime) sulle coste salentine adriatiche, non potrebbe essere più facile far passare il Tap in campagne incolte piuttosto che attraverso gli uliveti di cui il Salento ne è pieno? (ricordo che abbattere un ulivo in vita è un reato perché pianta monumentale e di carattere paesaggistico, storico e turistico secondo norme regionali e tutelata dal Corpo Forestale dello Stato oltre al fatto che è patrimonio dell’umanità UNESCO perché stiamo parlando di macchia mediterranea non c’è lo dimentichiamo!)..
Ma poi, perché la regione e la task force spingono così tanto sugli abbattimenti? Non possiamo semplicemente pretendere qualcosa in più dall’Europa che è così ferma sulle sue? Conteremo pur qualcosa, le tasse le paghiamo anche noi, facciamoci sentire….
Non sapevo che la macchia mediterranea fosse patrimonio dell’Unesco… Dove posso approfondire l’argomento?
Ma non tutti gli olivi sono monumentali… Mi sa che in merito ci siano specifici requisiti, vero? Potrebbe darmi qualche dritta in merito?
Sul fatto degli ulivi monumentali in Puglia l’ho letto sul sito del Corpo Forestale, c’è una sezione che parla delle norme sugli abbattimenti e riferisce che ci sono delle specifiche normative regionali per l’importanza monumentale di ulivi in Puglia e querce nelle Marche)… Per quanto riguarda la macchia non è patrimonio UNESCO in quanto tale, ma come parte della flora presente in alcuni parchi che, si, fanno parte dell’UNESCO (per esempio il Parco Nazionale del Cilento o l’orto botanico di Padova)…
Comunque Gino non sono un esperto, ma su internet c’è da informarsi a volontà se si vuole ;)
Io credo che gli ulivi non debbano essere abbattuti…. se è stata la natura a causare tutto cio sarà la natura stessa a trovare la soluzione più naturale… se sono li da secoli un motivo ci sarà…. forza salentini tutti insieme per trovare una soluzione affinché queste creature vengano salvate….. La Sardegna è con voi….
Ho letto articolo. Sono felice che non è stata la chimica a curare ma il rigenerarsi della natura stessa. Diamo tempo al tempo. La natura, se non si interviene radicalmente, si cura da se. Come in tutte le cose. …..sempre per speculare sopra qualcosa!
Penso che siccome si tratta quasi sempre di alberi secolari, che proprio per la loro età hanno sviluppato enormi difese, necessitano di pochissimi interventi chimici quindi? Ettari ed ettari di piante sulle quali le multinazionali dell’agricoltura non riescono a vendere un cazzo di prodotto
ma quale miracolo? le basse temperature invernali bloccano la proliferazione di questo batterio ed è quindi normale che in primavera le piante non morte tirino fuori nuovi rami dalle zone del fusto ancora non compromesse… non scherziamo su queste cose. Il batterio esiste e potrebbe diffondersi in buona parte dell’italia. Sue varianti possono attaccare anche vite, peschi, mandorli, agrumi… Purtroppo c’è molto poco di poetico nella situazione.
La verità non cercatela sui siti internet ma su articoli scientifici che pure su internet si possono trovare. Il batterio è noto per la sua nocività da fine ‘800 in California e nonostante tutto quello che hanno tentato (e negli USA non giocano ad aspettare che madre natura risolva le cose per avvantaggiare poi, chissà perché, l’economia umana) è ancora li presente. E’ presente in tutte le Americhe e a Taiwan. Focolai sospetti sono stati però segnalati in Kosovo, Marocco e altre zone limitate negli anni ’90. A seconda delle piante colpite i sintomi possono anche non essere evidenti e l’infezione può apparire latente per diverso tempo quindi potremmo non aver visto ancora il peggio. Non è però detto che il batterio basti da solo per causare i danni evidenziati sugli olivi tant’è che l’infezione batterica è associata sempre alla presenza di infestazioni di varie specie di funghi e insetti fitofagi quindi la difesa va approcciata da più punti di vista. Spero solo che il problema non venga sottovalutato ne, allo stesso tempo, che si creino condizioni di esagerato allarmismo. Però il problema è serio!
Buonasera Sg Riccardo sicuramente l alternativa piu giusta nn sarebbe estirpare o eliminare I NOSTRI ULIVI… Come lei ha detto questo batterio esiste dall 800 dove nel sud america a fatto gravi danni, e nel 90 (sempre parole sue) si sono scoperti alcuni focolai in europa,fino a giungere nei nostri campi ed attaccare i nostri alberi d ulivo ke nn sono le uniche specie a rischio. Pero e anche vero che dall 800 sono passati piu 200 anni e dal 90 altri 30, le tecnologie gli studi sono avanzati parecchio da allora. Siamo nel 2015 e questo batterio cosi pericoloso continua a fare danni. Allora io mi chiedo nn sarebbe meglio devolvere i soldi spesi per l eradicazione di questi GIGANTI SECOLARI negli studi per trovare un rimedio alla xillela???.. un ultima cosa Sg riccardo nessuno scherza co questa causa, ansi i nostri NONNI CONTADINI LAVORATORI CHE SI SONO PRESI CURA DI QUESTI ALBERI D ULIVO HANNO RISCONTRATO UNA REAZIONE POSITIVA con un vecchi rimedio campagnolo spruzzando e disinfettando la pianta con una miscela ottenuta da acqua calce e solfato di rame, alcuni di questi alberi gia segnati con quella X ROSSA e dati per spacciati hanno ripreso a vivere. E un inizio no?allora nn sarebbe meglio continuare e approfondire su questa strada??? la verita e che luomo x la sua sete di ambizione sta distruggendo la natura nn rendendosi conto dei danni che sta infliggendo al pianeta e a se stesso. Sg Riccardo e inutile bendarsi gli occhi davanti all evidenza qui c e qualcosa di ben piu grande di un piccolo batterio o fungo ke sia…quindi, lo zio pensa a vivere bene ke la vit je bell… VIVA LA TERRA ROSSA VIVA GLI ULIVI SECOLARI E VIVA LA NOSTRA AMATA REGIONE PUGLIA
Ma CHE stai dicendo???
Ma non hai capito che l’articolo riporta proprio studi autorevoli di ogni settore che attestano senza ombra di dubbio il Contrario di quanto sostieni tu?
È proprio l’opposto di quello che dici!
D’altra parte non c’era dubbio. La Xylella è endemica e innocua. Tanto per gli ulivi quanto per le altre colture. Vero invece è che c’è un business colossale tanto sulle biomasse quanto per i finanziamenti quanto mai puntuali per questo genere di speculazioni, un copione già scritto.
Ancora più rilevanti gli interessi in gioco nel chimico e nel l’industria degli OGM.
La xylella endemica del salento mi giunge nuova. Viene dalle Americhe, ed è arrivata in Europa presumibilmente nello stesso periodo della fillossera, nell’800. Infatti, perchè questo batterio possa scatenare la sua azione patogena, ha bisogno di essere inserito nei vasi xilematici della pianta, grazie all’azione di cicaline che si nutrono del contenuto di questi vasi, e che vengono dalle Americhe!
Inoltre la temperatura attuale, troppo bassa inibisce l’azione patogena: normale dunque che in primavera la gemme intatte germoglino, vedremo tra qualche settimana.
Per chi dice che sia innocua, vada a studiarsi la malattia di Pierce che colpisce la vite.
Questo articolo è demagogico e senza alcuna base scientifica. Che citino le fonti!
Mi scusi Giuseppe ma mi puo’ spigare quali sarebbero le fonti autorevoli che cofermano che il ceppo del batterio non colpisca vite e agrumi quando l’articolo cita una fonte alquanto discutibile:
”
che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo” (articolo pubblicato il 30 ottobre 2013 sul sito della Accademia dei Georgofili, per l’approfondimento sul caso degli olivi salentini
”
Qui voglio far notare che non vengono fatti in nessun modo nomi ne di persona, ne di un eventuale universita’ o istituto che hanno fatto la ricerca, ne il nome dell’articolo stesso. Che tra l’altro sarebbe publicato da un fantomatico luogo in california in un sito internet di un istituto prettamente italiano.
Che poi per risolvere il problema si sia voluto attuare un metodo drastico qui si puo’ discutere. Ma l’articolo qui sopra e’ evidentemente stato scritto con i piedi. Se poi si vuole un aiuto dalla ricerca si dovrebbe investire, un buon punto di partenza sarebbe dare 8×1000 alla ricerca e non alla chiesa. Altrimenti vi consiglio di pregare e aspettare aiuto dal celo.
Per Riccardo sembra un’onta terribile aspettare che sia Madre natura a risolvere le cose… Pensare che proprio grazie a Madre Natura che la flora e la fauna del mondo intero si è sviluppata ed ha proliferato.
Dovrebbe essere più curioso e dare credito anche a coloro che non sono così affascinati dagli interventi Statunitensi che “non giocano ad aspettare”. per ora, sappiamo solo una gran parte delle innovazioni o degli interventi statunitensi, in ogni comparto naturale o sociale, hanno soltanto provocato distruzioni mirate poi ad uno sfruttamento utile alle aziende USA. Ancora non ho prove che gli USA siano buoni samaritani.
Forse i vecchi metodi sono migliori di queste tattiche. Pensare di sapere tutto è la più ingannevole delle forme di ignoranza.
Non vorrei sbagliarmi ma credo che sia tutta una bufale messa in atto col fine di ingrossare i portafogli di qualcuno…. Comunque sia nel salento secondo me non si ha la cultura della pulizia dell’albero dell’ulivo. Potatura aratura e pulizia del terreno…………Bisogna farsi un esame di coscienza magari poi parlare o lamentarsi..
quegli ulivi sono li da secoli ed alcuni anche da più di un millennio.. se hanno vissuto così a lungo significa che i salentini gli hanno rispettati per tutto questo tempo.
mettete il caso che, come avviene ovunque, alla base degli alberi vengano versati acidi in quantità sufficiente.. cosa succederà? gli alberi si seccheranno, altro che batterio killer.
La cattiva potatura di questi alberi nel Salento è la causa. Nelle altre province il problema non esiste.
Non conosco bene il batterio e spero sinceramente che ci abbiate preso.
Per il resto sono d’accordo con i concetti espressi nell’articolo. Il primo metodo di lotta ai grandi parassiti sta nel creare ambienti favorevoli ai loro antagonisti naturali e in tecniche colturali adeguate.
bifolco e agronomo
Spero che vinca la saggezza e la ragione e non la bieca speculazione e i grossi profitti per le solite multinazionalii
Non sono un agronomo, ma a quanto leggo qui pochi lo sono, eppure parlano.
Sto ai fatti: questo articolo è scritto veramente male!
Stiamo distruggendo il futuro dei nostri figli ,solo per favorire speculazioni e sperpero di denaro pubblico inutile…tutto è legato a una continua distruzione del nostro ecosistema.Usando pesticidi e varietà di prodotti chimici senza controllo ed un programma di utilzzo,attentiamo al nostro benessere con ignoranza e superficialità. Lasciamo spazio alla natura che ci regala ogni giorno la vita.
L’uso del DDT (vietato) sembra risolva il problema. Se così fosse, si dovrebbe pensare ad una deroga temporanea all’uso di Rogor, DDT o antiparassitari simili, o fumiganti, come il vecchio Temik…
Chi ha scritto questo articolo non capisce un tubo. E’ ovvio che in primavera le nuove gemme ricacciano. Tra qualche mese anche i ricacci saranno letteralmente secchi in quanti la malattia farà il suo decorso e si ripartirà punto e a capo. Andate nei campi a rendervi conto della situazione prima di scrivere boiate.
Un agronomo
ottimo.
grazie per le informazioni ‘altre’. l’unico ‘parassita’ è l’uomo (almeno lo è diventato). le pratiche da voi indicate assomigliano molto a quelle finanziarie sulla cosiddetta ‘economia reale’, in realtà una propaggine del trattamento della natura come solo e semplice valore di scambio.
usiamo la cultura dei nostri nonni dai quali abbiamo ereditato terreni e saggi consigli, potature fatte con frequenze, arature dei terreni, disinfettanti di poco costi e poco nocivi, come, rame calce e zolfo sciolti in acqua, noto con molto dispiacere che negli ultimi anni questo sistema non si usa più, tanto è vero che dove cova questa malattia vedo che sono terreni abbandonati a se stessi, a questo punto mi viene qualche dubbio, stiamo ATTENTI xjlella fastidiosa secondo me e meno fastidiosa di qualche essere umano che vuole specularci sopra,GRAZIE E SALUTI A TUTTI CHE COME ME AMANO GLI ULIVI.
Esatto! Le cure di un tempo si rivelano ancora oggi migliori di potenti pesticidi e velani vari. Qui in Liguria non solo per gli ulivi, ma anche per agrumi e altre colture qualcuno usa , con grande e da pochi creduto successo, la miscela suggerita da Tonino con la sola aggiunta di sapone di Marsiglia disciolto nella soluzione; alberi apparentemente morenti si riprendono significativamente già dopo 15 giorni dal trattamento, mentre con pesticidi anche ‘tremendi’ non si otteneva neanche il benchè minimo cambiamento.
Il fitofarmaco cosidetto “naturale”, quale il solfato di rame è tutt’altro che naturale! In primis va chiarito che una sostanza naturale può’ esser dannosa, tossica e letale. Degli esempi? Cianuro, funghi velenosi…rame! Tornando al solfato di rame: lo zolfo che lo compone è tutt’altro che naturale, in quanto le solfatare sono vuote da tempo immemore oramai; tutto lo zolfo oggi in commercio è solo uno scarto della raffinazione del petrolio (processo chimico, svolto nei..petrolchimici!). Il rame invece prima di esser messo in commercio viene trattato con acido solforico di sintesi. Inoltre questa sostanza lascia dannosissimi residui nel terreno…
A buon intenditor poche parole…
Solo chi ha abbracciato un albero e quello d’ulivo per noi è particolare avverte tutto l’esatto peso della minaccia. ” A coloro che comanderanno lo sradicamento rispondiamo che ad ogni albero sradicato se ne dovranno piantare, a loro spese, tanti quanti sono gli anni dell’albero che verrà sradicato e distrutto… un netto NO! a protocolli di trattamenti chimici Killer. “
Io sono ligure e vivo in una terra che, anche questa, è da sempre sede di ampie colture di olivi. Personalmente ho solo pochissime piante, ma so , per esperienza tramandata da tempi ormai remoti, che per difendere gli alberi, non solo gli olivi, ma anche quelli, ad esempio, di agrumi, da insetti e funghi batterici è sufficiente irrorarli con una soluzione di acqua, sapone di Marsiglia e ossido di rame su chioma e tronco; purtroppo (per gli spculatori e le varie multinazionali) è una cura estremamente economica e oltre a non essere tossica per l’uomo, non inficia neppure le caratteristiche organolettiche dei frutti. Le piante , anche già gravemente ammalate, presentano evidentissimi segni di ripresa dopo meno di due settimane dal trattamento. Se qualcue agricoltore vorrà provare anche, come ripeto, su alberi già ‘spacciati’ sarebbe interessante sapere se la cura sarà utile anche contro questa ‘peste’.
ciao scusa mi puoi dire in quali quantita’ si usa questa mistura?
Se i contadini non frequentano più gli ulivi questi si estinguono per mancanza di quel “pollice verde’ che é la linfa esogena per la vegetazione.
Due minuti fa ho scritto ciò che pensavo e melo sono visto respingere come doppione di qualcosa che AVREI GIA’ scritto. BUGIA, GROSSA BUGIA.
Quello che ci chiede di commentare da che parte stà? Non gli piace sentire parlare di boicottaggio verso le Multinazionali dei VELENI? Non gli piace che la natura faccia invece il proprio corso di bonifica e riappropriazione del territorio contaminato? Sono veramente nauseato perché tra gli utenti si annidano dei “INSIDER”
Entro nel merito solo ora: Non sono un esperto di botanica e di parassiti che appestano alberi e coltivazioni, però desidero dire la mia partendo da un diverso punto di vista, ovvero “dal rimedio” che sembra essere, solo e sempre, l’uso dei “PESTICIDI”. Signori , milioni di contadini e persone muoiono nel mondo per causa di questi rimedi; sembra che il numero dei morti per questa causa superi quelli per FAME, il che sarebbe tutto dire. I pesticidi sono la morte del terreno, degli esseri viventi, noi compresi, per cui bisogna ribellarci a codesto sistema. Alle multinazionali interessa solo il business, i morti sono solo delle conseguenze collaterali per dare cibo ed altro. BASTA!! Diventiamo consapevoli e cominciamo a ribellarci. Noi consumatori possiamo dirige a ns. piacimento il mercato invece di subirlo, basta avere solo la forza e la volontà di boicottare i loro prodotti sino alla ns. vittoria. E’ in gioco la vita di tutti noi, figli,nipoti e pronipoti compresi!! Boicottare ogni azione che pregiudichi la ns. esistenza su questa terra e lasciare che la natura si riappropri del proprio territorio. Sapete bene che, alla fine, sarà il genere umano ad essere distrutto, la natura, invece, è vecchia di miliardi di anni e conosce le strategie per sopravvivere!! Che aspettiamo, allora?
Disponibile A contrastarlo.le n/s sculture viventi non si toccano
per la casistica,non c’è una verità agronomica assoluta d’intervento necessario ed indispensabile,comunque le potature di risanamento vanno fatte,il secco deve essere tolto e bruciato, altrimenti la carie del legno fa ciò che non ha già fatto la siccità o diserbanti.
sono convinto che il batterio centri ben poco. tanto che i luminari si sono espressi poco su come combatterlo. secondo me le cause sono il completo abbandono delle comuni pratiche colturali : potature, concimazioni, arature ed irrigazioni . il danno maggiore e’ dato dall uso smisurato di diserbi in parte assorbiti dalla parte radicale , portatosi sempre piu’ in superficie da un terreno reso duro ed asfittico.
Hai centrato il problema.
Qui in provincia di Foggia si eseguono puntualmente armature nei terreni e problemi di questo tipo non c’è ne sono
salve sono Paolo
per me ce una sola spiegazione, coltivare i terreni come una volta,
e fare i trattamenti necessari.
Da qualche anno le zone d’uliveti sono state abbandonate,perche non vi era prezzo dell’olio,e tutta qua la spiegazione,non sono uno specialista,
ma si tratta solo di speculazione.
è legge di natura che ad ogni azione segue una reazione, che dietro a un sintomo c’è una causa . in questa storia ancora nessuno ha individuato la causa e tanto meno nessuno sa a cosa si va incontro con quello che si fà.pertanto faccio mio un antico proverbio ZEN che recita:
Stando quieto senza fare nulla arriva la primavera, I fiori sbocciano e l’erba cresche . LA NATURA VA CAPITA E POI SEGUITA POICHE NOI STESSI ALRO NON SIAMO CHE PARTE DI ESSA.
e si è il solito gomplottohh giudo pluto massonico. Le multinazionali vogliono distruggere l’olio pugliese per fare spazio a quello geneticamente modificato. Nel frattempo ci avvelenano con le scie chimiki e i microcippi sottopelle.
Un complotto va provato carte alla mano. Qui vedo e leggo chiacchiere da salotto.
Gian, che noia questi commenti tutti uguali (gomblotto, scie chimiki e cazzate varie) ma voi troll vi fanno con lo stampino? Evidentemente siete un gregge numeroso! Lasciate perdere, non fermerete mai la gente che usa il cervello, si informa e piano piano si sveglia
Concordo con il suo sarcasmo . Mandrie di bufale galoppano nel web, la “new thing” dei complottisti è adesso l’abbinamento: se prima anche quando ti lasciava la tipa era colpa della monsanto O dei mossad, adesso è colpa di entrambi !
In tempi non sospetti pur non essendo uno speciaslista ho ipotizzato e scritto che l’ulivo attaccato dalla Xylella fastidiosa era già indebolito dai disserbanti usati in sostituzione dell’aratro.
salviamo gli olivi sono parte della nostra cultura ma sopratutto fanno parte della nostra dieta quotidiana non è giusto sdradicarli e neanche distruggerli con disserbati nocivi per tutti ricordiamoci che delle foglie di olivo si nutrono durante la stagione secca le pecore che ci sono uccelli quali il pettirosso che alberga tra i rami di olivo che tutto l abitat sa lentino e non solo è a rischio .Lottiamo per i nostri olivi.ADOTTTA UN OLIVO questo dovrebbe essere il nostro motto .
Il mio pensiero e rivolto a tutte quelle persone che continuano a credere alle favole e che non aprono pò gli occhi perché tutto ciò ci sta portando alla distruzione della nostra terra. Perché ora a qualcuno interessa distruggere il nostro territorio per portare il nulla! Quindi gli alberi di olivo non si toccano perché quelle stesse piante sono li da secoli e di tempi strani ne hanno vissuti quindi a tutti i salentini grandi e piccini uniti con forza per non farli toccare a nessuno anche solo fino a poco tempo fa erano guai se qualcuno decideva di sradicare un olivo.
Dopo quanto detto e accertato, ci sarebbe da fare una class action contro coloro che hanno creato questo palese interesse di sfruttamento per fini speculativi che avrebbero distrutto un territorio invidiato da tutto il mondo. Poi, una nota di biasimo per tutti gli pseudo scienziati per la loro ignoranza o malafede che con le loro conferme si stavano prestando ad atti malavitosi e mafiosi
Anche in selvicoltura, come in agricoltura, si verificano fenomeni simili a questo che viene provocato dall’Ophiostoma ulmi a danno delle piante di Olmo. Si tratta di un fungo che penetra nelle piante attraverso le ferite oppure trasmesso tramite un insetto, come per l’ulivo. Il fungo occlude i vasi delle piante impedendo all’acquy e sostanze nutritive di raggiungere la parte aerea della pianta. Per cui la parte superiore dissecca. La pianta cerca di reagire emettendo nuovi ricacci nella zona immediatamente inferiore a quella ostruita che subisce nuovamente l’attacco del patogeno. Dopo qualche anno la pianta muore. Tuttavia in campo forestale e vivaistico sono state individuale valcune specie di Olmo resistenti al patogeno. Di tratta di una falsa resistenza in quanto è stato dimostrato che tali specie sono dotate di vasi aventi un diametro maggiore del patogeno che non riesce ad istruirli. Sarebbe opportuno, pertanto, individuate nelle aree contaminate, quelle piante che, ancora sane, potrebbero essere impiegate per innestare quella che, pur malate, presentano ancora sintomi di vitalità. In mancanza e per impedire la ulteriore diffusione della malattia, non vi è altro rimedio, se non quello di fare terra bruciata anche con l’impiego di insetticidi scelti tra quelli meno dannosi per l’ambiente e la salute umana.
Il problema ediste e’ststo sottovalutato solo per fare convegni riunioni e pagarsi le parcelle supersoniche senza concludere assolutamente niente sarebbe bastato fare i trattamenti che tutti gli esperti sapevano ma meglio era parlare parlare penalizzare tuttyi i vivai che non hanno niente a chetrfare chi deve mantenersi per vivere fatti non parole basta con le speculazioni
diffondete su facebook , tuitter etc…
Il vostro articolo testimonia una lucidità davvero insolita, in quest’epoca di Ebolabufale e di ecomafie variamente colorate, prima fra tutte la UE. Il progetto di distruzione dell’oliveto europeo a partire dalle olivete più antiche, quelle della Magna Grecia e del suo avatar latino, testimonia l’erostratismo – e il nativo oscurantismo – della nostra società industriale avanzata (au sens du fromage, direbbero i francesi). Ma non finisce qui.
Per L’ISOLA DEI VIVI – Podere e centro di ricerche sulla permacultura, l’agricoltura naturale e il PIANETA MALATO,
in Pietra Pertusa (Roma) – Tel. 06 33678455
Filippo Scarpelli
PS Concordo in buona parte con l’intervento in data 20 novembre 2013 di Francesco. Nell’annata 2014, più fredda e bagnata, bisognerà aggiungere all’eloquente quadro la carenza di calcio che ha spazzzato via molti raccolti. Anche Roberto, in data 22 novembre 2013, dice cose preziose.
Mi fa male guardarmi intorno e vedere il degrado della mia terra,che è bellissima,tutti dovremmo sentire la necessità-dovere di combattere mafie-lobby-politicanti-affaristi senza scrupoli.Evidentemente non l’amiamo abbastanza, non basta solo indignarsi e puntare il dito,dovremmo mobilitarci e ognuno di noi contribuire nel proprio piccolo.
SPECIAL MODO L’ULIVO SIè SEMPRE DIFESO DA SOLO E SEMPRE GERMOGLIATO DA SOLONON LI DIAMO RETTA ALLA GENTE CHE VIENE DA FUORI NOI CONOSCIAMO QUESTI ALBERI .GRAZIE
Antonio da Bari
Io 4 anni fa avevo il problema del disseccamento degli ulivi……. Risolto problema trappole per rodilegna catturate diverse farfalle di cui ogni farfalla deponeva dalle 200-300 uova non estirpateli tagliateli ii quattro lati e bruciateli
Mi sono fatto un giro ultimamente nelle zone incriminate… Spaventoso, è tutto secco. Il problema esiste!
Carissimo Francesco in batterio che colpisce un’area la devasta totalmente, invece quello che io ho notato che, in un fondo co sono ulivi secolari secchi colpiti dal batterio, nel fondo adiacente gli ulivi sono sani, sembra che il fondo interessato sia statottrattato chimicamente. Qualcosa non torna, di recente siamo stati colpiti dal punteruolo rosso in quel caso possp dire che tutte le palme sono state colpite, una volta espiantate abbiamo avuto conferma
quando qualcuno si ammala, si tenta di guarirlo non di ammazzarlo!
C’è qualcuno che in queste situazioni ci specula, servirebbe un’indagine accurata.
quando qualcuno si ammala, ed è contagioso…si mette in quarantena, eliminando la sua presenza tra i SANI! se ti va, puoi metterti a parlare con gli alberi e chiedergli di spostarsi da lì, io credo che sia più logico eliminarli. Piangendo, ma bisogna fare qualcosa per salvare ciò che resta…Articolo insulso comunque… non diciamo fesserie!
Penso che si debba smettere di volere a tutti i costi il controllo anche sulla natura, spero come credo che tutto questo si risolverà, la natura sa cosa fare e non sarà certo l’uomo involuto a impedirglielo..
abbasso il potere EVVIVA L’AMORE….
LARA.M.C.
Qualcuno ci deve speculare e trarre profitto. questo come quando l’essenza di bergamotto di Calabria è stata accusata di essere cancerogena e se ne voleva limitare l’uso nell’industria profumiera a favore di quella sintetizzata in laboratorio: chiaramente per favorire le multinazionali che producono l’essenza sistetica. queste le abberrazioni della comunità Europea!!!
Al fine di rendere una notizia più vera e credibile, ma soprattutto convincente, è necessario procedere con una informazione più chiara e completa.
Quindi – a parer mio ed avendo ascoltato i commenti di alcune persone competenti ed interessate al problema – è necessario procedere con maggiori, più dettagliate, ma soprattutto attendibili informazioni.
Se il “batterio killer” è una bufala, per favore spiegateci perché gli alberi stanno seccando. O meglio quali, sono secondo voi, le cause per le quali codesti ulivi secolari stanno morendo.
Se esiste comunque un trattamento – garantito e suggerito da esperiti, quindi fare nomi ed univerità in cui operano – attraverso il quale è possibile salvare l’albero e quindi consentire, per gli anni futuri, una sana produzione.
Questa mia è una domanda per comprendere sino a che punto il tutto possa essere considerato un sabotaggio ai danni del salento, oppure, se – le vostre rimostranze ed inviti a sostenere la causa – devono essere considerate solamente come un tentativo di acquisire solo maggiore visibilità agli occhi dei lettori.
Il solito comportamento all’italiana, un insulto al senso civico ed alla purezza dell’anima!
Per me l’afticolo è una bufala , nel salento purtroppo sta accadendo questo e sfortunatamente ha colpito i miei alberi, la cosa peggiore e che non ce una cura e bisogna potare l’albero quasi aiminimi termini, ma gia a qualcuno dopo la potatura il problema e ritornato..io non riesco ad avere aiuti da nessuno e vedere gli alberi morire in quel modo fa male….facessero ,n fretta qualcosa perché l’epidemia c’è e vome!!!!
Ciao Sim, è passato un anno dal tuo messaggio, come stanno i tuoi alberi ? Hai continuato a curarli ? Hai delle novità o suggerimenti da dare? Mi auguro di vero cuore che tu possa avere risolto il problema. Grazie per la tua risposta.
BISOGNEREBBE SMETTERLA ANCHE CON QUELL’ODIOSA ABITUDINE DI SRADICARE GLI ALBERI DI ULIVO PER TRAPIANTARLI IN GIARDINI PRIVATI O PEGGIO ANCORA NELLE ROTONDE. CI VORREBBE UNA LEGGE PER IMPEDIRLO. TROVO CHE SIA UNA BARBARIA INUTILE, DANNOSA E INCIVILE. PASSATE PAROLA.
Chi siete voi per dire tutto e il contrario di tutto ?quali i vostri studi e ricerche?
Io posso dire ringrazio dio abito nella città Dell’Olio Zagarise!! In provincia di Catanzaro Calabria italy!! Noi siamo pieni di piante di ulivi dove guardi vedi ulivi!! Nella nostra zona si produce il miglior olio di olivo !! Sfido chiunque trovi un olio meglio del nostro!! Invito tutti a venire al nostro piccolo paese non produciamo solo olio!! Ma tutto quello che la terra ci da!!
la mia campagna è coltivata chimicamente e quella accanto è quasi abbandonata..i miei alberi sono verdi e rigogliosi..quelli accanto, quasi abbandonati ormai.stanno seccando tutti..nn credo sia un fattore chimico…
E’ ancora presto per esultare per lo scampato pericolo
Sono appena stata in Salento zaino in spalla, scarponi ai piedi ed ho attraversato centinaia di bellissimi uliveti (taluni allagati dalle recenti pioggie alluvionali) scavalcando tanti muretti a secco grazie alla grande gentilezza dei salentini (da Lecce a Santa Maria di Leuca passando continuamente dalla costa alle Serre, su e giù, attraversando territori interni. Innamorata del Salento e dei suoi ulivi talvolta millenari). Le olive, cadute a terra, sono perse per le pioggie torrenziali e continue, ma gli ulivi sono belli. Solo un uliveto era malato, ho avuto l’impressione fosse per la troppa chimica usata, dato che intorno erano sani ed il manto erboso bello. Ho attraversato anche gli uliveti coltivati con tecniche biodinamiche da molti anni della masseria Le Costantine, a Uggiano La Chiesa, e sono meravigliosi. Sono rimasta incantata nel vedere come in Salento siano tenuti bene, amati. Un anziano sorridente di 85 anni che lavorava nei suoi campi, ci ha indicato come segreto di longevità di “amare quello che si fa e quello che abbiamo attorno a noi, curandolo minuziosamente e con perseveranza, che ci restituisce quotidianamente e continuamente maggiore amore. Come gli ulivi millenari che ogni anno ci donano le olive”. Camminando tra loro, mi è nato un canto dal cuore: “Essenze d’ulivi/antiche radici profonde”
MI COMPLIMENTO CON TE PER LA TUA BRAVURA ED INTELLIGGENZA, AVENDO CAPITO QUALI SONO I PROBLEMI DELLA TERRA E COME SI RISOLVONO, SPECIE QUANDO PARLI DI TECNICHE BIODINAMICHE NELLA SPERANZA CHE CIO’ POSSA ESSERE COMPRESO IN ITALIA E NEL MONDO SPECIE DA CHI COLTIVA LA TERRA.
Concordo pienamente con Maurizio, dobbiamo rimettere al centro la biodiversità perchè è forte e lungimirante. Noi, poveri uomini, sappiamo solo fare guerre e sterminare, l’abbiamo fatto con le grandi guerre mondiali e ora con ogni forma di vita che ci attraversa la strada. Madre Natura non conosce lo sterminio e non lo applica, semplicemente lascia vivere tutti perchè è nella complessità della vita che c’è equilibrio e autoregolazione.
E’ arduo ma doveroso sconfiggere la peste italiana del parassitismo indotto dal dissennato uso dei fondi agricoli europei.L’alberofobia, con il suo allegato,di distruzione di antichi paesaggi e di secolari sapori, è solo una delle nefaste conseguenze di questo mutamento anche antropologico letale per il futuro di un’agricoltura degna di questo nome!
Si inventano di tutto pur di accaparrarsi gli incentivi come in quedto caso EUROPEI. Non dimentichiamo le vaste piantaggioni di girasoli lasciati sevcare sul campo. Parola di salentino
Occorre al più presto pubblicizzare queste informazioni fornendo il maggior numero di elementi atti a poterle sostenere. Vivo in Puglia ho degli ulivi ed in assenza di questo articolo ricevuto via internet non ne avrei saputo nulla. Quanti ne sono informati ?
Raga questi hanno ragione………….è come LA GALLA BOTANICA del Castagno Io non sono un coltivatore ma…..in quel di Collegno ne ho un esemplare che avrà circa 60 anni….4 anni or sono venne colpito dalla GALLA ( come quasi tutti i castagni della valle di Susa ) per 2 anni chiamai un operatore a potarlo radicalmente ma la primavera successiva il problema si è ripresentato..Avendo occasione di discuterne con un anziano Signore all’ Area Camper Villarfocchiardo il quale , avendo gli stessi problemi , ricordo mi disse “io non faccio nulla La Natura prima o poi si difende da sola “…Io non ho piu fatto ….nulla anno scorso situazione quasi uguale …quest’anno molto meno evidente e ridotta di quantità di GALLE ..la fruttazione è stata quantitativamente discreta e qualitativamente accettabile….A detta degli esperti l’albero andava abbattuto !!!!!! SIC !
Fra tanti commenti ,il più saggio mi sembra quello di Francesco…Comunque, prima di passare alla distruzione di una ricchezza antica, penso doveroso aspettare un anno almeno e vedere se le piante si riprendono… La natura spesso arriva la’ dove l’uomo non è capace…
Penso che l’articolo sia troppo tranquilizzante e con pochi supporti scientifici per sostenere la tesi della scarsa pericolosità della malattia. Il problema esiste ed è compito di tutti ricercare le vere cause e le giuste soluzioni, senza falsi allarmismi ma senza mettere pannicelli caldi che possano nascondere un problema reale.
Da questa associazione mi aspetterei un modo di lavorare più rigoroso ed equilibrato e invece troppo spesso si indulge ad atteggiamenti facili e a senso unico, per dimostrare tesi precostituite che alla fine sono controproducenti.
Sono d’accordo con te tranne che in un punto: non c’è nessun falso allarmismo, la situazione è tragica e qui la gente gioca a fare la saputella: “ci pensa la natura”
Beh, buongiorno, la natura è una merda e non gliene frega un cavolo dei vostri ulivi. Le vostre fiabesche visioni del mondo non dovrebbero interferire con chi studia seriamente.
Natura: tumori, peste, ebola, malaria, tuborcolosi, morbillo e prioni…parliamo di piante?
arricciamento fogliare, TMV; sharka, accartocciamento fogliare, flavescenza dorata, migliaia di virus e fitoplasmi!
Se lasci fare alla natura…gli esseri viventi SCHIATTANO, ed anche in fretta!
Ricopio una mia mail del 29.10.2013 inviata in qualità di semplice e normale dottore forestale !
Mi permetto una riflessione sugli articoli pubblicati in questi giorni sulle maggiori testate giornalistiche riguardante il tema del disseccamento degli Ulivi nel Salento.
Sembra una novità ma se comprendo e ricordo bene il batterio “Xylella fastidiosa” è nota per i suoi attacchi in zone temperate come la nostra, con inverni miti. La sua pianta preferita e principale è la vite e poi le altre.
Poiché il batterio vive tranquillamente senza mostrare alcuna sintomatologia anche nelle specie erbacee spontanee, mi chiedo perché tutta questa enfasi.
Infatti la Direttiva UE che tratta la materia su tale batterio, vettori e mezzi di lotta è nota sin dal 1993.
Capisco che la preoccupazione sulla produzione degli ulivi è giusta ma, cosa si nasconde, che operazione si vuole mettere in atto ?
Spero di sbagliare ma come al solito bisogna avere gli occhi molto aperti, come al solito.
Capire l’importanza della Biodiversità significa comprendere l’essenza dell’equilibrio che è alla base degli ecosistemi stabili, le cui interazioni costituiscono l’organicità della perfezione dell’ecosfera che ci accoglie. Sentirsi parte del tutto e quindi cambiare paradigma richiede uno sforzo in ognuno di noi per spostarci dalla visione egocentrica a quella ecocentrica. E’ fondamentale capire che questo sforzo rende stabili, equilibrati e liberi anche noi stessi.
(pensiero di un contadino allegro)
mi piace
Secondo me bisognerebbe fare una potatura radicale eliminare tutto il secco
bruciare sul posto le ramaglie e aspettare purtroppo.
Saluti
Grazie dell’informazione, ho creduto come una sciocca alle notizie della tv, ma le informazioni sono così tante e contradditorie che spesso si fa fatica a trovare la verità.
Penso che la natura risolverà il probleama ponendo fine a questo assurdo modo di terrorizzare gli ulivicoltori.
Siamo veramente alla frutta se ormai anche il settore agro-alimentare è divenuto terreno di conquista da parte di immondi sciacalli che obbediscono solo alle leggi del DIO DENARO!!!! Se non ci sarà al più presto una presa di coscienza che spinga la parte ancora sana della popolazione a lottare contro lo squallore di questi vampiri….la fine del genere umano sarà molto vicina…E BEN VENGA!!!!!!
Secondo mela causa o perlomeno la maggiore concausa dei fenomeni di disseccamento nel salento è l’uso decennale di acqua di falda salina. Il clima siccitoso ha accentuato il problema. L’accumulo di cloro nelle foglie determina gli effetti di ingiallimento. le piogge dell’ultimo mese hanno alleviato il problema ed una potatura ha cambiato il look degli alberi. Lo stesso effetto si è verificato per gli stessi motivi in altri uliveti in puglia foggiana.
Saluti