Con sempre maggior incidenza, oggi, le catastrofi ambientali provocano un forte impatto emotivo, in chi ne è vittima innanzitutto, ma anche in chi vi assiste da spettatore impotente. Eppure, passata la disperazione, la rabbia e il cordoglio, questi eventi sembrano non lasciare alcun insegnamento.
L’abusivismo, il disboscamento, l’urbanizzazione feroce continuano senza sosta a snaturare il territorio, creando i presupposti per le tragedie di domani. In tutto questo, fortunatamente, c’è qualche rara eccezione. Come quella di Rocchetta di Vara, piccolo comune in provincia di La Spezia.
Imparare dai disastri ambientali si può. Qui l’alluvione che ha investito lo spezzino, nell’ottobre 2011, ha colpito duro: oltre 9 milioni di danni. Ma l’amministrazione comunale ha saputo andare oltre le inevitabili difficoltà contingenti.
L’analisi delle cause che hanno portato a un tale disastro ha messo in evidenza quanto abbia inciso, in questo senso, lo stato d’abbandono delle campagne. Terreni incolti e canali d’irrigazione che non conoscevano manutenzione da troppo tempo hanno favorito l’azione distruttiva dell’acqua, aggravando le circostanze ed impartendo una lezione significativa.
Da quell’episodio, infatti, è nato il progetto di ridare vita ai campi incolti. E di farlo con un’iniziativa semplice ma innovativa, capace di coinvolgere i cittadini stessi: la piantumazione di alberi da frutta.
Grazie al contributo della fondazione Carige, il comune di Rocchetta di Vara ha distribuito circa 1000 piante da frutta tra i suoi cittadini, creando il cosiddetto “frutteto diffuso”. Aderendo all’iniziativa, ogni cittadino s’è, di fatto, impegnato a prendersi cura delle proprie piante per almeno cinque anni. L’idea è quella di ridare colore alle campagne della Val di Vara – i risultati più evidenti si vedranno la prossima primavera, quando gli alberi saranno in fiore – e al tempo stesso garantire quella cura e quella manutenzione che mancavano da anni. La terra che torna a vivere come miglior alleato contro la forza devastante della natura.
Sono tanti i cittadini – di Rocchetta e delle sue frazioni – che hanno partecipato, prendendo in cura uno o più alberi delle tre specie coinvolte, ovvero meli, ciliegi e fichi. Sarà poi costituito un consorzio, dove tutti gli aderenti all’iniziativa s’impegneranno a vendere almeno il 50% della frutta prodotta. Il progetto vuole, infatti, essere anche un’occasione per rilanciare la produttività agricola, favorendo la distribuzione e la diffusione di prodotti autoctoni e di qualità.
Negli ultimi anni l’amministrazione comunale di Rocchetta di Vara, dal 2009 guidata dalla lista civica “Vivere Rocchetta”, si è già distinta in più occasioni per una politica volta a favorire il rilancio delle attività agricole, la riscoperta delle antiche tradizioni contadine e la tutela del territorio.
Nel 2012, per esempio, l’iniziativa di recupero e di rimessa a coltura dell’antico grano bianco delle valli di Suvero è valsa a questo comune riconoscimenti, quali il premio WWF per le buone pratiche e una menzione speciale al “premio A.Vassallo” nel corso della XII conferenza dei Piccoli Comuni.
“L’agricoltura e la manutenzione del paesaggio devono ritornare ad essere una delle priorità di tutti, non soltanto per chi ha visto da vicino la natura arrabbiata e gli effetti disastrosi che produce” – sono le parole di Oriana Drovandi, assessore a bilancio, agricoltura e turismo, nonché vice-sindaco del comune di Rocchetta di Vara. Un esempio di come amministrare un comune valorizzandone il territorio non solo si può, ma sa anche dare – è proprio il caso di dirlo – i suoi frutti.
Per chi volesse approfondire l’argomento, rendiamo di seguito disponibile il programma delle politiche agricole varate dall’amministrazione comunale di Rocchetta di Vara per l’anno in corso:
Rocchetta di Vara – PAC Politica agricola comunale 2013 (file pdf, 820 kb) >
Roberto Caravaggi