Presentato un esposto sulla grave deturpazione di un tratto del torrente Scoltenna nel Modenese, da tempo oggetto di discutibili interventi in contrasto con le normative vigenti, dall’effetto dannoso sugli equilibri naturali.
Ecco la segnalazione di Alberto Mazzoni del Coordinamento Regionale per la Difesa dei Fiumi.
Il torrente Scoltenna è uno dei più bei corsi d’acqua dell’Appennino modenese, alimentato da sorgenti e rii di acqua pura, forma, unendosi al torrente Leo, il fiume Panaro. Costituisce infatti un suggestivo scenario con il suo corso accidentato e i corpi rocciosi di notevole fondamentale dal punto di vista naturalistico: una fascia di vegetazione spontanea e acque ricche di pesci.
Importante anche dal punto di vista idrogeologico: nei comuni attraversati ha formato spontaneamente lungo il suo corso alcune aree piane di notevole estensione che costituiscono ambiti di espansione per le piene di straordinaria entità.
Come spesso succede, gli habitat dei fiumi italiani versano in condizioni davvero critiche e gli interventi previsti possono rappresentare un’ulteriore complicazione. In questo caso i primi interventi hanno visto la realizzazione di briglie in calcestruzzo armato in corrispondenza di versanti instabili. Ma l’intervento che ha stravolto l’assetto naturale del corso d’acqua è stata la realizzazione, sul territorio del comune di Riolunato, di una diga a servizio di una centrale idroelettrica costruita nel 1919 in località Strettara.
La continuità biologico-funzionale del corso d’acqua è stata brutalmente interrotta e una catena di realizzazioni di impianti idroelettrici, di discutibile opportunità, sono stati consentiti lungo il torrente.
In più per lavori di manutenzione sono stati rilasciati nel torrente, quasi completamente, i limi accumulatisi in esso in una ventina di anni: una coltre di fango che ha soffocato quasi completamente la vita nei primi sei chilometri a valle e l’ha gravemente indebolita nella rimanente parte.
L’esposto è stato trasmesso alla Regione Emilia Romagna, alla Provincia di Modena e ai comuni interessati.
Già prima su denuncia e pressione delle Associazioni ambientaliste, in particolare di Legambiente, Italia Nostra e della Consulta, il Responsabile dei lavori per conto di Enel Green Power s.r.l., gestrice dell’impianto, ha subito una condanna penale commutata in un’oblazione monetaria ed è in corso la procedura ministeriale per ottenere da detta Società un risarcimento di € 500.000.
I reiterati richiami rivolti alla Provincia e alla Regione per denunciare la gravità della situazione hanno ottenuto in questi ultimi tempi una riduzione del quantitativo di acqua captata pur senza eliminare la consistente incidenza negativa dell’impianto sul torrente.
La politica è accusata di “scansare la raccolta di pareri preventivi da parte dei cittadini e delle Associazioni” e di “non essere in grado di imporre le precauzioni in corso d’opera e in fase gestionale idonee a minimizzare gli impatti”. Perché non si persegue il vantaggio dei cittadini, i veri proprietari del fiume?
Il torrente Scoltenna è un magnifico dono della natura che va preservato! Solo con un assedio costante delle autorita’preposte c’è la possibilita’ di bloccare altri scempi.Ma bisogna essere in tanti a vigilare sulle nostre bellezze.Da anni cerco di salvare il fiume La Terra a Calvello (Pz)in una battaglia mortificante e solitaria!!!I cittadini, anche loro , si accorgono dei nostri amici fiumi solo quando ci sono le alluvioni e credono normale violentarli con radicali stermini degli alvei sassosi e conseguenti cementificazioni!
E una vergogna, non nuova per quelle zone , noi abbiamo denunciato alle autorità competenti già da 10 anni l’inquinamento di un piccolo fiume :”il fiume della chiesa” di Trentino di Fanano che a sua volta si butta nello Scoltenna, da anni si riversano scarichi a cielo aperto e conseguenti miasmi, non esiste un impianto di depurazione e le costruzioni antistanti , quelle costruite alla chiesa scaricano tutte nel fosso…….nessuno però a controllato come scaricano e noi che abbiamo la casa vicino al fosso vediamo feci gallegianti e odore putrido tutto l’anno , anche il sindaco che dovrebbe essere la massima autorità sanitaria in un comune, non ha mai relamente considerato il problema tanto che sopra hanno continuato ad edificare e gli scarichi sono aumentati, una volta si trovavano i gamberi in questo fosso ora non possono bere neanche le bestie che muoiono, infatti l’anno scorso ho trovato lo scheletro di un daino……….nessuno ripeto nessuno Usl Arpa, ufficio tecnico del comune sembrano interessarsi a questi problemi………..che tristezza………..
L’ambiente e’ il piu’ importante, come importanza viene assolutamente prima della crisi economica!…A parte i soldi (che non ho perche’ non sto’ lavorando da 5 anni),sono disponibile a qualsiasi contributo per la sua salvaguardia, come ho sempre fatto,partendo dalle “piccole”cose del quotidiano.Il mio infinito AMORE per la natura è il mio stile di vita, non perche’ sono brava,ma semplicemente perche’ sono umana e ne faccio parte naturalmente!