di Massimo Muciaccia
Il sogno del presidente Pallotta sta diventando realtà, ma sono tutti d’accordo?
Ormai è ufficiale, il nuovo stadio di calcio della Roma – “più bello del mondo” – verrà realizzato a Tor di Valle, all’interno di un’ansa del Tevere con vincolo idrogeologico, nei pressi del noto depuratore su cui da anni si battono i cittadini e il Comitato di Quartiere per risolvere i miasmi diffusi dal collettore (vicino alla vecchia via del Mare, pericolosa arteria di scorrimento di collegamento con Ostia e alla strada ferrata del trenino di memoria fascista ribattezzato “Freccia del mare”).
Già queste poche considerazioni sarebbero sufficienti per riflettere sulla scelta dell’area su cui è previsto non solo il grande stadio, al posto dello storico ippodromo da abbattere che è un’opera di architettura moderna (progettata nel 1959 da Julio Lafuente e Gaetano Rebecchini), ma anche abitazioni e/o cubature commerciali mai esistite, che andrebbero così a finanziare l’operazione complessiva.
L’area interessata è quasi del tutto inedificabile secondo il piano regolatore generale e gli strumenti di pianificazione paesistica in vigore.
Se è così, nell’ippodromo di Tor di Valle attualmente sarebbero edificabili soltanto 14.000 metri cubi, il resto sono aree in cui non ci potrebbero essere trasformazioni d’uso o deroghe alle disposizioni urbanistiche. Il sistema delle deroghe purtroppo è già stato ampiamente utilizzato in passato per cambi di destinazione d’uso e conseguente maggiorazione di cubature realizzabili con conseguenti benefici economici per le imprese.
La destinazione più sensata per il sito, senza dover essere ambientalisti militanti, risulta essere a parco pubblico, per la tutela delle sponde del fiume, della flora e l’avifauna tipiche del luogo palustre in questione.
A conferma ci dovrebbe essere un progetto del WWF di “oasi naturalistica” già noto negli ambienti comunali e municipali.
Una corretta procedura potrebbe essere la VIA (Valutazione Impatto Ambientale), che è uno strumento indispensabile e di supporto decisionale tecnico-amministrativo. La valutazione sulla compatibilità ambientale di un progetto (nel caso specifico di notevoli proporzioni) è svolta dalla pubblica amministrazione, che si basa sia sulle informazioni fornite dal proponente del progetto, sia sulla consulenza data da altre strutture pubbliche, sia sulla partecipazione della gente e dei gruppi sociali nei processi decisionali per l’approvazione necessaria. Per chi non lo sapesse con “impatto ambientale” si considera quindi l’effetto rilevante causato da un evento, un’azione o un comportamento sullo stato di qualità delle componenti ambientali (antropizzate e/o naturali). Secondo la normativa comunitaria i progetti che possono avere un effetto considerevole sull’ambiente devono (o dovrebbero) essere sottoposti alla valutazione di impatto ambientale. Inoltre la recentissima legge di Stabilita’ per il 2014, tra l’altro, dovrebbe fare chiarezza sulle procedure per la costruzione dei nuovi impianti sportivi e adeguamento degli esistenti, non consentendo nuove e redditizie speculazioni edilizie, nonostante alcuni tra i moltissimi emendamenti sembrerebbero favorirle.
Infatti tra gli emendamenti presentati, riferisce Ermete Realacci, c’è una proposta che “utilizza la necessità di rinnovare gli impianti sportivi come un cavallo di Troia per interessi speculativi”. Non solo ma “si configura come una sorta di legge ad hoc per gli stadi, un tana libera tutti che prevede corsie preferenziali, deroghe ai normali iter autorizzativi e nuove previsioni edificatorie, anche residenziali, per sostenere la realizzazione di nuovi impianti. Presentato con l’alibi dell’adeguamento degli impianti sportivi, l’emendamento ha ben poco, se non nulla, a che fare con il calcio e più in generale con lo sport”. Di conseguenza “si sfrutta la motivazione condivisibile di ammodernare gli impianti e favorire lo sport per proporre cubature di tutti i tipi, possibili aggiornamenti delle norme esistenti, inclusi i vincoli ambientali e idrogeologici”.
Nel 1919 il sociologo tedesco Max Weber scriveva: “La ricchezza è una catena di uomini che creano valore”. Oggi è ancora così?
L’assessore alla “Qualità della vita, sport e benessere” di Roma Capitale, Luca Pancalli, ha manifestato grande disponibilità per un “piano regolatore speciale” degli impianti sportivi, le cui dichiarazioni si commentano da sole, lasciando perplessi: “Gli stadi hanno bisogno di essere pensati come impianti funzionali, che possano essere vissuti. La mancata assegnazione degli Europei del 2012 ha aperto gli occhi, c’è necessità di rimettere le mani all’impiantistica, non soltanto per gli stadi vetusti, ma per un’impiantistica che si inserisca nei territori in modo organico, affinché non si vedano più cattedrali nel deserto. Non deve esserci speculazione edilizia, ma un piano regolatore specifico per un’impiantistica sportiva che oltre ad essere finalizzato all’evento sportivo, risulti funzionale alla città e possa tirare fuori dal disagio i giovani“.
L’annuncio ufficiale della straordinaria opera è arrivato durante l’incontro tra James Pallotta, la giunta di Roma Capitale, il sindaco Ignazio Marino e l’architetto americano autore dello stadio che sorgerà sui terreni del costruttore Luca Parnasi, che trasformerà l’operazione in solide realtà.
Al termine della presentazione del progetto il sindaco avrebbe affermato: “Voglio fare l’interesse dei club calcistici romani, ma anche dei singoli cittadini”. Si impegna dunque a far procedere nella giusta direzione l’iter burocratico per le autorizzazioni, facendo prevalere l’interesse pubblico rispetto a quello privato?
Attraverso un intenso lavoro tecnico-burocratico la previsione è inaugurare l’impianto nel corso della stagione 2016-17, con una capienza pari a circa 60.000 spettatori, sufficiente per ospitare una finale di “Champions League”. Lo stadio sarà finanziato interamente da privati e quindi senza spese per la collettività. A tale scopo il comune si renderà disponibile ad un aumento di cubatura per opere di edilizia abitativa e/o commerciale da mettere sul mercato. Dubbi e polemiche ci sono già dai tempi del precedente sindaco e vengono rinnovate alla luce delle comunicazioni pubbliche di questi giorni. Interessa sottolineare i timori per un’operazione che farà di certo bene alla società e poi alla squadra della Roma, ma pone dubbi sui benefici che ne possono derivare per l’intera città e in particolare per i quartieri limitrofi, nonostante le rassicurazioni generiche.
Attraverso il bel progetto dello stadio si tenta forse di “strumentalizzare” la passione dei tifosi giallorossi per un più facile consenso?
E i rischi di (eccessiva) antropizzazione conseguenti all’impatto delle opere complessive da realizzare? E i costi per le infrastrutture indispensabili per la viabilità, non ancora qualificate e quantificate, a chi spetterebbero?
Insomma gli interrogativi sono molteplici, le domande più comuni della gente sono del tipo: “Di quanti metri cubi tra abitazioni e commerciale avranno bisogno i privati per rifarsi economicamente (con un giusto guadagno), dall’ingente investimento tra terreno, demolizioni e costruzione dell’opera sportiva?” E’ quanto ha già fatto presente in altre parole Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio che non a caso promuove una campagna di sensibilizzazione per la protezione dei territori bagnati dai corsi d’acqua, per il pericolo di frane e alluvioni dovute al dissesto idrogeologico causato dalla eccessiva edificazione. Non ci scandalizziamo poi quando ci troviamo di fronte a catastrofi dovute a cattiva gestione del territorio, conseguente superlavoro per la Protezione civile e dispendio di denaro pubblico per le ricostruzioni.
Stiamo a vedere cosa succede.
Intanto… “Forza magica Roma!” Daje cemento?
Arch. Massimo Muciaccia
Dinamiche di trasformazione urbana e territoriale della periferia
(un particolare ringraziamento va all’amico Paolo Di Giulio per avermi sollecitato a scrivere sul nuovo stadio a Tor di Valle)
Per una maggiore e più approfondita comprensione, da parte del lettore, delle problematiche qui trattate si consiglia:
- Jean Ziegler. “La privatizzazione del mondo. Padroni, predatori e mercenari del mercato globale”. Marco Tropea Editore.
- Alberto Magnaghi. “Il progetto locale. Verso la coscienza di luogo”. Bollati Boringhieri. Roma, dicembre 2013
Lo stadio sorgerà lì dove è stato stabilito, con anesi e connessi, punto.
Attualmente chi sa se c’è qualche comitato che si sta organizzando per contrastare la costruzione di questo stadio, vorrei mettermi in comunicazione? Grazie
relax, daje cemento!
Lo stadio della Roma nell’ area del depuratore di Roma Sud con la puzza della merda che già affligge i quartieri vicini non è una scelta comprensibile e avrà sicuri sfottò dei tifosi Laziali.
Ecco il vero intento di Pallotta: fare soldi a discapito dell’ambiente. Sono questi i presidenti di calcio che vogliamo? Affaristi che si parano dietro allo sport. E Marino gli sbava dietro, come un giullare alla corte del re. Vergogna! Un sindaco che è buono solo a parlare e a fare poi il contrario di quello che ha promesso in campagna elettorale. Che pena mi fa!
Gentile architetto, io porto spesso i miei cani a passeggiare in quella zona e le dico che e’ in stato di totale abbandono, quindi ben venga un investitore straniero che costruendo di tasca propria uno stadio riqualifichi la zona ove i miei cani possano giocare e fare pipi’ senza la paura di prendersi la leptospirosi, ovviamente feci che io stesso provvederò a raccogliere, tengo a specificarlo, se fosse per il comune quella zona continuerebbe a vivere tra topi e baracche.
e poi il mio amico Post affetto da una malattia gravemente penalizzante, e’ purtroppo molto molto basso, e cio’ gli impedisce di seguire le partite della sua squadra del cuore nell’attuale sede dove vengono disputate, deve poter tornare in uno stadio per vedere i suoi beniamini.
http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/roma/2014/02/14/news/nuovo_stadio_apple_disney_nike-78589759/?ref=HRLV-2#commenta
L’ ultima del 14feb2014,
svelato il vero progetto del Presidente J.Pallotta:
lo stadio gratis (la ciliegina)nn esiste
anche le spese per le inesistenti infrastrutture, incluse una nuova uscita sul GRA e la stazione ferroviaria, verranno sostenute con le migliaia di cubature in regalo dal Sindaco Marino
Ai costruttori Pallotta / Parnasi lo sport (e tifosi della Magica) nn interessano.
Come veri “missionari” del dio denaro, sono interessati alla grande torta del polo commerciale e d’ intrattenimento da 200000 visitatori al mese per incassi da record…
Lo stadio deve essere realizzato in tempi brevi, poche storie. Il mio amico piso deve poterlo vedere prima di… insomma, avete capito.
Tanti Auguri Piso
La mia non era affatto una battuta, bensì una triste constatazione.
Non sono contemplate costruzioni abitative nel progetto del nuovo stadio il che va in contrasto con le “poche considerazioni […] sufficienti per riflettere sulla scelta dell’area”, scelta che non prevede tra l’altro modifiche al P.R.G.
I costi delle infrastrutture dovrebbero, in un paese serio, essere condivise, visti i benefici che la città trarrebbe, anche a livello lavorativo. Saranno più probabilmente a carico della A.S. Roma, dato lo stato in cui versano le casse comunali, come lei già sapra.
Le frasi dei sociologi, invece, mi interessano poco.
Mi risulta inoltre difficile valutare l’obiettività della sua analisi, dal momento che non ha potuto studiare il progetto presentato in Comune, o sbaglio? In caso le chiedo scusa, non pensavo fosse entrato in contatto con le “carte” in questione.
Ribadisco che il progetto dello stadio della Roma non dipende assolutamente dalla prossima(?) legge sugli stadi, in discussione ormai da alcuni anni.
Sig. Giorgio perché non presenta e condivide pubblicamente i progetti di cui dimostra di essere cosi’ bene informato ?
Come e’ entrato Lei in contatto con le carte in questione che sembrano smentire il contenuto dell’ articolo, in realta’ fatto di solo lecite domande ?
Lo stesso Presidente Pallotta nell’ ultimo incontro di novembre col Sindaco Marino ritenne di nn svelare nella sua interezza il progetto dello stadio. Per cui, Lei cosi’ bravo come fa’ a saperlo ed ad affermare cio’ che scrive ?
Chi e’ che parla e scrive al di la’ dei leggittimi piaceri sull’ altro giornalista con tanto di nome e cognome e professione ?
Provi a rispondere alla domande esposte nell’ articolo su,
come si fa’ a costruire GRATIS lo stadio piu’ bello del mondo ?
Le cubature promesse dal Sindaco prima Alemanno poi Marino sono balle?
Sulla viabilita’ inesistente chi e cosa paga?
Esiste o no il vincolo idrogeologico nell’ area golenale del Tevere ?
Ci renda edotti sullo studio presentato in comune e magari ci illustri se e come verra’ fatta la V.I.A.
Infine ogni sua personale valutazione nn interessa ai cittadini che, Lei sembra ancora una volta ignorare, come nella questione dei miasmi del vicino collettore. Forse Lei non vive da queste parti o forse non esiste nemmeno.
Sulla Legge sugli stadi l’ attuale Governo Letta si e’ espresso definitivamente, ne prenda atto. L’ applicazione nel contesto normativo dipende altri e non da Lei, forse
Forse di triste e di brutto, oltre al metodo adottato per l’ opera,
c’e’ il suo commento e le costatazioni in esso contenute,
quando obietta che i costi delle infrastrutture dovrebbero o saranno piu’ probabilmente a carico dell’ AS Roma. False precisazioni quindi
Obiezioni farlocche quindi, fondate sul nulla o sul suo millantato credito di conoscenza del progetto teso solo a dimostrare di saperne di piu’ su cose che si stanno ancora discutendo e semplicemente per screditare l’ autore dell’ articolo per i contenuti e domande che pone
A queste Lei dimostra di non saper e poter rispondere
Ribadisca pure al Governo Letta che nella Legge di Stabilita’ 2014 varata a Dicembre non c’e’ la legge sugli stadi.
Per sua sfortuna sig. Giorgio ne il suo commento ne Lei siete credibili
Non Le puo’ bastare negare quanto descritto nell’ articolo senza, fornire uno straccio di prova
LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147, art. 304
Questo progetto prescinde dalla legge sugli stadi e rispetta pienamente tutti i parametri richiesti.
Ergo, questo articolo rappresenta un bruttissimo modo di fare giornalismo.
Sig. Giorgio, così è troppo facile!
Se lei è molto più al corrente di me e di tanti altri esperti che asseriscono le mie stesse cose sulla “questione” stadio, esca dall’anonimato e ci spieghi, con prove alla mano, la fondatezza di quanto afferma con una semplice e gratuita battuta.
Gentilissimo Architetto,
suppongo che prima della stesura di questo articolo abbia studiato con attenzione l’art. 87 (Verde privato attrezzato, in cui ricade l’area di nostro interesse) delle NTA di Roma Capitale che già prevede la realizzazione di attrezzature sportive e fornisce gli indici di fabbricabilità. Per un’area come quella di Tor di Valle di 160Ha circa si ha la possibilità di realizzare 144.000mq di cui 1/3 da destinare a servizi complementari.
Per il rischio idraulico sia la carta di PRG dedicata
http://img6.imageshack.us/img6/732/z6od.jpg
che il PTPR riportano unicamente la fascia di rispetto di legge che lambisce l’area dell’ippodromo e dunque non vedo l’inedificabilità pressoché totale di cui parlava.
Questo per avere una base su cui confrontarci.
Cordialmente
Io penso che bisognerebbe confrontare i due progetti:delle Lega Ambiente e dell’architetto e poi poi interpellare tutti i cittadini se sono d’accordo o no.
Dove c’è una incompatibilità fondata, certa riguardo ad un progetto che stravolge un determinato luogo, non è possibile procedere con l’opera (bella o brutta, faraonica o meno). Qui non si tratta di fare una sorta di referendum e far scegliere ai cittadini tra due progetti degni e validi (quale dei due potrebbe piacervi…) per quell’area. Non è questa la questione! Se non si capisce questo allora siamo “fuori strada”.
In Italia si chiudono ospedali e scuole mentre si promuovono nuovi stadi: con queste oligarchie, votate al business (lo sport c’entra poco o nulla) forse sarebbe il caso di riaprire i “manicomi”…
A parole in Italia sono tutti contro il consumo di suolo, il business e le operazioni meramente immobiliariste, poi però quando si vota ci si dimentica di tutto ciò e si decide spesso per l’esatto contrario. Uno dei problemi, come già detto in altre risposte, è che i comuni grandi e piccoli sono indebitati fino al collo, i cittadini per paura di un aumento delle tasse, votano per coloro che propongono il business giustificandolo per far entrare oneri dall’edificazione massiccia. Non dicendo che i comuni dovranno spendere, tra l’altro, in urbanizzazione primaria e secondaria o adeguamenti (rete stradale, svincoli…, che i privati certo non realizzano.
Sembrerebbe tutto chiaro meno il perché politici amministratori e media stiano vendendo il concetto che tutto lo stadio sara’ gratis
Difficile crederlo SE come e’ vero altre cubature sono state assicurate dall’ attuale Sindaco Marino (per par condicio anche dalla precedente Giunta Alemanno)
Le opere di viabilita’ oggi inesistenti, poi chi le paga?
Il depuratore attiguo che farne dei suoi miasmi ?
Altrettanto difficile pensare all’ opera dello stadio senza altre pertinenze sportive, residenziali, commerciali, congressuali ed infine Municipali tanto, sempre e comunque cemento sara’ !
Gia’ nn dobbiamo dimenticare il Presidente del MunicipioIX Santoro, cosa intendera’ fare ?
Saranno capaci di ascoltare i loro concittadini elettori ?
Se ci fosse una vera “democrazia partecipativa”, gli amministratori locali chiederebbero agli abitanti che cosa vogliono sui loro territori e se ciò che decidono di realizzare si integra con il paesaggio (natura, cultura… dei luoghi); insomma se è interessante e opportuno non solo dal punto di vista economico-speculativo. Invece l’abitante, che tra l’altro spesso è semplicemente residente, viene trattato come suddito. E’ utile e sufficiente che paghi i tributi, poi il resto viene dopo… se viene! Altro problema è l’indebitamento notevole dei comuni grandi e piccoli (spreco risorse), che hanno portato alla svendita dei beni immobili in generale e alla edificazione massiccia (in deroga a tutto), pensando con ciò di far cassa o quantomeno di diminuire il loro debito. Poi certo c’è anche l’insensibilità, l’ignoranza, di chi non ha capito ancora che la natura (che non è qualcosa di morto, una tabula rasa insensibile, un bene a uso e consumo dell’uomo contemporaneo); ci “rinfaccerà” tutto quello che gli è stato fatto attraverso le catastrofi, che già conosciamo. Ecco perché, a mio parere, non mi stanco di dire, che c’è bisogno di un “progetto locale” serio per la coscienza di luogo.
Credo che Muciaccia abbia più che ragione. Purtroppo siamo abituati, a Roma soprattutto, al sistema delle deroghe e alla speculazione edilizia. Inoltre non aiuta lo iato tra studiosi impegnato e amministrazione. Speriamo che si abbia un esempio di inversione di tendenza! Cordialmente, Maria Immacolata Macioti
Vanno bene gli articoli, vanno bene i dibattiti ma, si deve andare oltre.
Come dire basta ed impedire nello specifico la violazione di un’ area vincolata come sistematico saccheggio del territorio per interessi privati di pochi a danno degli interessi pubblici di tutti ???
Esiste un progetto del WWF o LegAmbiente per la stessa area. Bene si tiri fuori dal cassetto e si mettano a confronto i due progetti. Siano poi i cittadini ad esprimersi.
Come possono gli amministratori locali cosi servi di pochi nn rispettare il mandato dei cittadini che li hanno eletti ???
E’ vera democrazia, Sempre a favore degli appettiti pantagruelici del partito del cemento ???
Per lo stadio con la complicita’ dei media, si vuole far passare addirittura il messaggio della gratuita’ dello stesso. Come a dire che Pallotta e Parnasi sono dei missionari e generosi benefattori, suvvia !
In ogni caso, perche’ prendere in giro cosi’ la cittadinanza ed i tifosi usati per ingraziarsi consensi ? e’ troppo.
NN possiamo dimenticare il complice silenzio del Sindaco Marino e del minisindaco Santoro. Forse sono troppo occupati a trovare la via migliore per cambiare le leggi esistenti e la destinazione d’ uso dell’ area golenale del Tevere rendendo cosi’ possibile l’ intera operazione immobiliare. Di questo si tratta, di cemento e nn di sport come vogliono farci credere.
A proposito di TordiValle, una vera mandrakata !
Forza Roma !
Aggiungo un articolo di Fulvo Bianchi di repubblica, che dà un seguito supplemetare all’argomento degli stadi.
“LEGGE STADI. ECCO PERCHE’ NON PIACE AI GRANDI CLUB”
Il 13 novembre Enrico Letta, davanti a tutto il mondo dello sport, aveva promesso un emendamento del governo per varare (finalmente) la famosa legge sugli stadi, anzi sugli impianti sportivi. Dal salone d’onore del Coni si era levato un applauso convinto, un grazie da parte di tutte le Federazioni, grandi e piccole. Questa legge, più sugli impianti di base che sui mega stadi, sta per essere approvata: entro domani dovrebbe entrare, a meno di colpi di scena che al momento sono da escludere, nella legge di stabilità. Con grande soddisfazione del Coni: sì, perché grazie all’interessamento del suo presidente, Giovanni Malagò, e del dg della Coni Servizi, Michele Uva, è stata privilegiata (soprattutto) la parte che riguarda i piccoli impianti sportivi, portati ad esempio da 7000 posti a 2000 per quanto riguarda quelli all’aperto. In un primo tempo l’emendamento, formulato male, si era arenato al Senato. Ora, riveduto e corretto dal ministro Delrio, è stato ripresentato alla commissione bilancio della Camera, ed è in via di approvazione. Non piace ai vertici del calcio. Maurizio Beretta, presidente della Lega di serie A, e Claudio Lotito, n.1 della Lazio, della Salernitana, nonché consigliere federale, sostengono infatti che “non serve”. “Così non ci saranno nuovi impianti”, hanno tuonato i due dirigenti. Il motivo? Nel nuovo testo c’è possibilità di avere procedure agevolate (ora ci vogliono 7-8 anni…) ma non si parla più di nuovi “insediamenti edilizi” e di strutture commerciali “non adiacenti” all’impianto sportivo. In realtà, la nuova legge sarebbe molto penalizzante per i grandi impianti sportivi, dai 20.000 posti in su, e favorirebbe, come detto, i piccoli stadi, i palasport, incontrando così il consenso del Coni. Per ora gli stadi di proprietà sono solo tre: Juventus, Udinese, Sassuolo (Squinzi ha appena acquistato il Giglio di Reggio Emilia). Ma altre società sono in attesa: non solo la Lazio di Lotito ma anche la Roma di Pallotta, il Milan, l’Inter. Le nuova legge non li favorisce. Non ci sono dubbi. Ad esempio, la Roma dovrebbe fare le opere di urbanizzazione, che costano circa il 20% del progetto, perché il Comune non ha soldi. Poi, non ci sarebbero nuovi insediamenti edilizi, e quindi il discorso della “compensazione” andrebbe a penalizzare chi costruisce. Insomma i presidenti dei grossi club. Che dovrebbero sbrigarsela da soli, e quindi è possibile che qualcuno riveda i progetti.
MASSIMO MUCIACCIA,IL TUO ARTICOLO CHIARISCE OTTIMAMENTE LA SITUAZIONE IN EVOLUZIONE RELATIVA AL PROGETTO DELLA REALIZZAZIONE DELLO STADIO DELLA ROMA IN PROSSIMITA’ DEL QUARTIERE TORRINO DECIMA. Al riguardo, nel seguito, inserisco perte del contenuto di un articolo del 15 dicembre scorso, che definisce le direttive governative relative alla realizzazione degli stadi sul territorio nazionale. Non ho rilevato, a livello politico, alcuna informazione che modifichi, dalla data citata, quanto descritto nell’articolo al riguardo.
“STADI, SPIAGGE E FONDI POLIZIA: ECCO COME CAMBIA LA MANOVRA”.
Le norme sugli stadi. Il governo ha presentato un emendamento al testo che prevede semplificazioni per la realizzazione di nuovi stadi ma “esclude” che con essi possano essere realizzati “nuovi complessi di edilizia residenziale”. L’emendamento stabilisce che gli interventi “laddove possibile” siano realizzati “prioritariamente mediante recupero di impianti esistenti” o siano relativi a “impianti localizzati in aree gia edificate”. La proposta di modifica prevede l’utilizzo, “in via non esclusiva” delle risorse del Fondo di garanzia per il credito sportivo per “favorire l’ammodernamento o la costruzione di impianti sportivi, con particolare riguardo alla sicurezza degli impianti e degli spettatori, attraverso la semplificazione delle procedure amministrative e la previsione di modalità innovative di finanziamento”.
Per realizzare l’intervento è necessario presentare al Comune interessato uno studio di fattibilità corredato da un piano economico-finanziario e dall’accordo con una o più associazioni o società sportive utilizzatrici in via prevalente. Tale studio “non può prevedere altri tipi di intervento, salvo quelli strettamente funzionali alla fruibilità
dell’impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-fInanziario dell’iniziativa e concorrenti alla valorizzazione in termini sociali, occupazionali ed economici del territorio e comunque con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale”.
Dopo tali decisioni programmatiche governative, che riguardano, ripeto,tutto il territorio nazionale, che, ovviamente, non esclude Roma, non si è saputo più niente. Non si sa (questo vale per me) se tali orientamenti siano approdati in qualche dispositivo di legge definitivo che le sancisca in termini di legge. Certamente, come Massimo ricorda, occorre che, comunque, venga avviata una VIA, che stabilisca se il territorio sul quale si vuole realizzare l’impianto della Roma sia idoneo o no.
Domenico Lantieri.
Stadi
Dalla Legge di Stabilità per il 2014
La legge stanzia un fondo da 45 milioni di euro per la costruzione di nuovi stadi e la messa in sicurezza di quelli esistenti. La realizzazione degli stadi non darà diritto ad una volumetria aggiuntiva per la costruzione di complessi residenziali. Gli unici interventi che potranno essere realizzati saranno quindi quelli per la fruibilità dell’impianto sportivo.
Ora resta da vedere le norme specifiche di attuazione della stessa Legge e purtroppo le deroghe agli strumenti urbanistici, che spesso vengono ottenute con troppa facilità…
MM
Ti ringrazio per gli apprezzamenti e per l’esteso commento utile a tenere vivo un importante attuale dibattito intorno a temi scottanti e complessi da trattare (in Italia!).
MM
Ne penso male, molto male. Chi è l’architetto americano?
Il progettista dello stadio è l’arch. Dan Meis (nato nel 1961 a Windsor nel Colorado).
MM