Da circa un anno i Comitati di Salviamo il Paesaggio di Inveruno e di Olona Bozzente Lura propongono la realizzazione di un nuovo Parco Regionale agro-paesaggistico (Ente di Diritto Pubblico), individuando in questo il miglior strumento di programmazione territoriale attualmente praticabile, una infrastruttura verde a servizio delle comunità che vi abitano.
Perché?
Il territorio a est del Ticino, a nord-ovest di Milano, intorno al Villoresi, ha subìto negli ultimi ventanni un estensivo processo di urbanizzazione le cui cause risiedono nel termine anglosassone ‘sprawl’ : fuga dalle città, realizzazione di estesi sobborghi oltre le periferie, espulsione di attività (fabbriche, uffici, centri commerciali) ovunque arrivi una strada, speculazione immobiliare con creazione di manufatti edilizi (case, capannoni industriali) che occupano gli spazi liberi rimanendo vuoti e disabitati in attesa di futuribili valorizzazioni, una miriade di cave estrattive a ‘servizio’ di tali attività.
Il Canale Villoresi, costruito alla fine del XIX secolo per irrigare un terreno arido e poco produttivo, può essere visto anche come linea di demarcazione rispetto al processo di industrializzazione del XX secolo: a nord le fabbriche metalmeccaniche, le fonderie, le cromerie della valle del torrente Arnetta, le cartiere e l’industria chimica della valle del fiume Olona, il tessile e le tintorie, l’asse del Sempione; a sud: gli scarichi industriali e urbani , le centrali termoelettriche, le raffinerie, gli inceneritori, le discariche. Le scelte operate dai ‘poteri forti’ in questa zona, negli ultimi 50 anni hanno certamente creato un benessere economico diffuso alla popolazione residente (‘la Manchester d’Italia’), ma il territorio è stato complessivamente svalorizzato e predato di risorse non ripristinabili.
Oltre alle aree industriali dismesse e la mancanza di lavoro, la de-industrializzazione ci lascia un elevato livello di inquinamento di aria, acqua e suolo e l’aumento di patologie legate al degrado ambientale.
In questo territorio tra i più industrializzati d’Italia, e ora il più de-industrializzato, non si intravvede una progettualità politica per un nuovo sviluppo economico e sociale, ma in compenso sono molte le progettualità sovra locali che a breve lo interesseranno in modo massiccio e che lo vedono ancora inerte spettatore e non protagonista del cambiamento. Primo fra tutti l’EXPO2015 , che verrà realizzato a ridosso e in parte all’interno del territorio di riferimento, ma che non vede alcun progetto locale organicamente inserito ; la realizzazione della Città Metropolitana di Milano che avrà per legge i confini della Provincia stessa e funzioni di programmazione territoriale; il Piano Regionale per le Aree Protette (PRAP), la Rete Ecologica Regionale (RER), le Linee guida per la valorizzazione delle funzioni di connessione ecologica dell’agricoltura in corrispondenza della RER lombarda, il Piano Paesaggistico inserito nel Piano Territoriale Regionale; le nuove infrastrutture viabilistiche e trasportistiche come la Pedemontana o il Masterplan di Malpensa.
Tutti questi aspetti ci hanno sempre più convinti della necessità impellente di una proposta organica di valorizzazione di un bio-territorio vasto, differenziato nelle sue diverse aree, ma omogeneo sia per gli aspetti ecologici che socioculturali e altrimenti destinato ad un irreversibile declino ai ‘confini dell’impero’. Valorizzarne la bellezza creando sinergie e non opportunismi, evitando la frammentazione e superando i localismi, ci permette di credere ancora che la terra sia un Bene Comune e non una risorsa a esclusivo beneficio e interesse dei pochi che speculano sul nostro futuro e su quello dei nostri figli.
Come?
Da circa un anno proponiamo quindi la realizzazione di un nuovo Parco Regionale agro-paesaggistico (Ente di Diritto Pubblico), individuando in questo il miglior strumento di programmazione territoriale attualmente praticabile.
L’area del nuovo Parco Regionale, che abbiamo inizialmente denominato PLISPlus proprio per enfatizzarne la costruzione a partire dalle aree protette esistenti, è ragionevole che abbia i confini ovest-sud-est delimitati da 3 parchi regionali : a ovest il Parco Lombardo della Valle del Ticino, a sud il Parco Sud Milano, a est il Parco delle Groane; per quanto riguarda il confine nord, recependo la validità e le opportunità dei pareri che ci sono pervenuti, una possibile linea di confine ‘artificiale’ è data dal tracciato dell’autostrada Pedemontana (in costruzione), nella sua tratta più a ovest, ma anche dal Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate.
In questo modo, in un’area complessiva di oltre 38.000 ha di Parco Regionale, verrebbero ricompresi : 42 Comuni, 2 Province (Milano e Varese o la Provincia di Varese e la Città Metropolitana di Milano), 11 PLIS (1 in fase di riconoscimento) per complessivi 7.800 ha circa, 1 Riserva naturale (Bosco WWF di Vanzago). In prospettiva, l’insieme delle attuali superfici dei PLIS e il Bosco WWF di Vanzago (200 ha) potrebbero essere riconosciute come Parco Naturale all’interno del Parco Regionale. Un ulteriore ampliamento del perimetro proposto potrebbe interessare i Comuni di Fenegrò, Limido Comasco, Lomazzo, Mozzate e Turate, in Provincia di Como. Questi Comuni insieme a Cislago stanno infatti proponendo un nuovo PLIS (‘Parco Agricolo Prealpino’) al fine di salvaguardare un territorio prevalentemente agricolo , limitrofo al tracciato della Pedemontana.
La perimetrazione del nuovo parco corrisponderebbe a quello che comunemente viene individuato come il territorio dell’ “Altomilanese” e la caratteristica geomorfologica comune della brughiera è testimoniata anche dai rilievi storici individuati nella ricerca preliminare (contea della Burgarìa). Questi due aspetti possono venire sottolineati nel nuovo nome che proponiamo: PARCO DELLE BRUGHIERE DELL’ALTOMILANESE, considerabile come parco di cintura metropolitana, la cui istituzione e gestione è regolamentata dalla LR n.12/ 4 agosto 2011.
Oltre alla salvaguardia e tutela dei beni ambientali e naturalistici , le finalità del Parco saranno quelle di riportare ad un ruolo centrale l’agricoltura , sia per le attività agro-silvo-colturali, che per tutte le funzioni annesse e derivate. Il nuovo Ente Parco dovrà divenire il motore di cambiamento dell’area rispetto alla tutela e lo sviluppo agricolo con la promozione di una nuova e diversa imprenditoria, alla valorizzazione turistica, allo sviluppo dell’industria agroalimentare, alla predisposizione di piani e interventi per l’ autonomia energetica e la gestione rifiuti (anche in termini ‘zero waste’), alla bioedilizia e per i trasporti , viabilità e mobilità sostenibile.
Le risposte
La proposta, sotto l’egida del Movimento Salviamo il Paesaggio, è stata presentata e discussa in numerosi incontri pubblici, aperti a tutta la popolazione e alle Istituzioni, organizzati nei diversi paesi da persone, gruppi, associazioni, comitati, che condividevano l’idea e la volevano divulgare e discutere. Sono stati incontrati anche organizzazioni di categoria, partiti politici, sindacati, singoli cittadini. Perché “…mai come oggi è necessario ripartire dalle realtà che viviamo e dare senso a quel ‘passare da comunità governate perché hanno delegato in bianco, a comunità che si governano perché partecipano alla vita comune’ , che sanno tornare a parlarsi e pesare sulle scelte dei livelli superiori“ (O.Magni, La città possibile, n.18/primavera 2013).
In tanti hanno colto l’intrinseca importanza della proposta, accogliendola come una sorta di ‘uovo di Colombo’; molti hanno condiviso la necessità del superamento del PLIS come strumento di tutela ambientale e concordato con l‘istituzione di un nuovo Parco Regionale quale migliore strumento di difesa all’aggressione del territorio.
Le perplessità riguardavano soprattutto la discrepanza rispetto alla percezione di un territorio ormai eccessivamente urbanizzato / degradato e la sua trasformazione in parco: naturalità insufficiente, mancanza di un elemento naturalistico unificante (un fiume, una montagna, etc), eccessiva ‘diversità’ delle aree interessate.
Da questi confronti è anche risultata subito chiara l’ambivalenza della percezione dei confini del territorio di riferimento: da una parte, la difesa del proprio ‘particulare’ cioè il proprio paese, la propria buona pratica e esperienza, il PLIS a cui si tiene; dall’altra, l’inadeguatezza dei confini amministrativi quando si ragiona in termini di bioterritori o bioregioni.
Gli amministratori locali sono apparsi in genere abbastanza interessati alla proposta, ma perplessi rispetto al veicolarla ad altre Amministrazioni : agendo ‘extraterritorialmente’ si rischia un’accusa di lesa maestà a cui nessuno vuole sottoporsi..; al massimo si può pensare a collegamenti funzionali di situazioni esistenti (es 2 o 3 PLIS) o il loro ampliamento e valorizzazione , secondo logiche di influenza politica o appartenenze .
L’idea che un parco possa divenire un motore di cambiamento e reindirizzare lo sviluppo sociale ed economico di una grande area, dell’intero Altomilanese, è stata poco percepita e condivisa perché ciò richiede, a nostro parere, una cultura politica di sostenibilità ambientale che superi i consolidati schemi conformistici di un ambientalismo di facciata o di opposizione.
Le infinite difficoltà nel trovare accordi tra tante istituzioni (comuni, province, regione) e le incertezze riguardo alla reale efficienza dei Parchi Regionali rispetto alla tutela ambientale e lo sviluppo economico dell’area, sono state le principali problematiche che abbiamo sottoposto ai referenti politici incontrati (provinciali, regionali, nazionali) : sin ora nessuna risposta, nessuna idea, nessuna azione. Grazie da tutto l’Altomilanese.
Il futuro
Noi crediamo che sia una sfida entusiasmante istituire un nuovo parco regionale in questa travagliata zona di Italia settentrionale, ampliandone la funzione da mero strumento di tutela ambientale a strumento di riprogrammazione sostenibile di un bio-territorio , abitato da oltre 600.000 persone; sfida che comprende l’idea di ridare identità territoriale a un popolo affinchè possa riappropriarsi della sua storia e autodeterminare il proprio futuro.
Quindi continueremo a diffondere l’idea, spiegandola alla gente nel dettaglio e cercando di creare in questo modo un movimento di opinione ampio e diffuso. Ma pensiamo anche che sia giunto il momento di mettere di fronte alle proprie responsabilità politiche chi già ha facoltà di operare all’interno delle Istituzioni e chi vorrà tentare di farlo con le prossime elezioni : vogliamo elaborare una piattaforma ambientale dell’Altomilanese in cui vengano rappresentate tutte le istanze portate avanti dai Cittadini del territorio. Entro marzo, con la partecipazione di tutti i comitati, le associazioni, i singoli cittadini, il documento sarà pronto per essere presentato.
PERCHE’ IL NORD-OVEST MILANESE HA DEI BI-SOGNI URGENTI!!
Il Coordinamento per il nuovo parco PlisPlus
Giuliana Cislaghi cislaghi.mg@libero.it ,
Luigi Dell’Arena soundcooker@gmail.com
Marina Rotta marina.rotta@fastwebnet.it
http://www.facebook.com/giuli.cislaghi/posts/354888834616620#!/groups/coordinamentoplisplus/
http://www.plisplus.salviamoilpaesaggioinveruno.it
Ciao. Per quello che può contare, pubblico anche su http://cinqueagosto91.wordpress.com/ da lune’ 10/03.
buongiorno mi chiamo mirko ho 35 anni,rispetto e sono felice che esistano associazioni come voi per la salvaguardia del territorio,persone che hanno capito l’importanza estrema di salvare l’ambiente naturale.viviamo in un periodo in cui il distacco dell’uomo dalla natura ha generato estremi e incompresi malesseri psicologici e gravi problemi di salute.e ora di riallacciare il cordone ombelicale reciso con la natura e che i giovani vengano sensibilizzati su questo tema fondamentale.sono a vostro favore per la creazione di parchi naturali che non vengano depredati e rovinati su decisione di alcuni scellerati e potenti burocrati.sara’ felice se riesco a liberarmi da impegni lavorativi di partecipare con voi ad eventuali manifestazioni