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L’autostrada Pedemontana Lombarda è nata con presupposti volti all’eliminazione del livello di congestione della mobilità privata su gomma, alla riduzione dei tempi di percorrenza, all’agevolazione degli scambi e allo sviluppo socio-economico dei territori attraversati.
In realtà si tratta di una gigantesca operazione economica e di una radicale e irreversibile trasformazione delle caratteristiche fisiche e naturali dei territori attraversati.
La Pedemontana Lombarda attraverserà ben 5 province (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese), 94 comuni con 4 milioni di abitanti , 2.000 Km² di estensione del territorio interessato e 5 aree naturali protette come Parchi regionali (Parco Spina Verde di Como, Parco delle Groane, Parco delle Querce, Parco Valle del Lambro, Parco Adda Nord).
La Società Pedemontana S.p.A. indica questa infrastruttura come “la strada che mancava” nell’area più ricca e produttiva della Lombardia.
Nella perdurante crisi economica in cui verte l’intera società, dove si assiste anche ad un celere mutamento della geografia sociale in cui la classe media sta entrando nella soglia della povertà, mentre la povertà incomincia a varcare la soglia della miseria, risulta oggi più che mai necessario “veicolare” le risorse economiche in altre ragion di stato per uno sviluppo economico sostenibile.
Il costo totale previsto per la realizzazione dell’autostrada Pedemontana, compresi oneri finanziari, è di oltre 5 miliardi di Euro, mentre la riduzione dei tempi di percorrenza tra Orio al Serio (BG) e Malpensa (VA) è quantificata in soli 20 minuti. Un risultato del tutto risibile.
L’incongruenza anacronistica è che i lavori della prima tratta (tratta A) sono iniziati senza sapere se e quando ci saranno fondi disponibili per l’intera opera.
La Lombardia è sovraesposta finanziariamente per progetti autostradali che non si giustificavano quando furono concepiti, e ancor meno si giustificano oggi in presenza di una riduzione dei flussi veicolari. Siamo infatti in presenza di un sensibile calo di incassi da parte delle Concessionarie. Tale condizione, destinata a perdurare a causa della crisi economica sistemica, è testimoniata anche dalla dichiarazione esplicita del direttore generale di Volkswagen Italia, che parla di fase di “piena demotorizzazione”.
E’ necessità precipua, in materia ambientale, quella di spostare le risorse economiche previste per la realizzazione di tali poco utili e dannose infrastrutture a favore della messa in sicurezza del territorio, della bonifica di siti inquinati (57 SIN – siti di interesse nazionale), della produzione di energie alternative, della mobilità sostenibile (ferrovie per il trasporto locale dei passeggeri e per la logistica) e della manutenzione adeguata delle strade già esistenti.
Tutto ciò è in grado di fornire commesse alle imprese e di creare posti di lavoro per infrastrutture utili.
Queste sì sarebbero fonte di stabilizzazione, imprimendo una spinta positiva all’economia reale, quella del tessuto produttivo. La ripresa economica non passa dunque dal risparmio di qualche km orario, ma dai fattori sopra citati.
Infine sotto l’aspetto ambientale e salutistico, l’impatto più negativo che questa infrastruttura arrecherà è costituita dall’irreversibile trasformazione del passaggio a cui si assisterà nella tratta autostradale definita “B2” (tra i comuni di Lentate sul Seveso e Bovisio Masciago). Trattasi di un’area caratterizzata, oramai, come un unico sistema edificato; per certi versi è come se fosse un’unica città, interessata, per di più, dall’incidente ambientale ICMESA del 1976 a SEVESO, dove la diossina è tuttora presente nel terreno in percentuali diffusamente superiori ai limiti previsti dalle normative ambientali.
Dunque, la preoccupazione è notevole non solo per il movimento di terra che si determinerà, ma anche perché sarà permesso il passaggio dell’arteria all’interno dell’area verde del Parco delle Querce, nato sull’area bonificata più inquinata (zona A) dopo l’incidente ICMESA, e simbolo stesso della rinascita ambientale che oggi verrebbe vanificata.
E’ per queste motivazioni che abbiamo lanciato una petizione, su Change.org, dal titolo “NON FATE L’AUTOSTRADA PEDEMONTANA LOMBARDA”, indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi e al Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni chiedendo di abbandonare la realizzazione del progetto autostradale Pedemontana (tratte B1, B2, C e D), destinando le corrispondenti risorse economiche in progetti per la messa in sicurezza del territorio, la bonifica di siti inquinati, la produzione di energie alternative, la mobilità sostenibile e la manutenzione della rete stradale esistente.
In Italia si spendono 2,6 miliardi ogni anno per riparare i danni provocati dalle catastrofi. La messa in sicurezza costerebbe di meno se non fatta in emergenza, come invece succede, evitando la perdita di vite umane e lo sperpero di denaro pubblico.
Firma la petizione su Change.org >
Associazione “Noi per Cesano” di Cesano Maderno
Comitato “Cives” Seveso
Comitato “Cives”Bovisio Masciago
Comitato “Cives”San Giorgio – Desio
27 febbraio 2014
FERMIAMO QUEST’ALTRO SPRECO DI DENARO IN QUALCOSA DI PIU’ UTILE.
FIRMATE E CONDIVIDETE AL MASSIMO.
Preferisco impiegare un’ora in più per arrivare a destinazione che vedere una bella regione come la Lombardia violentata da questa autostrada.
visto che il piano economico è saltato, c’è davvero la probabilità che l’opera imploda da sola… anche se purtroppo dubito che la politica troverà un accordo perche alla fine paghi pantalone… Pedemontana per ora ha votato il blocco lavori dal 9 aprile
Comunque bisogna provare. Un grosso numero di firmatari può incidere.
La petizione a due come Lupi e Maroni è come rivolgere una petizione al lupo perché non mangi l’agnello.
Proprio quello che ho pensato anch’io, Cesare! Cosa sperare da due individui del genere??!!