Siamo un gruppo di cittadini di Pomarance (Pisa) che si sta battendo contro il piano cave che il Comune ha adottato nel settembre del 2013, recependo acriticamente il piano cave approvato dalla Provincia di Pisa nel 2008.
Il Comune di Pomarance, che conta meno di 7000 abitanti e che già tanto ha dato con gli impianti di Larderello e con la discarica del Bulera, ha deliberato la possibile apertura di ben 14 cave per l’estrazione di sabbia, ghiaia e gabbro nel suo territorio. L’apertura di queste cave è condizionata solo dal fatto che vi siano aziende private che ne facciano domanda, e per due di esse questo è già stato fatto.
Il gabbro è una roccia che contiene amianto, ed è facile immaginare cosa possono contenere le polveri che si alzeranno dagli impianti di estrazione, che sono a 2 o 3 chilometri dal centro del paese.
Noi in particolare ci opponiamo ad una di queste 14 cave, in località Sant’Emilia a poche centinaia di metri dal paese, dalla quale si vogliono estrarre circa 1 milione e mezzo di metri cubi di materiale, da cui ottenere sabbia e ghiaia. Il luogo è incontaminato, a mezza collina, in una zona a vincolo paesaggistico, a poche centinaia di metri dalla Riserva regionale del Berignone. La zona è a vocazione agrituristica ed infatti noi, che vi abitiamo, abbiamo investito in questi anni soldi, tempo e lavoro per ristrutturare i casali, preservare il territorio e condurre le nostre aziende agrituristiche. Ora tutto sarebbe irrimediabilmente compromesso per l’interesse di pochi privati che vogliono sfruttare questa cava.
Il gruppo di cittadini di cui faccio parte ha fatto ricorso al TAR e ha presentato al Comune le osservazioni contro il progetto di coltivazione della cava che è già stato depositato in Comune. Stiamo inoltre raccogliendo le firme sia dei cittadini di Pomarance (ne abbiamo raccolte già circa 400 su moduli cartacei) sia dei turisti di tutto il mondo che conoscono questa zona per avervi soggiornato (circa 1.750 firme, raccolte attraverso il sito www.nocavapomarance.wordpress.com, che abbiamo creato).
Ci stiamo quindi muovendo nell’assoluto rispetto della legge con gli strumenti che la legge ci consente, e anche attraverso un’azione “popolare”.
Ora siamo in attesa delle decisioni della Pubblica Amministrazione, ma abbiamo il timore che le pressioni “politiche” a cui il Comune è sottoposto possano prevalere sul diritto. Viene infatti sbandierata la questione dell‘apparente contrasto tra “lavoro e sviluppo“, in opposizione a “ambiente e paesaggio”. La questione è totalmente pretestuosa, perché le nostre attività agrituristiche – ambientalmente compatibili – creano lavoro, commercio e benessere non solo a noi, ma anche all’intera collettività di Pomarance e dintorni attraverso il turismo.
Noi speriamo che i nuovi orientamenti della Regione Toscana in merito alla tutela dell’ambiente e all’ecocompatibilità dello sviluppo economico, rappresentino la reale volontà dell’amministrazione pubblica e inducano quindi quest’ultima a ripensare iniziative come quelle contenute nel piano cave di Pomarance.
Mario Gaiaschi
E’ la solita doppiezza ormai consolidata in Toscana. Da un lato con i Piani si dichiara no al consumo di nuovo territorio, e dall’altro, sottobanco, si autorizzano scempi e disastri ambientali in nome del cosiddetto “sviluppo”. Ancora una volta il Dr. Jekkil e Mister Hide.
Quando avremo amministratori pubblici seri ed affidabili? Qui non è questione di partiti o ideologie, ma semplicemente di persone serie ed oneste! E’ pretendere troppo?