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Il comune di Frosinone, dopo aver permesso di costruire un palazzo su un Anfiteatro Romano (Viale Roma), un distributore su Tombe Volsche (Piazza De Matthaeis), un parcheggio su Terme Romane (Via G.De Matthaeis-Villa Comunale), ora ha autorizzato la costruzione di palazzi su un’altra zona archeologica (Via G.De Matthaeis-Villa Comunale).
Per questi motivi la Consulta delle associazioni di Frosinone ha avviato da tempo una pressante azione per sollecitare l’intervento delle Istituzioni a salvaguardia di un’area ove insistono ritrovamenti archeologici e storici di rilevante importanza.
Nelle scorse settimane è stata avviata una petizione on line: invitiamo tutti i nostri aderenti a sottoscriverla qui http://chn.ge/1lrrrjg richiedendo che si revochi l’autorizzazione alla costruzione di palazzi e quella già rilasciata per il parcheggio che a Frosinone ha sepolto le antiche terme, espropriando l’area per destinarla a parco archeologico.
La tutela dei beni culturali ed archeologici non è solo un dovere, civico prima ancora che giuridico e istituzionale; il nostro paese Italia può avere un futuro economico solo puntando sulla valorizzazione del turismo e della cultura, poiché la fase industriale, oramai al tramonto, ci ha lasciato solamente i danni ambientali e le lesioni alla nostra salute.
Quella delle Terme è una vicenda che parte da lontano.
Nel 2007 avviene il fenomenale ritrovamento a due passi dalla villa comunale. Subito il vincolo archeologico diretto sulle strutture, che opera ope legis. Poi, per l’assenza di risorse economiche tese alla valorizzazione del sito, la Soprintendenza avallò la copertura dei ritrovamenti sotto un parcheggio a raso dettando alcune prescrizioni volte alla conservazione dei resti. Così il più sensazionale ritrovamento del capoluogo è finito sotto un parcheggio privato, rendendo invisibili le strutture e i bellissimi mosaici della pavimentazione.
Nel 2011 esplode la mobilitazione delle associazioni per chiedere alle Istituzioni di “riscoprire” le Terme e valorizzarle, oltre ad apporre il vincolo archeologico indiretto per introdurre delle fasce di rispetto entro le quali fosse impossibile per i privati costruire o intervenire in alcun modo.
Dopo vari incontri, petizioni e una delibera di iniziativa popolare, la Soprintendenza archeologica ha accelerato l’iter per l’apposizione del vincolo indiretto.
Intanto, a pochi metri dal sito delle Terme Romane, rimane incerto il destino dell’area oggetto dell’iniziativa immobiliare da 35 mila metri cubi di cemento denominata “I Portici”. Si tratta di una zona di interesse archeologico, confinante con quella in cui giacciono le Terme e su cui pende anche un vincolo paesaggistico in base al Ptpr del Lazio.
Nel marzo del 2011 iniziano i sondaggi archeologici per il nullaosta della Soprintendenza, fra le polemiche delle associazioni per le modalità di svolgimento delle indagini sull’area. Segue la relazione finale dell’allora funzionaria di zona della Soprintendenza, poi sostituita, e il rilascio di un nullaosta che prevede zone di rispetto per i pochi manufatti immobili, consistenti in avanzi di muratura, risparmiati durante l’attività di scavo avvenuta, per la quasi totalità, utilizzando mezzi meccanici pesanti.
Insomma dal punto di vista archeologico si può costruire lì, ma con determinate accortezze …
Rimane comunque il fatto che al confine con l’area in questione si trovano le Terme Romane con la loro fascia di rispetto e che comunque per costruire in quella zona è necessaria un’autorizzazione paesaggistica, rilasciata dal Comune di Frosinone nel dicembre 2013, in virtù della subdelega da parte della Regione. Da oltre un anno l’area è abbandonata al suo destino e non è più chiaro se ci sia ancora un interesse concreto da parte della società Nuova Immobiliare a costruire in quell’area.
Nel marzo scorso il Comune smentì le voci di stampa in base alle quali sarebbero stati rilasciati dei permessi a costruire in quella zona.
Le associazioni da tempo chiedono che nell’area vengano fermate nuove colate di cemento e si sfrutti piuttosto la zona per creare un parco archeologico da integrare alla villa, includendovi anche le Terme romane, scoperte e valorizzate. Un impegno, quello per il “Parco dei Volsci”, contenuto anche nel programma elettorale del sindaco Ottaviani, oltre che nella delibera del 2011 del consiglio comunale.
Ambiguo anche il destino del vicino parcheggio che fu smantellato per svolgere i sondaggi archeologici nell’area de “I Portici” in un tempo di 90 giorni. A due anni di distanza lo spiazzo è ancora chiuso, nonostante il Comune vanti sull’area un diritto di possesso che l’ex sindaco Marini si era impegnato a far valere nelle sedi competenti.
Per approfondire la delicata e controversa questione, potete leggere la lettera che la Consulta delle associazioni di Frosinone inviarono nel mese di marzo 2012 al Ministro per i Beni e le Attività Culturali ed altri http://dl.dropboxusercontent.com/u/32652380/Prof.%20Settis.pdf e un corposo dossier documentale http://dl.dropboxusercontent.com/u/32652380/Allegati%20.pdf