Lieto fine per il torrente Riù: la mobilitazione dei cittadini ferma un progetto incompatibile

torrente Riù 2

Una vicenda che diventa esempio da condividere a cui la Fondazione Benetton Studi Ricerche ha dedicato un evento pubblico. Il progetto di impianto di una centralina idroelettrica incompatibile e avverso alla cittadinanza è stato abbandonato salvando un luogo di valore: il torrente Riù a Segusino (Treviso).

Un esempio emblematico di consapevolezza attiva delle comunità, che trova chiari riferimenti nella campagna di sensibilizzazione operata dal 2006 dall’iniziativa Luoghi di valore. Un’esperienza che i cittadini desiderano condividere in un incontro di approfondimento.

Il 13 giugno se n’è parlato negli spazi Bomben di Treviso alla presenza di Eriberto Eulisse (direttore del Centro Civiltà dell’Acqua), Viviana Ferrario (Università Iuav di Venezia), Lucia Ruffato (presidente del comitato bellunese Acqua Bene Comune) Marco Tamaro (direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche), Simonetta Zanon, coordinamento del progetto Luoghi di valore oltre ai rappresentanti del Comitato No Centralina Riù.

Ecco il comunicato stampa dell’iniziativa che riassume le fasi della vicenda:

I luoghi di valore e la cura del paesaggio: Il torrente Riù e il progetto di una centralina idroelettrica
comunicato stampa, 10 giugno 2014

Il caso del progetto di impianto di una centralina idroelettrica sul torrente Riù a Segusino (Treviso), poi abbandonato per incompatibilità tecnico-ambientali e avversato dalla cittadinanza, arriva in Fondazione Benetton Studi Ricerche come un esempio emblematico di consapevolezza attiva delle comunità, che trova chiari riferimenti nella campagna di sensibilizzazione operata dal 2006 dall’iniziativa Luoghi di valore.

Infatti i siti interessati dall’opera, il corso del torrente Riù lungo la località di Cal del Pont con il piccolo borgo di Stramare, sono stati segnalati negli anni da alcuni cittadini nell’ambito del progetto della Fondazione. La consapevolezza del valore dei luoghi e la necessità della loro cura, hanno in questo caso prodotto un risveglio di responsabilità di fronte a un’opera giudicata impattante e di nessun beneficio diretto. La popolazione di Segusino, centro di duemila abitanti, ha per la prima volta messo in atto una mobilitazione che ha contribuito all’accantonamento del progetto.

Un’esperienza che i cittadini desiderano condividere con la Fondazione e il pubblico attraverso un incontro di approfondimento, venerdì 13 giugno alle ore 17 negli spazi Bomben di Treviso. Interverranno: Eriberto Eulisse, direttore del Centro Civiltà dell’Acqua; Viviana Ferrario, Università Iuav di Venezia; Lucia Ruffato, presidente del comitato bellunese Acqua Bene Comune; Marco Tamaro, direttore della Fondazione Benetton Studi Ricerche; Simonetta Zanon, coordinamento del progetto Luoghi di valore; i rappresentanti del Comitato No Centralina Riù. All’incontro è seguita, la mattina successiva, sabato 14 giugno alle ore 10.30, una passeggiata lungo il corso del torrente che culminerà nella visita del borgo di Stramare (ritrovo a Segusino, località Cal del Pont, info 347.1572818).

La vicenda

Il progetto di una centralina idroelettrica per sfruttare l’acqua del torrente Riù al fine di produrre energia elettrica privata viene inoltrato al Comune di Segusino quattro anni fa. Il progetto appare lacunoso, con dimensioni incompatibili con l’area che portano al ridimensionamento della potenza, che rende l’approvazione dei lavori di competenza comunale. Nel frattempo i rischi legati all’impatto ambientale e all’alterazione dell’equilibro idro-geologico portano alla costituzione di un Comitato No centralina Riù composto dal Coro di Stramare, dall’Associazione “Drìoghe a la stéla” e da privati cittadini riuniti nel gruppo “AmareSTramare”.

In poche settimane sono raccolte oltre 400 firme contrarie all’opera e il dibattito è stimolato da incontri e passeggiate di approfondimento a Cal del Pont, località dove sarebbe dovuta sorgere l’opera, utili a chiarire i limiti di un’operazione di sfruttamento del suolo pubblico per soli fini privati. La pressione indiretta della comunità sortisce i suoi effetti: nell’ultima conferenza di servizi del febbraio 2014 l’ufficio tecnico comunale mette in evidenza come, sebbene i pareri dei diversi enti interessati siano a maggioranza per il sì, la prevalenza dei rilievi negativi emersi dalle varie relazioni sia tale da invalidare l’approvazione dell’opera. Il Comune, cui spetta il verbale definitivo, sentita la Soprintendenza, decide per il no finale.

Fondazione Benetton Studi Ricerche – www.fbsr.it

Un commento

  1. AZIONE POPOLARE RIUSCITA!BRAVISSIMI! SPERIAMO LO STESSO SUCCESSO PER L’AZIONE A TUTELA DELLA BIODIVERSITA’ CALDAROSA ,MINACCIATA DALLE TRIVELLE ENI!

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