Lettera aperta per la creazione di un parco nel territorio del Monte Canto e del Bedesco, aree di particolare interesse naturalistico ambientale, oltre che storico-architettonico e agricolo, che ha subito negli anni innumerevoli ferite (es. speculazione edilizia e deterioramento delle aree boschive e agricole).
Il territorio del Monte Canto e del Bedesco, compreso tra i comuni di Mapello, Sotto il Monte, Carvico, Villa d’Adda, Pontida, Ambivere, Calusco, Terno, Solza, riveste particolare interesse naturalistico ambientale, oltre che storico-architettonico e agricolo.
Nel 2003 viene istituito un PLIS. Dopo una bella partenza, il cambio di colore delle amministrazioni locali si è accompagnato all’uscita dal PLIS (alla spicciolata) dei comuni di una precisa colorazione politica. Alla scadenza decennale, nel 2013, i comuni sopravvissuti decidono di prorogare la decadenza del PLIS di un anno (2014) nella speranza di poter riprendere il discorso con le nuove amministrazioni dopo la tornata elettorale.
Nel frattempo il territorio del Parco è stato fatto oggetto di innumerevoli ferite dovute a speculazione edilizia (lottizzazione di Faida a Pontida, della Botta di Sotto il Monte, di Villa d’Adda,….) e di deterioramento delle aree boschive e agricole dovute alla mancata coltivazione e/o manutenzione.
Per anni i cittadini hanno chiesto un regime di protezione più efficace per l’area, per il tramite di numerose associazioni ambientalistico/naturalistiche. Ma senza successo.
Il fallimento del contesto istituzionale/amministrativo del PLIS ripropone la necessità di trovare per il Parco un regime di protezione più adeguato.
La forma di protezione più appropriata passa attraverso l’istituzione di un vero e proprio Parco Regionale o Parco Agricolo Regionale. Ma serve una volontà e un appoggio politico che ci proponiamo di suscitare con la presente lettera aperta.
I motivi per la tutela e la valorizzazione di questo territorio sono molteplici.
1) AGRICOLO-RURALE-SILVICOLTURALE
- Preservare e potenziare la coltura della vite e del castagno, tradizionali forme di utilizzo del territorio collinare. Elevare lo standard qualitativo della produzione vinicola agganciandola ad un marchio DOP.
- Favorire l’introduzione dell’olivo per la nuova vocazionalità territoriale che si apre in relazione ai cambiamenti climatici in atto.
- Contrastare l’abbandono dei terrazzamenti e l’invasione di specie aliene e devastanti quali l’ailanto.
- Valorizzare l’agricoltura di collina (es. coltura dei piccoli frutti).
- Riattivare, valorizzare e promuovere la tenuta del patrimonio boschivo, anche per contrastare il dissesto idrogeologico in atto.
- Valorizzare la produzione agricola (principalmente maidicola) delle piane pedecollinari, contribuendo a preservarle dalle pressioni speculative.
- Valorizzare dal punto di vista naturalistico/culturale i roccoli (alcuni dei quali “monumentali”) esistenti.
2) ARCHITETTONICO-PAESAGGISTICO-CULTURALE
- Conservare e valorizzare il patrimonio legato all’architettura rurale locale.
- Conservare il paesaggio rurale e gli aspetti legati alla cultura contadina.
- Valorizzare un patrimonio monumentale di rara bellezza: il romanico abbaziale (es. Fontanella, Pontida, San. Bartolomeo), l’edilizia civile medioevale (es. torri e complessi fortificati di Mapello, Ambivere, Villa d’Adda, Pontida, Sotto il Monte), il patrimonio archeologico (complesso di San Tomé di Carvico)
- Valorizzare il patrimonio religioso (es. Santuari Mariani di Prada, delle Caneve, di Cà de Rizzi, ecc..) e simbolico (la collina dei frati –benedettini a Pontida e Fontanella, francescani a Baccanello -, del giuramento, dei Santi antichi –S. Alberto da Prezzate- e recenti – S. Giovanni XXIII)
3) NATURALISTICO-AMBIENTALE
- Preservare un importante serbatoio di biodiversità alla cerniera tra la pianura e le Alpi
- Assicurare la conservazione di un essenziale elemento di connessione est-ovest per la rete ecologica regionale
- Preservare e valorizzare habitat e specie unici (es. brughiere del Bedesco, querceti acidofili e termofili, erpetofauna)
- Preservare e valorizzare i paleosuoli dell’Isola Bergamasca, una vera rarità a livello mondiale, sopravvissuti a 5 glaciazioni consecutive.
- Valorizzare una singolarità geologica (collina arenaceo-marnosa) in un panorama prealpino monotonamente carbonatico
Per la verità molte altre sono le aree che meritano un adeguato regime di tutela in questo territorio e che sono oggetto dell’intensa attività (inascoltata) di numerose associazioni di cittadini. Citiamo, solo a titolo di esempio, l’Isolotto di Ponte San Pietro, per il quale i comitati civici locali hanno realizzato, in forma partecipata con la popolazione del paese, un progetto di parco naturalistico.
In questo contesto potrebbe essere interessante valutare l’assoggettamento ad un regime di tutela a Parco dell’intero territorio dell’Isola Bergamasca, un’autentica singolarità geologica, architettonico-paesaggistica e ambientale nel panorama regionale.
Il Parco Regionale vanterebbe un sito UNESCO all’estremità meridionale (Crespi d’Adda), un parco regionale all’estremità occidentale (Parco dell’Adda) e un PLIS all’estremità orientale (PLIS del Brembo) con i quali connettersi nell’ambito della rete Ecologica Regionale, una collina a Nord, un terrazzo fluvioglaciale dal Monte Canto al cuneo di Chignolo d’Isola, numerosi tesori architettonici civili e religiosi (inclusa l’antenna del Romanico di San Tomé e della Piana di Almeno), mete turistiche (Sotto il Monte e Pontida).
L’istituzione del Parco potrebbe anche porre freno agli impatti industriali che continuano ad insistere su questo prezioso ecosistema.
In alternativa, come obiettivo minimo, si propone la riorganizzazione del sistema regionale dei parchi pedemontani con la riunificazione in un unico parco regionale del Parco dei Colli di Bergamo, del Parco del Monte Canto e del Bedesco, del Parco di Montevecchia e Curone, con il P.L.I. del Basso Brembo completato con i Comuni di Bonate sopra, Presezzo, Ponte San Pietro, Curno e Treviolo, e l’aggiunta del Parco di Astino e dei boschi dell’Allegrezza, tutti parchi che insistono su unità fisiografiche ed ecologiche simili e che costituiscono un unico primario corridoio EST-OVEST della rete ecologica regionale, direttamente connesso al parco Adda Nord.
Il presente appello è stato sottoscritto da:
Italia Nostra Bergamo
Legambiente Bergamo
World Wildlife Found Bergamo
Comitato civico per il Monte Canto ed il Bedesco Mapello/Ambivere
Comitato civico Altra Ponte Ponte San Pietro
Comitato civico Gruppo Amici dell’Isolotto Ponte San Pietro
Comitato civico per l’Ambiente e la salute Ghiaie di Bonate-Presezzo
Comitato civico Curno per il Parco del Brembo Curno
Comitato civico Orizzonte Roncola Treviolo
Comitato civico ViviAmo il Brembo Bonate siotto
Comitato cittadini di Longuelo Bergamo
Comitato Parco Agricolo Ecologico Bergamo-Stezzano