L’Associazione Intercomunale Lucania di Palazzo San Gervasio, insieme all’Associazione Futura di Venosa, al Comitato Diritto alla Salute di Lavello, all’Associazione Ambiente e Legalità di Ferrandina e alla Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità (RCCSB) di Napoli, hanno sottoscritto un corposo documento inviato, in data 12/10/2014, tramite una “Mail bombing” a tutti i 950 parlamentari avente ad oggetto la richiesta di far decadere il DecretoLegge n. 133 del 13 settembre 2014 denominato “Sblocca-Italia”.
È stata evidenziata la scelleratezza di tale decreto che costituisce una gravissima violazione delle procedure democratiche previste dalla nostra Costituzione per la corretta legiferazione e dei rapporti tra potere legislativo, proprio del Parlamento e di quello esecutivo del Governo, nonché della Convenzione di AARHUS sulla partecipazione dei Cittadini in materia delle scelte ambientali. Sul piano dei contenuti prefigura scelte catastrofiche per uno sviluppo ecosostenibile ed il lavoro conseguente, per la tutela del Territorio, della Natura e della Biodiversità, in contrasto radicale con i gravi problemi dell’oggi, con gli interessi delle future generazioni e della salvezza stessa del Pianeta a partire dalla necessità di arrestare i drammatici cambiamenti climatici in atto. Le vere risorse strategiche del nostro Paese sono il nostro sistem agroambientale con forme di economia diffusa da non dover porre in serio pericolo con un devastante piano industriale per nulla rispettoso del nostro Territorio.
Contrastare questo Decreto è un impegno affinché le qualità intrinseche della nostra Terra, con tutte le sue fragilità, non vengano sacrificate in modo scellerato per interessi di pochi petrolieri, cementificatori e affaristi dei rifiuti e delle bonifiche. Intensificare le attività petrolifere in area ad alto rischio sismico ed idrogeologico, come per la Regione Basilicata e Abruzzo, il rilanciare le attività petrolifere addirittura nel Golfo di Napoli e in quello di Sorrento tra Capri, Ischia ed Amalfi rappresenta il confondere la Terra italiana con le aree desertiche libiche e dell’Arabia Saudita.
Si arriva al paradosso che le produzioni agricole di qualità, il nostro paesaggio e i tanti impianti e lavorazioni che non provocano inquinamento, compresi quelli per la produzione energetica da fonti rinnovabili quando realizzati in maniera responsabile e senza ulteriore consumo di territorio, non sono attività strategiche a norma di legge. Lo sono, invece, i pozzi e l’economia del petrolio che, oltre a costituire fonti di profitto per poche multinazionali, sono causa dei cambiamenti climatici e di un pesante inquinamento. Un’economia petrolifera che ha portato grandi vantaggi per le società petrolifere e company, ma alcun vantaggio ai cittadini con un aggravamento delle condizioni sociali ed ambientali rispetto ad altre iniziative legate ad un’economia diffusa e meno invasiva.
Ed inoltre, sembra assurdo che il Decreto affidi la gestione dei rifiuti alle ciminiere degli inceneritori, mentre l’Italia dovrebbe puntare sulla necessaria riduzione dei rifiuti e all’economia del riciclo e del riutilizzo delle risorse. Tanti comuni italiani hanno raggiunto percentuali del 70-80% di raccolta differenziata coinvolgendo intere comunità di cittadini. Bruciare i rifiuti significa non solo immettere nell’ambiente pericolosissimi inquinanti producendo ceneri dannose alla salute e all’ambiente, ma trasforma in un grande affare, concentrato in poche mani, quello che potrebbe essere una risorsa economica per molti. Particolare risalto è stato dato ai profili di illegittimità costituzionale degli art. 33, 35, 36, 37, 3 oltre all’abuso nel ricorrere, ancora una volta, allo strumento della decretazione senza la reale sussistenza dei requisiti di necessità ed urgenza oltre che in assenza di una omogeneità dei contenuti. In questi anni le scelte fondamentali del Paese sono state fatte con decreti leggi, esautorando il Parlamento ed una corretta pianificazione: il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, del governo Berlusconi, i decreti legge “Salva Italia”, n. 201 del dicembre 2011 e “Sviluppo Italia” del 22 giugno 2012 n. 83, del governo Monti, il decreto legge del “Fare”, del 21 giugno 2013 del governo Letta.
La “giustificazione” della illegittimità costituzionale dei vari decreti è sempre la stessa ed è quella che si ripete nel decreto Sblocca Italia del governo Renzi: fare uscire l’Italia dalla crisi. Come è evidente la via della decretazione d’urgenza per l’uscita dalla crisi è, e non poteva essere diversamente, fallita e la crisi si è aggravata sempre di più. Ed inoltre, sarebbe alquanto forzato, ritrovare tali condizioni nel via libera alle perforazioni a terra e a mare, alla ricerca di idrocaburi, al metanodotto TPA e agli stessi inceneritori (che vengono chiamati termovalorizzatori, parola inesistente per la normativa europea), alla realizzazione degli assi ferroviari Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina, alla realizzazione degli aeroporti di Firenze e Salerno.
Lì, 12 Ottobre 2014
Maurizio TRITTO Associazione Intercomunale Lucania (Palazzo San Gervasio – PZ), Donato CANCELLARA Associazione Intercomunale Lucania (Palazzo San Gervasio – PZ), Marialaura GARRIPOLI Associazione Futura (Venosa – PZ), Nicola ABBIUSO Comitato Diritto alla Salute (Lavello – PZ), Antonio D’ACUNTO RCCSB – Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità (Napoli), Pio ABIUSI Associazione Ambiente e Legalità (Ferrandina – MT)
Ci uniamo all’appello dell’Associazione “Articolo 9” fornendo la nostra condivisone e la nostra collaborazione.
…. che,come Associazioni (e siamo tante) occorra esigere subito un incontro con Renzi su questi temi !ESIGERLO …IN NOME DELLA NOSTRA COSTITUZIONE!QUESTA NON E’ UNA MERA PROVOCAZIONE MA L’ESERCIZIO DI UN NOSTRO DIRITTO A CUI NON POSSIAMO E NON DOBBIAMO RINUNCIARE PER IL SOLO FATTO CHE DIAMO PER ACQUISITA ED IMMODIFICABILE L’INSOFFERENZA DEL PRESIDENTE NEI CONFRONTI DEI “COMITATINI”.TROPPO COMODO PER TUTTI,A COMINCIARE DA RENZI,CHE LE COSE RIMANGANO COSI’,IMMUTATE IMMUTABILI SENZA DIALOGO E CONTRADDITTORIO, OGNUNO AUTOREFERENZIALE NEL PROPRIO AMBITO!LE CONTRADDIZIONI DEVONO ESPLODERE VISIBILMENTE PERCHE’ SIANO RIVOLUZIONARI E E BISOGNA AGIRE IN TAL SENSO,ESIGERE CHE LA NOSTRA DEMOCRAZIA FUNZIONI COME SE FOSSE DAVVERO UNA DEMOCRAZIA,ESIGERLO SENZA REMORE!IL DEVASTANTE SBLOCCA -ITALIA DEVE DECADERE MA COME SE IL GOVERNO PONE UN’ENNESIMA FIDUCIA?DOBBIAMO ATTENDERE UN PROBABILE REFERENDUM ABROGATIVO E ..NEL FRATTEMPO ,FRA AUTOREFERENZIALI SIT-IN E CONVEGNI, ASSISTERE IMPOTENTI ALL’AGONIA DEL NOSTRO PAESE? NO ,NON C’E’ PIU’ TEMPO!