Il Casino dei Boschi di Carrega, centro del 1° parco regionale sta crollando: il comitato “Salviamo il paesaggio” di Sala Baganza deciso di aderire al censimento FAI dei luoghi del cuore, come ultima possibilità di salvare da fine certa questa importante villa-fattoria, residenza estiva di Maria Luigia d’Austria duchessa di Parma.
Dateci una mano votando entro il 30 novembre sul sito “iluoghidelcuore.it” , il luogo CASINO DEI BOSCHI DI CARREGA:
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Cos’è il Casino dei Boschi di Carrega
Lungo un percorso temporale durato secoli, il territorio che si estende tra il fiume Taro e il torrente Baganza ha visto varie trasformazioni operate dall’uomo e con esso il Casino dei Boschi che ne è il cuore.
L’antropizzazione delle aree pianeggianti lungo i corsi d’acqua, ha ridotto nella fascia centrale l’antica foresta divenuta con i Sanvitale e i Farnese riserva di caccia dei nobili con al centro un piccolo casino di caccia trasformatosi, su progetto dell’arch. Edmond Petitot, in residenza estiva per Maria Amalia con inizio lavori nel 1775, completati in seguito da Maria Luigia d’Austria con la costruzione di un piano superiore opera del Bettoli, arricchito da un bellissimo giardino monumentale progettato dal giardiniere G. Barvitius. Dopo vari passaggi di proprietà, i Carrega acquistarono il Casino con tutto il territorio che oggi coincide sostanzialmente con il Parco e completarono l’opera con la piantumazione di essenze esotiche e la creazione di laghetti che hanno impreziosito l’aspetto ambientale e paesaggistico oltre che essere elemento importante per l’agricoltura e la flora del Parco. Naturalmente il Casino per ospitare servitù, lavoratori e opifici per la lavorazione dei prodotti agricoli si ampliò a nord con le due prolunghe: il Casinetto centrale con il teatrino di corte e la parte rustica, il Ghetto. La Casa di Pietra, la costruzione più a nord staccata dal resto degli edifici è forse più antica della villa.
Perché vogliamo salvarlo?
Ebbene tutto ciò, il lavoro di secoli, la buona amministrazione del territorio, la costruzione di questo gioiello nascosto, esempio raro di integrazione progettuale tra architettura e paesaggio, rischia di crollare compromettendo il destino del Parco stesso.
In pochi anni verrà distrutto il lavoro intelligente di secoli se non si interviene tempestivamente.
Sia l’amministrazione comunale che quella regionale che pure attraverso l’ente gestore del Parco hanno acquisito circa la metà degli edifici (il Casinetto, la Prolunga Nord, la Casa di Pietra ), oltre al giardino all’inglese, si sono disimpegnati da anni; infatti la parte pubblica versa in condizioni peggiori di quella privata e non certo per la scusa che “non ci sono soldi”, visto che la previsione dell’ampliamento della sede EFSA (European Food Safety Authority) era previsto proprio nel Casino da un documento inviato a Bruxelles con tanto di firma dell’allora presidente del Consiglio Berlusconi e dei parlamentari di Parma. Questo è uno dei tanti esempi che dimostrano che i soldi ci sono ma per ragioni politiche sono stati spesi altrove, magari con tanto di nuova cementificazione e inutile consumo di suolo.
Il censimento del FAI
Il comitato locale Salviamo il paesaggio ha pertanto deciso di aderire al censimento FAI dei luoghi del cuore, come ultima possibilità di salvare da fine certa il Casino.
Abbiamo costituito un comitato ad hoc e iniziato a raccogliere segnalazioni, coinvolgendo le associazioni di volontariato, i commercianti, i cittadini, ottenendo un consenso all’iniziativa davvero straordinario, circa 3000 firme o voti online in un solo mese, sufficienti per garantire l’interessamento del FAI, ma non abbastanza per avere una presa di posizione ufficiale degli enti pubblici, necessaria per 2 motivi:
1) Se il Casino dei Boschi e il Parco si trovano in queste condizioni è per la loro trentennale cattiva gestione e questa nostra iniziativa non viene certo aiutata dalle autorità visto che suona come una loro esplicita condanna.
2) Se riusciamo a fare partire un intervento di recupero con i primi e sostanziali investimenti del FAI, la pubblica amministrazione dovrà intervenire e anche se questo avrà una ricaduta economica positiva sul territorio ai nostri amministratori non interessa, a loro interessa solo la sedia, anzi se il Casino crolla avranno meno problemi in futuro.
Con questa iniziativa abbiamo chiarito anche un grande equivoco che accompagna le discussioni sul Parco da decenni: quello che finora veniva considerato come avversione al Parco, in realtà è avversione alla sua cattiva gestione, infatti tutti i commenti raccolti sono stati di rammarico per la cattiva gestione e di augurio di riuscita nel recupero del Casino.
É assolutamente necessario che il numero di firme raccolte sia elevato, che la nostra iniziativa abbia un consenso che esca dai confini comunali, che impressioni chi amministra localmente. Solo così saranno costretti a fare la scelta giusta pubblicamente e senza equivoci! Per ottenere questo risultato ci appelliamo anche al nostro forum nazionale, ai comitati locali.
Dateci una mano votando entro il 30 novembre sul sito “iluoghidelcuore.it” , il luogo CASINO DEI BOSCHI DI CARREGA.
Grazie per il vostro contributo!
Abbiamo raccolto oltre 3000 firme finora e tra queste quelle dei candidati alle elezioni regionali di PD e M5S e credo del alcune di NCD, vedremo come si comporteranno in seguito. Infatti parte del Casino è proprietà pubblica, cosa faranno le istituzioni? Doneranno tutto al FAI per lavarsene le mani, responsabilmente faranno la loro parte o cercheranno di boicottare ancheil progetto FAI, così potranno disimpegnarsi anche sulla proprietà pubblica che da oltre 30 anni non viene usata, ne tanto meno curata. Sembra questa un’ipotesi complottista ma non è così, se ci fosse veramente l’interesse pubblico avrebbero già fatto qualcosa, l’immobile infatti era candidato a sede dell’ampliamento EFSA e della scuola di alta cucina, uno fatto a Parma, l’altro a Colorno, evidentemente l’interesse politico ha prevalso su quello del territorio e del bene da preservare. Questo sugnifica che le firme che raccogliamo devono essere tante, dobbiamo coinvolgere il più alto numero di cittadini, avere il consenso di chi ha competenze specifiche perché anche dopo il proninciamento del FAI dovremo pungolare gli amministratori pubblici e richiamarli al loro dovere.