Comunicato Stampa (Roma, 28/11/2014)
“Un gravissimo errore continuare su una strada sbagliata come quella di consentire ai comuni di usare gli oneri di urbanizzazione per le spese correnti: il Parlamento corregga immediatamente questa posizione approvando la legge sul consumo del suolo che vieta ai comuni questa soluzione”.
Così l’ex ministro alle Politiche agricole, padre del primo ddl contro il consumo del suolo, Mario Catania, commenta l’approvazione alla chetichella dell’emendamento Marchi (Pd) alla legge di Stabilità (38.2), che proroga, anche per il 2015, la possibilità per i comuni di usare gli oneri di urbanizzazione per coprire la spesa corrente.
“Con tale meccanismo – prosegue il deputato di Scelta Civica – oltre ad incentivare nuova cementificazione, esponendo il Paese ad un maggior rischio idrogeologico, si permette ai comuni di fare cassa sottraendo risorse preziose alla comunità per la realizzazione di opere di costruzione. Gli oneri in questione devono essere utilizzati per ciò per cui sono stati incassati”.
Alla denuncia, si uniscono pubblicamente a una sola voce anche le maggiori associazioni ambientaliste: FAI, Lipu BirdLife – Italia, Legambiente, il forum Salviamo il Paesaggio e il Touring Club Italia che esprimono grande preoccupazione per le gravi ricadute negative e i danni che tale normativa arrecata direttamente ed indirettamente ad ambiente e paesaggio.
Cosa sono gli oneri di urbanizzazione
Gli oneri di urbanizzazione sono un contributo che i costruttori devono corrispondere al Comune a titolo di partecipazione alle spese che l’ente affronta per fornire servizi alla collettività. Nel 1977 la Legge Bucalossi introdusse l’obbligo per i comuni di destinare i proventi derivanti da tali oneri alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
Questo principio fu messo in discussione e poi eliminato dal Testo Unico per l’edilizia (D.P.R. 380/2001, art. 136 c.2, lettera c), a firma dell’allora Ministro dell’Istruzione Pubblica Franco Bassanini e approvato dall’allora governo Amato. Da allora, di anno in anno, nell’assalto alla diligenza alla Finanziaria, spunta un emendamento che proroga anche per l’anno a venire tale facoltà.
I soldi che i comuni potrebbero usare per il risanamento del territorio vengono invece impiegati per altre finalità.
“Una scelta miope – conclude Catania – in netta contraddizione con i dati dell’edilizia reale, che vedono circa 2 milioni e 700 mila abitazioni inutilizzate e con un mercato della riqualificazione (+3,5%) in forte ascesa, che sarà in grado di trainare il settore fuori dalla crisi, di contro a quelli di previsione per le nuove costruzioni (-3,4%), come sottolineato dall’ultimo rapporto del Cresme di recentissima pubblicazione”.
Ufficio stampa Presidente Mario Catania
Certo che sarebbe giunto il memento di usare gli ormai pochissimi oneri di urbanizzazione ( causa crisi edilizia ) assolutamente non per la spesa corrente,
ma si sa in Italia le proroghe durano per sempre
Che scelta disastrosa! Effettivamente la possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente ha prodotto, nel giro di pochi anni, danni enormi al paesaggio che non saranno ormai più recuperabili (vedi l’articolo sulla storia del Mibac di Andrea Emiliani). Che questa manovra nasca da un input di Fassino,non sorprende. Basta guardare ciò che è successo a Torino dove negli ultimi anni le soluzioni adottate per contrastare il declino della città sono passate per un incontrollata proliferazione edilizia, con infinite varianti al piano regolatore e cantieri eterni…. ma non sempre esemplari. Certo un panorama caratterizzato da forte disattenzione all’ambiente e alla tutela del territorio!
Se questo Governo si ostina a mantenere il Patto di Stabilità sulla gestione amm.va dei Comuni e dei servizi pubblici da Essi gestiti direttamente e a perseguire, di contro, una politica di cementificazione del territorio, è come se il cane si mordesse la coda e diventa evidente che anche questo appello del Ministro Catania (una presa di posizione giusta e da condividere!) rischia di cadere nel vuoto. Non è casuale che Comuni si buttano sull’edilizia contrattata proprio per accedere alle spese correnti per ovviare ai tagli dei trasferimenti finanziari da parte dello Stato. Se una politica di spending review ci deve comunque essere, io credo che allora bisogna ragionare in modo diverso rispetto alla gestione della “cosa pubblica” e del suo riassetto e funzionalità ponendo in primo ordine i problemi della moralizzazione (in primo luogo bisogna procedere a Consigli di Amm.ne leggeri e costituiti da gente onesta e veramente competente e stop a stipendi d’oro e a consulenze tecniche ed amm.ve doppie ed inutili! ) e della riqualificazione della sua gestione e di quella diretta dei servizi pubblici e della periodicità e funzionalità dei controlli amm.vi. Ma quando parliamo di detti servizi e della loro riqualificazione credo che sia importante riportare al centro del discorso gli interessi della Comunità e non ragionare solo in termini di finanziarizzazione e di quotazione in banca ….. soprattutto quando non si tratta di comuni servizi pubblici normali ma di servizi che sono dei veri e propri “beni comuni” . E’ dentro questa logica , che, a mio avviso, bisogna riattrezzare e mettere in funzione anche gli opportuni controlli gestionali. Onofrio Infantile del Comitato Acqua Pubblica di Salerno Lunedì, 8 dicembre 2014
Un po’ tutte le amministrazioni locali, usufruendo di leggi emanate dal governo centrale, sono entrate in un meccanismo perverso di reperimento fondi pur di fare cassa e aggiustare i conti fuori fuori controllo.
….purtroppo il miope PIERO FASSINO ,in rappresentanza dell’ANCI, E CON IL PLAUSO DI CHIAMPARINO E DI MARONI,ha preteso la proroga di questa sciagura!E NESSUNO LO HA MINIMAMENTE CONTESTATO!L’EMENDAMENTO MARCHI HA SOLO ESEGUITO GLI ORDINI DI SCUDERIA!
Non usare impropriamente denaro pubblico, come quello di oneri di urbanizazione usato per spese comuni.Sono d’accordo su intervento per ovviare a ciò.
Sono d’accordo di intervenire per non permettere uso improprio di denaro, come quello per oneri di urbanizzazione per spese correnti